Mese: dicembre 2014

#Damasco, #Siria – 31 dicembre 2014 – Da questa mattina almeno 20 raid aerei co…

#Damasco, #Siria – 31 dicembre 2014 –
Da questa mattina almeno 20 raid aerei condotti dall’aviazione siriana hanno colpito il distretto di Jobar a Damasco, che ha subito bombardamenti sia aerei che via terra da parte delle truppe del regime, che …


Chronik-Fotos
#Damasco, #Siria – 31 dicembre 2014 –
Da questa mattina almeno 20 raid aerei condotti dall’aviazione siriana hanno colpito il distretto di Jobar a Damasco, che ha subito bombardamenti sia aerei che via terra da parte delle truppe del regime, che hanno lanciato un pesante attacco nel tentativo di prenderne il controllo. Diversi i morti tra le fila del regime a causa dei combattimenti contro le forze di opposizione.
Bombardamenti aerei hanno interessato anche la cittadina di Zabadani, colpita con quattro barili esplosivi sganciati da elicotteri militari e sei razzi lanciati da cacciabombardieri, mentre combattimenti si sono svolti intorno alla cittadina nel tentativo delle forze del regime di riprendere il controllo di due posti di blocco caduti in mano all’esercito libero pochi giorni fa. Inoltre, le forze del regime hanno tentato di entrare nelle località di Zebdeen e Bala, bombardate con carri armati e artiglieria pesante.
Nella capitale, diversi colpi di artiglieria hanno colpito i quartieri di Qassa’, Al Malki e Mazzeh 86 così come l’autostrada Al Adawi causando diversi feriti tra i civili.

Il video mostra fumo legarsi in seguito a due dei 20 attacchi aerei condotti dall’aviazione siriana sul distretto di Jobar.
http://youtu.be/kg_LAq0SI-k

La foto è stata scattata nella città vecchia di Damasco, 31 dicembre 2014
(Fonte: https://www.facebook.com/LensYoungdimashqi) Continua a leggere

#Damasco, #Siria – 31 dicembre 2014 – Da questa mattina almeno 20 raid aerei co…

#Damasco, #Siria – 31 dicembre 2014 –
Da questa mattina almeno 20 raid aerei condotti dall’aviazione siriana hanno colpito il distretto di Jobar a Damasco, che ha subito bombardamenti sia aerei che via terra da parte delle truppe del regime, che hanno lanciato un pesante attacco nel tentativo di prenderne il controllo. Diversi i morti tra le fila del regime a causa dei combattimenti contro le forze di opposizione.
Bombardamenti aerei hanno interessato anche la cittadina di Zabadani, colpita con quattro barili esplosivi sganciati da elicotteri militari e sei razzi lanciati da cacciabombardieri, mentre combattimenti si sono svolti intorno alla cittadina nel tentativo delle forze del regime di riprendere il controllo di due posti di blocco caduti in mano all’esercito libero pochi giorni fa. Inoltre, le forze del regime hanno tentato di entrare nelle località di Zebdeen e Bala, bombardate con carri armati e artiglieria pesante.
Nella capitale, diversi colpi di artiglieria hanno colpito i quartieri di Qassa’, Al Malki e Mazzeh 86 così come l’autostrada Al Adawi causando diversi feriti tra i civili.

Il video mostra fumo legarsi in seguito a due dei 20 attacchi aerei condotti dall’aviazione siriana sul distretto di Jobar.
http://youtu.be/kg_LAq0SI-k

La foto è stata scattata nella città vecchia di Damasco, 31 dicembre 2014
(Fonte: https://www.facebook.com/LensYoungdimashqi)

Bilancio 2014: Edizione Speciale La_Pluma + Tlaxcala

Originally posted on unlucano:
Il bilancio 2014 passa per il link all’Edizione Speciale de La Pluma sull’anno che si sta chiudendo: Edición especial « Balance 2014 » Scritto in uno spagnolo facilmente intellegibile dalla creatrice e coordinatrice de La Pluma – Maria Piedad Ossaba – è un appuntamento che si ripete e cerca di riassumere…

Sette record raggiunti dal Medio Oriente nel 2014

Di Valentina Primo. Baraka Bits (18/12/2014). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi. L’immersione più profonda Il 18 settembre, l’egiziano Ahmed Gabr ha nuotato fino ad una profondità di 332,35 metri nel Mar Rosso, rimanendo circa 14 ore sott’acqua. Il più grande murales di materiale riciclato Realizzato il 27 gennaio da Moaffak Makhoul ad Al-Mazzeh, Damasco, […]

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Yemen: 33 persone morte in attacco suicida

(Agenzie). Trentatré persone sono morte a seguito di un attacco suicida avvenuto nella città di Ibb, nel centro dello Yemen. L’esplosione è avvenuta dentro un centro culturale dove gli Houthi stavano celebrando la nascita del profeta dell’Islam. Finora non vi sono state rivendicazioni, ma negli ultimi mesi i ribelli Houthi sono stati l’obiettivo di numerosi attacchi […]

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Israele contro richiesta palestinese di ammissione alla Corte Penale Internazionale

(Agenzie). Il ministro degli esteri israeliano Tzachi Hanegbi ha messo in guardia  l’Autorità Nazionale Palestinese sulle conseguenze di una sua richiesta di ammissione alla Corte Penale Internazionale, dopo che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha respinto la sua risoluzione. “L’ammissione della Palestina alla CPI sarebbe controproducente, in quanto consentirebbe a Israele di citarla per i il suo […]

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Mauritania: appello per annullare condanna a blogger

(Agenzie). Mohamed Cheikh Ould Mohamed, 29 anni, è in carcere dal 2 gennaio scorso in Mauritania, con l’accusa di blasfemia. Un testo da lui scritto sul profeta Muhammad è stato considerato blasfemo. Nulla ha potuto la Difesa che aveva chiesto “un’interpretazione meno rigorosa della legge”, poiché è stato giudicato comunque colpevole. L’organizzazione internazionale Reporters sans frontières ha lanciato […]

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Iraq: ministro veste il niqab per scovare i dipendenti corrotti

(Agenzie) Il ministro della salute iracheno Mahmoud Adila adotta un nuovo metodo investigativo contro i dipendenti corrotti: indossare il niqab. Coperto dal velo che lascia visibili solo gli occhi, il ministro si è recato in visita presso un ospedale statale iracheno e ha tentato di corrompere i suoi dipendenti. Nonostante quello della corruzione sia un […]

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Corso Base Gennaio 2015 – in collaborazione con Village Universel

Un nuovo Corso di Arabo Base che l’Associazione Culturale Arabismo organizza in collaborazione con Village Universel, una piattafroma multiservizi nel cuore del quartiere multietnico di Centocelle, a Roma. Il Corso si rivolge a chiunque abbia voglia di imparare l’Arabo moderno! Della durata di 40 ore, si terrà tutti i giovedì dalle 18 alle 20 in […]

Corso Base Gennaio 2015 – in collaborazione con Village Universel

Un nuovo Corso di Arabo Base che l’Associazione Culturale Arabismo organizza in collaborazione con Village Universel, una piattafroma multiservizi nel cuore del quartiere multietnico di Centocelle, a Roma. Il Corso si rivolge a chiunque abbia voglia di imparare l’Arabo moderno! Della durata di 40 ore, si terrà tutti i giovedì dalle 18 alle 20 in […]

Corso Base Gennaio 2015 – in collaborazione con Village Universel

Un nuovo Corso di Arabo Base che l’Associazione Culturale Arabismo organizza in collaborazione con Village Universel, una piattafroma multiservizi nel cuore del quartiere multietnico di Centocelle, a Roma. Il Corso si rivolge a chiunque abbia voglia di imparare l’Arabo moderno! Della durata di 40 ore, si terrà tutti i giovedì dalle 18 alle 20 in […]

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Un nuovo Corso di Arabo Base che l’Associazione Culturale Arabismo organizza in collaborazione con Village Universel, una piattafroma multiservizi nel cuore del quartiere multietnico di Centocelle, a Roma. Il Corso si rivolge a chiunque abbia voglia di imparare l’Arabo moderno! Della durata di 40 ore, si terrà tutti i giovedì dalle 18 alle 20 in […]

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Un nuovo Corso di Arabo Base che l’Associazione Culturale Arabismo organizza in collaborazione con Village Universel, una piattafroma multiservizi nel cuore del quartiere multietnico di Centocelle, a Roma. Il Corso si rivolge a chiunque abbia voglia di imparare l’Arabo moderno! Della durata di 40 ore, si terrà tutti i giovedì dalle 18 alle 20 in […]

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Un nuovo Corso di Arabo Base che l’Associazione Culturale Arabismo organizza in collaborazione con Village Universel, una piattafroma multiservizi nel cuore del quartiere multietnico di Centocelle, a Roma. Il Corso si rivolge a chiunque abbia voglia di imparare l’Arabo moderno! Della durata di 40 ore, si terrà tutti i giovedì dalle 18 alle 20 in […]

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Le 10 donne musulmane che hanno fatto notizia nel 2014

Di Dina al-Shibeeb. Al-Arabiya (15/12/2014). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo. Nel 2014 alcune donne musulmane sono state in prima linea nella demolizione degli stereotipi, distinguendosi per il loro coraggio. Maryam al-Mansouri Maryam, una combattente e pilota emiratina, è diventata famosa per aver guidato, con il suo F-16, gli attacchi aerei degli Emirati Arabi Uniti […]

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Arabia Saudita: re Abdel-Aziz ricoverato

(Agenzie). Il re saudita,  Abdullah bin Abdel-Aziz, è stato ricoverato in un ospedale di Riyadh per delle analisi. La corte reale tuttavia non ha fornito ulteriori dettagli. Già nel novembre 2012 il monarca saudita, che ha 90 anni, aveva subito un intervento chirurgico. Da allora aveva evitato di lasciare il paese, delegando molto al principe erede […]

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Tunisia: Essebsi giura come presidente

(Agenzie). Beji Caid Essebsi ha prestato giuramento come primo presidente democraticamente eletto della Tunisia, dopo la rivoluzione del 2011 che ha spodestato Ben Ali. Essebsi ha sconfitto il presidente ad interim Moncef Marzouki nel ballottaggio presidenziale il 21 dicembre scorso. Essebsi, il leader del partito laico Nidaa Tounes, ha vinto con il 55.68% dei voti. Il nuovo […]

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Egitto: espansione zona cuscinetto Gaza

(Agenzie) Le autorità egiziane hanno annunciato che la prossima settimana inizieranno i lavori per l’ampliamento della zona cuscinetto lungo il confine con la Striscia di Gaza con lo scopo di prevenire l’infiltrazione di militanti dall’enclave palestinese. L’area della zona verrà raddoppiata (altri 500 metri) lungo i 10 km di frontiera. Le autorità hanno ordinato l’evacuazione delle […]

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Netanyahu accusato di aver provocato chiusura canale TV contro guerra di Gaza

Al-Jazeera. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, è stato incolpato per la chiusura del famoso Canale 1o, che smetterà di trasmettere oggi, 31 dicembre, ultimo giorno della sua licenza. La rete televisiva doveva saldare un debito di 9 milioni di dollari con lo Stato per poter rinnovare la sua licenza. La chiusura del canale è un segno […]

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Nimat Hafez Barazangi

Linko qui la traduzione di un articolo che ho effettuato per Athenea Digital, una rivista della UAB, Università Autonoma de Barcelona con l’introduzione che l’accompagna. Buona lettura Epistemologia y Educacion: Nimat Hafez Barazangi La autoidentidad de la mujer musulmana   … Continua a leggere

Nimat Hafez Barazangi
letturearabe di Jolanda Guardi
letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

Nimat Hafez Barazangi

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letturearabe di Jolanda Guardi
letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

Nimat Hafez Barazangi

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Nimat Hafez Barazangi

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letturearabe di Jolanda Guardi
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letturearabe di Jolanda Guardi – Ho sempre immaginato che il paradiso fosse una sorta di biblioteca (J. L. Borges)

Palestina: l’ONU boccia risoluzione su fine occupazione

(Agenzie) Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha bocciato la bozza di risoluzione appoggiata dal mondo arabo che richiede la fine dell’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele nell’arco di tre anni. La mozione non è riuscita a ottenere il minimo di nove voti dai 15 membri del Consiglio, tra i quali USA e Australia hanno […]

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#Homs, #Siria – 30 dicembre 2014 – Prosegue per il quarto giorno consecutivo lo…

#Homs, #Siria – 30 dicembre 2014 –
Prosegue per il quarto giorno consecutivo lo sciopero della fame iniziato sabato scorso da decine di prigionieri della prigione centrale di Homs in segno di protesta per quella che è da loro considerata una …


Chronik-Fotos
#Homs, #Siria – 30 dicembre 2014 –
Prosegue per il quarto giorno consecutivo lo sciopero della fame iniziato sabato scorso da decine di prigionieri della prigione centrale di Homs in segno di protesta per quella che è da loro considerata una detenzione arbitraria ed illegale. Molti si trovano ancora in attesa di giudizio mentre altri sono stati condannati senza processo, secondo quanto da loro affermato.

Video
https://youtu.be/uDL207lXoco (30 dicembre 2014)
https://youtu.be/gd6HMrqHSTg (27 dicembre 2014)
https://youtu.be/IlY4oFOrn78 (29 dicembre 2014)
Testimonianza di un detenuto della prigione
http://youtu.be/jQ8D8G81KIw

Foto scattata oggi all’interno della prigione. Continua a leggere

#Homs, #Siria – 30 dicembre 2014 – Prosegue per il quarto giorno consecutivo lo…

#Homs, #Siria – 30 dicembre 2014 –
Prosegue per il quarto giorno consecutivo lo sciopero della fame iniziato sabato scorso da decine di prigionieri della prigione centrale di Homs in segno di protesta per quella che è da loro considerata una detenzione arbitraria ed illegale. Molti si trovano ancora in attesa di giudizio mentre altri sono stati condannati senza processo, secondo quanto da loro affermato.

Video
https://youtu.be/uDL207lXoco (30 dicembre 2014)
https://youtu.be/gd6HMrqHSTg (27 dicembre 2014)
https://youtu.be/IlY4oFOrn78 (29 dicembre 2014)
Testimonianza di un detenuto della prigione
http://youtu.be/jQ8D8G81KIw

Foto scattata oggi all’interno della prigione.

Islamic State: a threat to South East Asia (Afghanistan, Pakistan, India) and to Nato-Resolute Support Mission?

by Claudio Bertolotti
The Islamic State of Iraq and Levant (ISIL, ISIS, or more simply IS) is attempting to expand its influence from the Middle East to Asia, in particular to Pakistan, India and Afghanistan.
A possible confirmation of the results obtained by the Jihadi-group linked to the IS could be confirmed by the 4th of October declaration of allegiance of a part of the Pakistani Taliban (Tehreek-e-Taliban Pakistan, TTP) to the group and its chief, Abu Bakr al-Baghdadi (the self-appointed Caliph Abu Bakr al-Baghdadi Qureshi al Hussaini). The TTP is still formally allied with al Qaeda, and operates mainly in Pakistan’s northwestern tribal areas near the border with Afghanistan.
It is reported that Shahidullah Shahid, the TTP’ spokesman, and five senior members and important regional leaders of the movement vowed allegiance to the IS; in particular the leaders who declared their support to the IS are the regional heads in the northwestern cities of Peshawar, Hangu, the Orakzai, Kurram and Khyber tribal areas (in total is assessed the amount of the defecting groups could involve 700/1000 fighters).
This event, which could underscores divisions among Islamist Armed Opposition Groups as the IS rises, marked the first instance of a major contingent of Taliban figures signaling, on the one hand, a renouncement of fealty to the Afghan Taliban’s leader, Mullah Mohammad Omar; on the other hand, this shift in loyalties could, firstly, weaken the Afghan Taliban and, secondly, create more vulnerabilities to the Pakistan and Afghanistan states because of the violence and the aggressive policy largely used by the IS in Iraq and Syria.
But, what is important to underline is that, even if these commanders could remain part of the Pakistani Taliban’s organization, they will probably represent IS in Pakistan.
 
IS, Al-Qaeda and Jihadi propaganda in Pakistan, Afghanistan and India: weakness and strengths.
There are signs that the IS could gain grip in South East Asian countries, in particular in Pakistan, thanks to propaganda and recruitment activities. In October, a manifesto was distributed in Peshawar areas, inviting people to join the group in order to establish a Muslim caliphate; at the same time stickers and wall drawings have been spotted, as well as sporting IS t-shirts have been distributed within Indian Muslim areas.
In addition, open sources reported that some Pakistanis and Afghanis are operating in Syria and Iraq fighting under the IS flag, as well as some Indians joined IS.
As response, Al-Qaeda is actively reacting to IS initiatives. One example is represented by the video message released by the Al Qaeda head, Ayman al-Zawahiri, announcing the establishment of a new group named “Qaedat al-Jihad in the Indian subcontinent”. This initiative, after a long-silence period, could be read as a sign that al-Qaeda is reacting to the IS pressure and “successes” in the Middle East and the attempt to penetrate South East Asia.
In the message, Zawahiri discussed “differences and discord” among jihadists – with possible reference to IS – and called Jihadi fighters to unite, invoking Osama bin Laden, insisting on the concepts of artificial borders (to be deleted) and the “Tawhid” (monotheism).
Simultaneously, the competition is conducted on the “virtual” front through social media campaigns on “Twitter”, “Facebook”, “Youtube”, “Instagram”; in this case IS is winning the competition thanks to an aggressive, effective and successful communication strategy based on western approach and methods.
It is clear that these simultaneous efforts aimed to recruiting fighters and supporters are signs that both the groups are in competition for the dominance in the region, with al Qaeda in trouble seeking to reassert its supremacy as a bursting IS raises in attractiveness.
 
Brief Analysis
On the one hand, the sum and the connections of the dynamics deriving from the entry of a new group in the area of Afghanistan, Pakistan and India, could drive to more violence; as consequence tensions will rise increasing divisions among the groups, in particular involving  more communities and armed opposition groups, religious minorities in Pakistan, India and Afghanistan, as well as non-Sunni Muslims, and those Jihadists consider as heretics. It is assessed that overall violence in the region is likely to rise because if a group is conducting a more aggressive campaign, the other groups will also escalate their activities and initiatives. This could be a direct threat to the stability of Afghanistan and to the US and Nato’s role in the country.
On the other hand, as consequence of the changed equilibrium, Al Qaeda and the IS have significantly stepped up their recruiting efforts in Pakistan and in other South East Asian countries; it changed the regional dynamics: a change which must stimulate analysts and governments to pay attention to the competition between the two groups to enlist radicalized fighters. Fighters that, in particular, could be involved in local conflicts as well as in the global jihad carried out by the IS supporters and leaders.
On the “market” of the regional Jihad there are now two different and contending brands: the traditional “Al-Qaeda style” and the modern and fashionable Islamic State. The second one continues to gain followers.

Islamic State: a threat to South East Asia (Afghanistan, Pakistan, India) and to Nato-Resolute Support Mission?

by Claudio Bertolotti
The Islamic State of Iraq and Levant (ISIL, ISIS, or more simply IS) is attempting to expand its influence from the Middle East to Asia, in particular to Pakistan, India and Afghanistan.
A possible confirmation of the results obtained by the Jihadi-group linked to the IS could be confirmed by the 4th of October declaration of allegiance of a part of the Pakistani Taliban (Tehreek-e-Taliban Pakistan, TTP) to the group and its chief, Abu Bakr al-Baghdadi (the self-appointed Caliph Abu Bakr al-Baghdadi Qureshi al Hussaini). The TTP is still formally allied with al Qaeda, and operates mainly in Pakistan’s northwestern tribal areas near the border with Afghanistan.
It is reported that Shahidullah Shahid, the TTP’ spokesman, and five senior members and important regional leaders of the movement vowed allegiance to the IS; in particular the leaders who declared their support to the IS are the regional heads in the northwestern cities of Peshawar, Hangu, the Orakzai, Kurram and Khyber tribal areas (in total is assessed the amount of the defecting groups could involve 700/1000 fighters).
This event, which could underscores divisions among Islamist Armed Opposition Groups as the IS rises, marked the first instance of a major contingent of Taliban figures signaling, on the one hand, a renouncement of fealty to the Afghan Taliban’s leader, Mullah Mohammad Omar; on the other hand, this shift in loyalties could, firstly, weaken the Afghan Taliban and, secondly, create more vulnerabilities to the Pakistan and Afghanistan states because of the violence and the aggressive policy largely used by the IS in Iraq and Syria.
But, what is important to underline is that, even if these commanders could remain part of the Pakistani Taliban’s organization, they will probably represent IS in Pakistan.
 
IS, Al-Qaeda and Jihadi propaganda in Pakistan, Afghanistan and India: weakness and strengths.
There are signs that the IS could gain grip in South East Asian countries, in particular in Pakistan, thanks to propaganda and recruitment activities. In October, a manifesto was distributed in Peshawar areas, inviting people to join the group in order to establish a Muslim caliphate; at the same time stickers and wall drawings have been spotted, as well as sporting IS t-shirts have been distributed within Indian Muslim areas.
In addition, open sources reported that some Pakistanis and Afghanis are operating in Syria and Iraq fighting under the IS flag, as well as some Indians joined IS.
As response, Al-Qaeda is actively reacting to IS initiatives. One example is represented by the video message released by the Al Qaeda head, Ayman al-Zawahiri, announcing the establishment of a new group named “Qaedat al-Jihad in the Indian subcontinent”. This initiative, after a long-silence period, could be read as a sign that al-Qaeda is reacting to the IS pressure and “successes” in the Middle East and the attempt to penetrate South East Asia.
In the message, Zawahiri discussed “differences and discord” among jihadists – with possible reference to IS – and called Jihadi fighters to unite, invoking Osama bin Laden, insisting on the concepts of artificial borders (to be deleted) and the “Tawhid” (monotheism).
Simultaneously, the competition is conducted on the “virtual” front through social media campaigns on “Twitter”, “Facebook”, “Youtube”, “Instagram”; in this case IS is winning the competition thanks to an aggressive, effective and successful communication strategy based on western approach and methods.
It is clear that these simultaneous efforts aimed to recruiting fighters and supporters are signs that both the groups are in competition for the dominance in the region, with al Qaeda in trouble seeking to reassert its supremacy as a bursting IS raises in attractiveness.
 
Brief Analysis
On the one hand, the sum and the connections of the dynamics deriving from the entry of a new group in the area of Afghanistan, Pakistan and India, could drive to more violence; as consequence tensions will rise increasing divisions among the groups, in particular involving  more communities and armed opposition groups, religious minorities in Pakistan, India and Afghanistan, as well as non-Sunni Muslims, and those Jihadists consider as heretics. It is assessed that overall violence in the region is likely to rise because if a group is conducting a more aggressive campaign, the other groups will also escalate their activities and initiatives. This could be a direct threat to the stability of Afghanistan and to the US and Nato’s role in the country.
On the other hand, as consequence of the changed equilibrium, Al Qaeda and the IS have significantly stepped up their recruiting efforts in Pakistan and in other South East Asian countries; it changed the regional dynamics: a change which must stimulate analysts and governments to pay attention to the competition between the two groups to enlist radicalized fighters. Fighters that, in particular, could be involved in local conflicts as well as in the global jihad carried out by the IS supporters and leaders.
On the “market” of the regional Jihad there are now two different and contending brands: the traditional “Al-Qaeda style” and the modern and fashionable Islamic State. The second one continues to gain followers.

Islamic State: a threat to South East Asia (Afghanistan, Pakistan, India) and to Nato-Resolute Support Mission?

by Claudio Bertolotti
The Islamic State of Iraq and Levant (ISIL, ISIS, or more simply IS) is attempting to expand its influence from the Middle East to Asia, in particular to Pakistan, India and Afghanistan.
A possible confirmation of the results obtained by the Jihadi-group linked to the IS could be confirmed by the 4th of October declaration of allegiance of a part of the Pakistani Taliban (Tehreek-e-Taliban Pakistan, TTP) to the group and its chief, Abu Bakr al-Baghdadi (the self-appointed Caliph Abu Bakr al-Baghdadi Qureshi al Hussaini). The TTP is still formally allied with al Qaeda, and operates mainly in Pakistan’s northwestern tribal areas near the border with Afghanistan.
It is reported that Shahidullah Shahid, the TTP’ spokesman, and five senior members and important regional leaders of the movement vowed allegiance to the IS; in particular the leaders who declared their support to the IS are the regional heads in the northwestern cities of Peshawar, Hangu, the Orakzai, Kurram and Khyber tribal areas (in total is assessed the amount of the defecting groups could involve 700/1000 fighters).
This event, which could underscores divisions among Islamist Armed Opposition Groups as the IS rises, marked the first instance of a major contingent of Taliban figures signaling, on the one hand, a renouncement of fealty to the Afghan Taliban’s leader, Mullah Mohammad Omar; on the other hand, this shift in loyalties could, firstly, weaken the Afghan Taliban and, secondly, create more vulnerabilities to the Pakistan and Afghanistan states because of the violence and the aggressive policy largely used by the IS in Iraq and Syria.
But, what is important to underline is that, even if these commanders could remain part of the Pakistani Taliban’s organization, they will probably represent IS in Pakistan.
 
IS, Al-Qaeda and Jihadi propaganda in Pakistan, Afghanistan and India: weakness and strengths.
There are signs that the IS could gain grip in South East Asian countries, in particular in Pakistan, thanks to propaganda and recruitment activities. In October, a manifesto was distributed in Peshawar areas, inviting people to join the group in order to establish a Muslim caliphate; at the same time stickers and wall drawings have been spotted, as well as sporting IS t-shirts have been distributed within Indian Muslim areas.
In addition, open sources reported that some Pakistanis and Afghanis are operating in Syria and Iraq fighting under the IS flag, as well as some Indians joined IS.
As response, Al-Qaeda is actively reacting to IS initiatives. One example is represented by the video message released by the Al Qaeda head, Ayman al-Zawahiri, announcing the establishment of a new group named “Qaedat al-Jihad in the Indian subcontinent”. This initiative, after a long-silence period, could be read as a sign that al-Qaeda is reacting to the IS pressure and “successes” in the Middle East and the attempt to penetrate South East Asia.
In the message, Zawahiri discussed “differences and discord” among jihadists – with possible reference to IS – and called Jihadi fighters to unite, invoking Osama bin Laden, insisting on the concepts of artificial borders (to be deleted) and the “Tawhid” (monotheism).
Simultaneously, the competition is conducted on the “virtual” front through social media campaigns on “Twitter”, “Facebook”, “Youtube”, “Instagram”; in this case IS is winning the competition thanks to an aggressive, effective and successful communication strategy based on western approach and methods.
It is clear that these simultaneous efforts aimed to recruiting fighters and supporters are signs that both the groups are in competition for the dominance in the region, with al Qaeda in trouble seeking to reassert its supremacy as a bursting IS raises in attractiveness.
 
Brief Analysis
On the one hand, the sum and the connections of the dynamics deriving from the entry of a new group in the area of Afghanistan, Pakistan and India, could drive to more violence; as consequence tensions will rise increasing divisions among the groups, in particular involving  more communities and armed opposition groups, religious minorities in Pakistan, India and Afghanistan, as well as non-Sunni Muslims, and those Jihadists consider as heretics. It is assessed that overall violence in the region is likely to rise because if a group is conducting a more aggressive campaign, the other groups will also escalate their activities and initiatives. This could be a direct threat to the stability of Afghanistan and to the US and Nato’s role in the country.
On the other hand, as consequence of the changed equilibrium, Al Qaeda and the IS have significantly stepped up their recruiting efforts in Pakistan and in other South East Asian countries; it changed the regional dynamics: a change which must stimulate analysts and governments to pay attention to the competition between the two groups to enlist radicalized fighters. Fighters that, in particular, could be involved in local conflicts as well as in the global jihad carried out by the IS supporters and leaders.
On the “market” of the regional Jihad there are now two different and contending brands: the traditional “Al-Qaeda style” and the modern and fashionable Islamic State. The second one continues to gain followers.

Islamic State: a threat to South East Asia (Afghanistan, Pakistan, India) and to Nato-Resolute Support Mission?

by Claudio Bertolotti
The Islamic State of Iraq and Levant (ISIL, ISIS, or more simply IS) is attempting to expand its influence from the Middle East to Asia, in particular to Pakistan, India and Afghanistan.
A possible confirmation of the results obtained by the Jihadi-group linked to the IS could be confirmed by the 4th of October declaration of allegiance of a part of the Pakistani Taliban (Tehreek-e-Taliban Pakistan, TTP) to the group and its chief, Abu Bakr al-Baghdadi (the self-appointed Caliph Abu Bakr al-Baghdadi Qureshi al Hussaini). The TTP is still formally allied with al Qaeda, and operates mainly in Pakistan’s northwestern tribal areas near the border with Afghanistan.
It is reported that Shahidullah Shahid, the TTP’ spokesman, and five senior members and important regional leaders of the movement vowed allegiance to the IS; in particular the leaders who declared their support to the IS are the regional heads in the northwestern cities of Peshawar, Hangu, the Orakzai, Kurram and Khyber tribal areas (in total is assessed the amount of the defecting groups could involve 700/1000 fighters).
This event, which could underscores divisions among Islamist Armed Opposition Groups as the IS rises, marked the first instance of a major contingent of Taliban figures signaling, on the one hand, a renouncement of fealty to the Afghan Taliban’s leader, Mullah Mohammad Omar; on the other hand, this shift in loyalties could, firstly, weaken the Afghan Taliban and, secondly, create more vulnerabilities to the Pakistan and Afghanistan states because of the violence and the aggressive policy largely used by the IS in Iraq and Syria.
But, what is important to underline is that, even if these commanders could remain part of the Pakistani Taliban’s organization, they will probably represent IS in Pakistan.
 
IS, Al-Qaeda and Jihadi propaganda in Pakistan, Afghanistan and India: weakness and strengths.
There are signs that the IS could gain grip in South East Asian countries, in particular in Pakistan, thanks to propaganda and recruitment activities. In October, a manifesto was distributed in Peshawar areas, inviting people to join the group in order to establish a Muslim caliphate; at the same time stickers and wall drawings have been spotted, as well as sporting IS t-shirts have been distributed within Indian Muslim areas.
In addition, open sources reported that some Pakistanis and Afghanis are operating in Syria and Iraq fighting under the IS flag, as well as some Indians joined IS.
As response, Al-Qaeda is actively reacting to IS initiatives. One example is represented by the video message released by the Al Qaeda head, Ayman al-Zawahiri, announcing the establishment of a new group named “Qaedat al-Jihad in the Indian subcontinent”. This initiative, after a long-silence period, could be read as a sign that al-Qaeda is reacting to the IS pressure and “successes” in the Middle East and the attempt to penetrate South East Asia.
In the message, Zawahiri discussed “differences and discord” among jihadists – with possible reference to IS – and called Jihadi fighters to unite, invoking Osama bin Laden, insisting on the concepts of artificial borders (to be deleted) and the “Tawhid” (monotheism).
Simultaneously, the competition is conducted on the “virtual” front through social media campaigns on “Twitter”, “Facebook”, “Youtube”, “Instagram”; in this case IS is winning the competition thanks to an aggressive, effective and successful communication strategy based on western approach and methods.
It is clear that these simultaneous efforts aimed to recruiting fighters and supporters are signs that both the groups are in competition for the dominance in the region, with al Qaeda in trouble seeking to reassert its supremacy as a bursting IS raises in attractiveness.
 
Brief Analysis
On the one hand, the sum and the connections of the dynamics deriving from the entry of a new group in the area of Afghanistan, Pakistan and India, could drive to more violence; as consequence tensions will rise increasing divisions among the groups, in particular involving  more communities and armed opposition groups, religious minorities in Pakistan, India and Afghanistan, as well as non-Sunni Muslims, and those Jihadists consider as heretics. It is assessed that overall violence in the region is likely to rise because if a group is conducting a more aggressive campaign, the other groups will also escalate their activities and initiatives. This could be a direct threat to the stability of Afghanistan and to the US and Nato’s role in the country.
On the other hand, as consequence of the changed equilibrium, Al Qaeda and the IS have significantly stepped up their recruiting efforts in Pakistan and in other South East Asian countries; it changed the regional dynamics: a change which must stimulate analysts and governments to pay attention to the competition between the two groups to enlist radicalized fighters. Fighters that, in particular, could be involved in local conflicts as well as in the global jihad carried out by the IS supporters and leaders.
On the “market” of the regional Jihad there are now two different and contending brands: the traditional “Al-Qaeda style” and the modern and fashionable Islamic State. The second one continues to gain followers.

Islamic State: a threat to South East Asia (Afghanistan, Pakistan, India) and to Nato-Resolute Support Mission?

by Claudio Bertolotti
The Islamic State of Iraq and Levant (ISIL, ISIS, or more simply IS) is attempting to expand its influence from the Middle East to Asia, in particular to Pakistan, India and Afghanistan.
A possible confirmation of the results obtained by the Jihadi-group linked to the IS could be confirmed by the 4th of October declaration of allegiance of a part of the Pakistani Taliban (Tehreek-e-Taliban Pakistan, TTP) to the group and its chief, Abu Bakr al-Baghdadi (the self-appointed Caliph Abu Bakr al-Baghdadi Qureshi al Hussaini). The TTP is still formally allied with al Qaeda, and operates mainly in Pakistan’s northwestern tribal areas near the border with Afghanistan.
It is reported that Shahidullah Shahid, the TTP’ spokesman, and five senior members and important regional leaders of the movement vowed allegiance to the IS; in particular the leaders who declared their support to the IS are the regional heads in the northwestern cities of Peshawar, Hangu, the Orakzai, Kurram and Khyber tribal areas (in total is assessed the amount of the defecting groups could involve 700/1000 fighters).
This event, which could underscores divisions among Islamist Armed Opposition Groups as the IS rises, marked the first instance of a major contingent of Taliban figures signaling, on the one hand, a renouncement of fealty to the Afghan Taliban’s leader, Mullah Mohammad Omar; on the other hand, this shift in loyalties could, firstly, weaken the Afghan Taliban and, secondly, create more vulnerabilities to the Pakistan and Afghanistan states because of the violence and the aggressive policy largely used by the IS in Iraq and Syria.
But, what is important to underline is that, even if these commanders could remain part of the Pakistani Taliban’s organization, they will probably represent IS in Pakistan.
 
IS, Al-Qaeda and Jihadi propaganda in Pakistan, Afghanistan and India: weakness and strengths.
There are signs that the IS could gain grip in South East Asian countries, in particular in Pakistan, thanks to propaganda and recruitment activities. In October, a manifesto was distributed in Peshawar areas, inviting people to join the group in order to establish a Muslim caliphate; at the same time stickers and wall drawings have been spotted, as well as sporting IS t-shirts have been distributed within Indian Muslim areas.
In addition, open sources reported that some Pakistanis and Afghanis are operating in Syria and Iraq fighting under the IS flag, as well as some Indians joined IS.
As response, Al-Qaeda is actively reacting to IS initiatives. One example is represented by the video message released by the Al Qaeda head, Ayman al-Zawahiri, announcing the establishment of a new group named “Qaedat al-Jihad in the Indian subcontinent”. This initiative, after a long-silence period, could be read as a sign that al-Qaeda is reacting to the IS pressure and “successes” in the Middle East and the attempt to penetrate South East Asia.
In the message, Zawahiri discussed “differences and discord” among jihadists – with possible reference to IS – and called Jihadi fighters to unite, invoking Osama bin Laden, insisting on the concepts of artificial borders (to be deleted) and the “Tawhid” (monotheism).
Simultaneously, the competition is conducted on the “virtual” front through social media campaigns on “Twitter”, “Facebook”, “Youtube”, “Instagram”; in this case IS is winning the competition thanks to an aggressive, effective and successful communication strategy based on western approach and methods.
It is clear that these simultaneous efforts aimed to recruiting fighters and supporters are signs that both the groups are in competition for the dominance in the region, with al Qaeda in trouble seeking to reassert its supremacy as a bursting IS raises in attractiveness.
 
Brief Analysis
On the one hand, the sum and the connections of the dynamics deriving from the entry of a new group in the area of Afghanistan, Pakistan and India, could drive to more violence; as consequence tensions will rise increasing divisions among the groups, in particular involving  more communities and armed opposition groups, religious minorities in Pakistan, India and Afghanistan, as well as non-Sunni Muslims, and those Jihadists consider as heretics. It is assessed that overall violence in the region is likely to rise because if a group is conducting a more aggressive campaign, the other groups will also escalate their activities and initiatives. This could be a direct threat to the stability of Afghanistan and to the US and Nato’s role in the country.
On the other hand, as consequence of the changed equilibrium, Al Qaeda and the IS have significantly stepped up their recruiting efforts in Pakistan and in other South East Asian countries; it changed the regional dynamics: a change which must stimulate analysts and governments to pay attention to the competition between the two groups to enlist radicalized fighters. Fighters that, in particular, could be involved in local conflicts as well as in the global jihad carried out by the IS supporters and leaders.
On the “market” of the regional Jihad there are now two different and contending brands: the traditional “Al-Qaeda style” and the modern and fashionable Islamic State. The second one continues to gain followers.

Islamic State: a threat to South East Asia (Afghanistan, Pakistan, India) and to Nato-Resolute Support Mission?

by Claudio Bertolotti
The Islamic State of Iraq and Levant (ISIL, ISIS, or more simply IS) is attempting to expand its influence from the Middle East to Asia, in particular to Pakistan, India and Afghanistan.
A possible confirmation of the results obtained by the Jihadi-group linked to the IS could be confirmed by the 4th of October declaration of allegiance of a part of the Pakistani Taliban (Tehreek-e-Taliban Pakistan, TTP) to the group and its chief, Abu Bakr al-Baghdadi (the self-appointed Caliph Abu Bakr al-Baghdadi Qureshi al Hussaini). The TTP is still formally allied with al Qaeda, and operates mainly in Pakistan’s northwestern tribal areas near the border with Afghanistan.
It is reported that Shahidullah Shahid, the TTP’ spokesman, and five senior members and important regional leaders of the movement vowed allegiance to the IS; in particular the leaders who declared their support to the IS are the regional heads in the northwestern cities of Peshawar, Hangu, the Orakzai, Kurram and Khyber tribal areas (in total is assessed the amount of the defecting groups could involve 700/1000 fighters).
This event, which could underscores divisions among Islamist Armed Opposition Groups as the IS rises, marked the first instance of a major contingent of Taliban figures signaling, on the one hand, a renouncement of fealty to the Afghan Taliban’s leader, Mullah Mohammad Omar; on the other hand, this shift in loyalties could, firstly, weaken the Afghan Taliban and, secondly, create more vulnerabilities to the Pakistan and Afghanistan states because of the violence and the aggressive policy largely used by the IS in Iraq and Syria.
But, what is important to underline is that, even if these commanders could remain part of the Pakistani Taliban’s organization, they will probably represent IS in Pakistan.
 
IS, Al-Qaeda and Jihadi propaganda in Pakistan, Afghanistan and India: weakness and strengths.
There are signs that the IS could gain grip in South East Asian countries, in particular in Pakistan, thanks to propaganda and recruitment activities. In October, a manifesto was distributed in Peshawar areas, inviting people to join the group in order to establish a Muslim caliphate; at the same time stickers and wall drawings have been spotted, as well as sporting IS t-shirts have been distributed within Indian Muslim areas.
In addition, open sources reported that some Pakistanis and Afghanis are operating in Syria and Iraq fighting under the IS flag, as well as some Indians joined IS.
As response, Al-Qaeda is actively reacting to IS initiatives. One example is represented by the video message released by the Al Qaeda head, Ayman al-Zawahiri, announcing the establishment of a new group named “Qaedat al-Jihad in the Indian subcontinent”. This initiative, after a long-silence period, could be read as a sign that al-Qaeda is reacting to the IS pressure and “successes” in the Middle East and the attempt to penetrate South East Asia.
In the message, Zawahiri discussed “differences and discord” among jihadists – with possible reference to IS – and called Jihadi fighters to unite, invoking Osama bin Laden, insisting on the concepts of artificial borders (to be deleted) and the “Tawhid” (monotheism).
Simultaneously, the competition is conducted on the “virtual” front through social media campaigns on “Twitter”, “Facebook”, “Youtube”, “Instagram”; in this case IS is winning the competition thanks to an aggressive, effective and successful communication strategy based on western approach and methods.
It is clear that these simultaneous efforts aimed to recruiting fighters and supporters are signs that both the groups are in competition for the dominance in the region, with al Qaeda in trouble seeking to reassert its supremacy as a bursting IS raises in attractiveness.
 
Brief Analysis
On the one hand, the sum and the connections of the dynamics deriving from the entry of a new group in the area of Afghanistan, Pakistan and India, could drive to more violence; as consequence tensions will rise increasing divisions among the groups, in particular involving  more communities and armed opposition groups, religious minorities in Pakistan, India and Afghanistan, as well as non-Sunni Muslims, and those Jihadists consider as heretics. It is assessed that overall violence in the region is likely to rise because if a group is conducting a more aggressive campaign, the other groups will also escalate their activities and initiatives. This could be a direct threat to the stability of Afghanistan and to the US and Nato’s role in the country.
On the other hand, as consequence of the changed equilibrium, Al Qaeda and the IS have significantly stepped up their recruiting efforts in Pakistan and in other South East Asian countries; it changed the regional dynamics: a change which must stimulate analysts and governments to pay attention to the competition between the two groups to enlist radicalized fighters. Fighters that, in particular, could be involved in local conflicts as well as in the global jihad carried out by the IS supporters and leaders.
On the “market” of the regional Jihad there are now two different and contending brands: the traditional “Al-Qaeda style” and the modern and fashionable Islamic State. The second one continues to gain followers.

Tunisia nel 2014: un anno per tornare al secolarismo

Di Marwan Shalala. Elaph (30/12/2014). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. La Tunisia ha scelto il 2014 per essere presa a modello come esperienza democratica, soddisfacendo quelle richieste che presero vita nel 2011 nella cosiddetta “rivoluzione dei gelsomini” scatenando un’ondata arrivata fino in Libia, Egitto, Yemen e Siria. Non c’è dubbio che l’esperienza democratica tunisina sia […]

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Deviations libanesi

Come si legge nella descrizione della pagina Facebook, dopo Los Angeles, Tokyo e Londra, il marchio Deviations ha scelto il Libano come sede dei suoi abiti “Dress in Peace”. Gli stilisti Amer Jabali e Daniele Kiridijian si sono incontrati a quanto dichiarano per dare ad ogni donna la propria identità e personalità. Un look d’avanguardia con […]

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#Siria – 30 dicembre 2014 – Le forze governative siriane hanno ripreso questa m…

#Siria – 30 dicembre 2014 –
Le forze governative siriane hanno ripreso questa mattina i bombardamenti su diverse zone controllate dall’opposizione conducendo attacchi aerei su aree nelle province di Homs, Hama, Idlib e Damasco. Due attacchi aerei, …


Chronik-Fotos
#Siria – 30 dicembre 2014 –
Le forze governative siriane hanno ripreso questa mattina i bombardamenti su diverse zone controllate dall’opposizione conducendo attacchi aerei su aree nelle province di Homs, Hama, Idlib e Damasco. Due attacchi aerei, cui sono seguiti colpi di artiglieria, hanno colpito il quartiere densamente popolato di Waer, nella città di Homs, uccidendo una bambina e causando diversi feriti tra i civili, mentre altri barili esplosivi sono stati sganciati dagli elicotteri militari siriani sulla citadina di Talbisah.
A Damasco, almeno 8 gli attacchi aerei condotti sul distretto di Jobar, mentre altri 6 barili esplosivi hanno colpito il sobborgo di Daraya, nella regione della Ghouta occidentale.

– Homs

I primi momenti dopo i bombardamenti aerei condotti dall’aviazione siriana sul quartiere di Waer a Homs
http://youtu.be/HysNrjXeYEw
Fumo nelle strade del quartiere di Waer
http://youtu.be/3euNkGxyrZk
Fumo si leva dal quartiere di Waer dopo la caduta di un barile esplosivo sganciato da un velivolo militare del regime
http://youtu.be/cfG5_fBnHQM

Bombardamenti aerei dell’aviazione siriana sulla cittadina di Talbisah
http://youtu.be/4lLgv1Zsnog
Video che mostra il momento in cui un terzo barile esplosivo colpisce Talbisah
http://youtu.be/fIYOoTsHB68
[Foto] Un bambino rimasto ferito nei bombardamenti su Talbisah
http://bit.ly/1A7JCih

– Damasco

Video che mostra il momento in cui un elicottero militare del regime sgancia quattro bombe barile sul sobborgo di Daraya
https://youtu.be/gboJdgmSljY

– Hama

Il momento in cui un barile esplosivo sganciato da un elicottero siriano colpisce la località di Lattameneh in provincia di Hama
https://youtu.be/oFfil3iVcbM
https://youtu.be/2HOT3I4NpX0

La foto è stata scattata nel quartiere densamente popolato di Waer, nella città di Homs, dopo un attacco aereo dell’aviazione siriana. Continua a leggere

#Siria – 30 dicembre 2014 – Le forze governative siriane hanno ripreso questa m…

#Siria – 30 dicembre 2014 –
Le forze governative siriane hanno ripreso questa mattina i bombardamenti su diverse zone controllate dall’opposizione conducendo attacchi aerei su aree nelle province di Homs, Hama, Idlib e Damasco. Due attacchi aerei, cui sono seguiti colpi di artiglieria, hanno colpito il quartiere densamente popolato di Waer, nella città di Homs, uccidendo una bambina e causando diversi feriti tra i civili, mentre altri barili esplosivi sono stati sganciati dagli elicotteri militari siriani sulla citadina di Talbisah.
A Damasco, almeno 8 gli attacchi aerei condotti sul distretto di Jobar, mentre altri 6 barili esplosivi hanno colpito il sobborgo di Daraya, nella regione della Ghouta occidentale.

– Homs

I primi momenti dopo i bombardamenti aerei condotti dall’aviazione siriana sul quartiere di Waer a Homs
http://youtu.be/HysNrjXeYEw
Fumo nelle strade del quartiere di Waer
http://youtu.be/3euNkGxyrZk
Fumo si leva dal quartiere di Waer dopo la caduta di un barile esplosivo sganciato da un velivolo militare del regime
http://youtu.be/cfG5_fBnHQM

Bombardamenti aerei dell’aviazione siriana sulla cittadina di Talbisah
http://youtu.be/4lLgv1Zsnog
Video che mostra il momento in cui un terzo barile esplosivo colpisce Talbisah
http://youtu.be/fIYOoTsHB68
[Foto] Un bambino rimasto ferito nei bombardamenti su Talbisah
http://bit.ly/1A7JCih

– Damasco

Video che mostra il momento in cui un elicottero militare del regime sgancia quattro bombe barile sul sobborgo di Daraya
https://youtu.be/gboJdgmSljY

– Hama

Il momento in cui un barile esplosivo sganciato da un elicottero siriano colpisce la località di Lattameneh in provincia di Hama
https://youtu.be/oFfil3iVcbM
https://youtu.be/2HOT3I4NpX0

La foto è stata scattata nel quartiere densamente popolato di Waer, nella città di Homs, dopo un attacco aereo dell’aviazione siriana.

Palestina: Israele permette a 45 studenti di lasciare Gaza

(Agenzie) Israele ha dato il permesso a 45 studenti palestinesi iscritti in scuole all’estero di lasciare la Striscia di Gaza attraverso il valico di Erez, secondo quanto riportato da Maher Abu Saba, capo dell’Autorità di Frontiera palestinese. Abu Saba ha dichiarato che la decisione è stata presa dopo che decine di studenti sono rimasti bloccati all’interno […]

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Gli Stati Uniti e il mancato accordo di pace tra Israele e Palestina nel 2014

Di Lara Jakes. Al-Arabiya (22/12/2014). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio. Di recente, John Kerry si è recato in Giordania con l’obiettivo di cercare un’alternativa ai piani palestinesi di allontanamento immediato di Israele dai Territori Occupati. Se, da un lato, tale visita ha rappresentato una vittoria, seppur parziale, dall’altro, ha dimostrato l’impossibilità per Kerry di riprendere […]

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Giovani palestinesi fondano Book Club a Gerusalemme

(Agenzie). In collaborazione con l’unica biblioteca pubblica palestinese a Gerusalemme, è stato fondato il Dar Issaf al-Nashashibi Book Club. “Per i palestinesi che vivono a Gerusalemme non c’è libertà di espressione, movimento o educazione”, ha dichiarato Ahmad, il fondatore del Book Club. Esso comprende due gruppi differenti: quello principale è formato da 15-20 persone di età […]

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Palestina: Hamas contro il governo su ricostruzione Gaza

(Agenzie) L’ex primo ministro di Hamas Is,ail Hinayeh ha accusato il governo di unità palestinese di non aver mantenuto il suo impegno nella ricostruzione della Striscia di Gaza. In occasione della visita di alcuni ministri palestinesi nell’enclave, Haniyeh ha dichiarato che il governo non è riuscito “a mantenere i suoi impegni: non ha portato avanti la […]

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Egitto: bandita temporaneamente festa ebraica

(Agenzie) Una corte egiziana ha bandito temporaneamente la festività ebraica della commemorazione della nascita del rabbino ebraico marocchino Jacob Abu Hasira. La corte ha detto che la sua decisione era dovuta a “offese morali” fatte negli anni precedenti durante i festeggiamenti, sebbene non abbia specificato quali. Tradizionalmente, questa festività, celebrata sin dagli accordi di pace tra […]

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Turchia: ambasciata Qatar attaccata

(Agenzie). L’ambasciata del Qatar ad Ankara, nella capitale della Turchia, è stata attaccata da un uomo armato. Secondo il giornale Hurriyet, una guardia della sicurezza turca è stata ferita durante l’attacco e portata in  ospedale. Secondo quanto rilasciato dalla polizia turca, l’attentatore sarebbe già stato identificato.

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Libia: 6 milioni di dollari per domare incendi serbatoi petrolio

(Agenzie) Il governo libico riconosciuto ha concluso un contratto del valore di 6 milioni di dollari con un’azienda statunitense per spegnere gli incendi ai serbatoi di petrolio presso il porto di al-Sidr. Mohammad Bazaza, portavoce del governo, ha annunciato che i lavori inizieranno nel giro di pochi giorni. L’incendio ai serbatoi va avanti da alcuni giorni a […]

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Egitto: USA richiedono rilascio giornalisti Al-Jazeera

(Agenzie) Il Dipartimento di Stato americano ha espresso la sua “profonda preoccupazione” per la detenzione da parte dell’Egitto dei tre giornalisti di Al-Jazeera con l’accusa di legami con il terrorismo. “Continuiamo a fare pressione sul governo egiziano affinché rispetti la libertà di stampa, protegga la società civile e si attenga alla legge, cruciale per una stabilità duratura […]

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Un bilancio del sistema giudiziario egiziano nel 2014

Di Asma Ajroudi. Al-Arabiya (19/12/2014). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello. La magistratura egiziana è riuscita con successo a mantenere una presenza costante nei titoli dei media internazionali di quest’anno. Dalle centinaia di condanne a morte per i sostenitori dei Fratelli Musulmani, all’accusa di omicidio contro l’ex presidente Hosni Mubarak lasciata cadere, fino alle […]

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#DeirEzzor, #Siria – 29 dicembre 2014 – Una nuova fossa comune è stata scoperta…

#DeirEzzor, #Siria – 29 dicembre 2014 –
Una nuova fossa comune è stata scoperta oggi nella zona di Shaitat, in provincia di Deir Ezzor; piu’ di 50 i corpi ritrovati circa due settimane dopo che altri 230 sono stati ritrovati in una fossa comune nel …


Chronik-Fotos
#DeirEzzor, #Siria – 29 dicembre 2014 –
Una nuova fossa comune è stata scoperta oggi nella zona di Shaitat, in provincia di Deir Ezzor; piu’ di 50 i corpi ritrovati circa due settimane dopo che altri 230 sono stati ritrovati in una fossa comune nel deserto vicino ad al-Kashkiyeh, ad est di Deir Ezzor. Si presume che anche queste vittime siano membri della tribu’ di Shaitat, ribellatasi all’IS. Continua a leggere

#DeirEzzor, #Siria – 29 dicembre 2014 – Una nuova fossa comune è stata scoperta…

#DeirEzzor, #Siria – 29 dicembre 2014 –
Una nuova fossa comune è stata scoperta oggi nella zona di Shaitat, in provincia di Deir Ezzor; piu’ di 50 i corpi ritrovati circa due settimane dopo che altri 230 sono stati ritrovati in una fossa comune nel …


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#DeirEzzor, #Siria – 29 dicembre 2014 –
Una nuova fossa comune è stata scoperta oggi nella zona di Shaitat, in provincia di Deir Ezzor; piu’ di 50 i corpi ritrovati circa due settimane dopo che altri 230 sono stati ritrovati in una fossa comune nel deserto vicino ad al-Kashkiyeh, ad est di Deir Ezzor. Si presume che anche queste vittime siano membri della tribu’ di Shaitat, ribellatasi all’IS. Continua a leggere

#DeirEzzor, #Siria – 29 dicembre 2014 – Una nuova fossa comune è stata scoperta…

#DeirEzzor, #Siria – 29 dicembre 2014 –
Una nuova fossa comune è stata scoperta oggi nella zona di Shaitat, in provincia di Deir Ezzor; piu’ di 50 i corpi ritrovati circa due settimane dopo che altri 230 sono stati ritrovati in una fossa comune nel deserto vicino ad al-Kashkiyeh, ad est di Deir Ezzor. Si presume che anche queste vittime siano membri della tribu’ di Shaitat, ribellatasi all’IS.

Ziad Rahbani: la tradizione si fa jazz

Per i libanesi tra i 18 e i 35 anni, è considerato un vero e proprio culto. Figlio di Fairouz, l’icona musicale del paese, e del compositore Assy Rahbani, Ziad Rahbani è pianista, compositore, attore teatrale e commentatore politico.  Bambino prodigio, ha iniziato a suonare prestissimo e ha composto la sua prima opera, “Sahriye,” prima […]

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Dal Marocco, alla Spagna, alla Siria: la storia dei giovani come Hassan

Di Reyes Rincón. El País (27/12/2014). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. Fatima, una giovane di origini marocchine che vive a Barcellona da oltre 10 anni, non aveva da tempo notizie del suo amico Hassan . Sapeva solo che, tre o quattro mesi prima, se n’era andato in un Paese dell’Europa centrale, forse a cercare […]

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Svezia: altro attacco contro una moschea

(Agenzie) Un’altra moschea è stata danneggiata da un sospetto incendio doloso nella cittadina di Eslov, nella Svezia meridionale. Si tratta del terzo attacco del genere dal 25 dicembre scorso, quando ben due moschee sono state bersaglio di incendi a poche ore e a pochi metri di distanza. I servizi di sicurezza svedesi hanno aperto un’indagine in merito. […]

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Egitto: rimandato verdetto su Hamas come organizzazione terroristica

(Agenzie) Una corte egiziana ha aggiornato al prossimo 26 gennaio il verdetto nella causa per la designazione del movimento palestinese Hamas come gruppo “terroristico”. L’accusa era stata fatta dall’avvocato Samir Sabri, il quale aveva cercato di etichettare Hamas come “terrorista” sostenendo che il movimento “aveva effettuato degli attacchi in Egitto attraverso i tunnel che collegano il […]

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Siria: economia in rovina, Assad dipende dall’Iran

(Agenzie) L’economia siriana ha effettivamente cessato di funzionare e il regime del presidente Bashar al-Assad dipende completamente dai prestiti dall’Iran e da alcuni aiuti dalla Russia. Questo quanto rivelato da uno studio congiunto condotto da Nazioni Unite, Fondo Monetario Internazionale (FMI) e altri economisti indipendenti, studio che hanno riassunto in cinque punto il quadro della situazione economia siriana: […]

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Erdoğan nel 2014: la fine del secolarismo in Turchia?

Al-Arabiya (22/12/2014). Traduzione e sintesi Carlotta Caldonazzo. Giorni fa centinaia di turchi hanno manifestato ad Ankara in difesa del sistema di istruzione laico dalle riforme proposte dal Partito Giustizia e Sviluppo (AKP), al governo con una maggioranza schiacciante. La protesta, organizzata dai sindacati, è stata duramente repressa dalla polizia, che dopo aver disperso i manifestanti […]

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Sono bambine, non mogli. Parte oggi una campagna lanciata dalla società civil…

Sono bambine, non mogli.

Parte oggi una campagna lanciata dalla società civile siriana contro i “matrimoni” precoci a danno delle bambine. Il fenomeno è diffuso soprattutto nelle aree di estrema povertà causate dal conflitto e nei campi profughi, dove opulenta e spesso anziani “signori” provenienti dai paesi del Golfo Arabico comprano bambine talvolta appena dodicenni da famiglie disperate.

Voglio proprio vedere quanta visibilità avrà questa campagna su quei media che non esitano a raccontare ogni episodio di barbarie, ogni bruttura morale causata dalla guerra. Ma forse gli sforzi di chi vuol arginare la tragedia dilagante, di chi non impugna un fucile o non abbia una storia raccapricciante o lacrimevole non sono degni di essere raccontati. #ChildNotWife #BimbaNonMoglie


Chronik-Fotos
#طفلة_لا_زوجة
#ChildNotWife Continua a leggere

Sono bambine, non mogli. Parte oggi una campagna lanciata dalla società civil…

Sono bambine, non mogli.

Parte oggi una campagna lanciata dalla società civile siriana contro i “matrimoni” precoci a danno delle bambine. Il fenomeno è diffuso soprattutto nelle aree di estrema povertà causate dal conflitto e nei campi profughi, dove opulenta e spesso anziani “signori” provenienti dai paesi del Golfo Arabico comprano bambine talvolta appena dodicenni da famiglie disperate.

Voglio proprio vedere quanta visibilità avrà questa campagna su quei media che non esitano a raccontare ogni episodio di barbarie, ogni bruttura morale causata dalla guerra. Ma forse gli sforzi di chi vuol arginare la tragedia dilagante, di chi non impugna un fucile o non abbia una storia raccapricciante o lacrimevole non sono degni di essere raccontati. #ChildNotWife #BimbaNonMoglie


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Libia: tre veicoli bruciano presso ambasciata saudita a Tripoli

(Agenzie) Tre veicoli sono stati bruciati nel parcheggio dell’ambasciata saudita a Tripoli, in Libia, secondo quanto riportato da una fonte interna al ministero degli Esteri. Le autorità hanno presto spento l’incendio, che non ha causato danni o feriti. Il fatto è stato descritto come un incidente dovuto a un problema elettrico, ma l’Arabia Saudita ha inviato […]

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Giordania: presentazione risoluzione pro-Palestina

(Agenzie). Il capo negoziatore dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), Saeb Erekat, ha detto che alla bozza di risoluzione originale sulla Palestina sono stati aggiunti 8 emendamenti. Ha aggiunto anche che il Consiglio di Scurezza delle Nazioni Unite dovrebbe votarla tra martedì 30 e mercoledì 31 dicembre. Sarà la Giordania a presentare la risoluzione […]

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Siria: tribù imbracciano armi contro Daish

(Agenzie). Secondo fonti locali, gruppi di siriani appartenenti alla popolazione civile si sono uniti per formare un gruppo dal nome “Fronte di Resistenza Popolare” (Jabhat Al-Muqaawama Al-Sha’biyya) per contrastare Daish (conosciuto in occidente come ISIS). La popolazione civile in Siria subisce atrocità da parte di Daish e si dice stanca di sopportare tutto ciò. Varie […]

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Iraq: esercito lancia offensiva contro Daish a nord di Baghdad

(Agenzie) Forze irachene, con il sostegno di tribù sunnite, hanno lanciato un’offensiva per avanzare nella città di Dhuluiyah, a 90 km a nord di Baghdad, in un nuovo tentativo di espellere i combattenti Daish (conosciuto in Occidente come ISIS). Lo scorso ottobre, le forze irachene erano riuscite a recuperare gran parte della città, ma i jihadisti avevano poi lanciato […]

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Afghanistan: i talebani gridano alla “sconfitta” della NATO

(Agenzie) All’annuncio della proclamazione della fine della guerra in Afghanistan da parte della NATO, i talebani hanno risposto che la missione della coalizione guidata dagli USA è stata una “sconfitta” e che ha trascinato il Paese “in una pozza di sangue”. “L’america e i suoi alleati invasori, insieme alle organizzazioni internazionali arroganti, hanno subito una netta sconfitta […]

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Del dolore del ritorno. Prima parte

(di Najwa al Ameri* per SiriaLibano). L’ho preso nelle mie mani e sono andata. Il mio cuore. Non mi hanno mai convinto i suoi battiti fuori dal Paese. A Damasco… […]

Del dolore del ritorno. Prima parte

(di Najwa al Ameri* per SiriaLibano). L’ho preso nelle mie mani e sono andata. Il mio cuore. Non mi hanno mai convinto i suoi battiti fuori dal Paese. A Damasco… […]

2014: un anno “da montagne russe” per i negoziati sul programma nucleare iraniano

Di Majid Rafizadeh. Al-Arabiya (16/12/2014). Traduzione e sintesi di Mariacarmela Minniti. Nel 2014 i negoziati sul programma nucleare hanno rappresentato una delle questioni più controverse per la politica interna ed estera dell’Iran, tra progressi e battute d’arresto sia per la Repubblica Islamica che per le sei potenze note come P5+1 (Cina, Francia, Germania, Russia, Regno Unito […]

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Storie egiziane su Internazionale

Una donna egizia dall’espressione sorniona e curiosa, gli occhi bistrati di nero socchiusi a fessura, ci guarda dalla copertina dell’ultimo numero di Internazionale, la rivista italiana dedicata alla politica e cultura internazionale. È dedicato all’Egitto contemporaneo questo numero speciale invernale, e contiene: cinque racconti, un articolo giornalistico, una poesia, una striscia a fumetti e una … Continua a leggere

Storie egiziane su Internazionale

Una donna egizia dall’espressione sorniona e curiosa, gli occhi bistrati di nero socchiusi a fessura, ci guarda dalla copertina dell’ultimo numero di Internazionale, la rivista italiana dedicata alla politica e cultura internazionale. È dedicato all’Egitto contemporaneo questo numero speciale invernale, e contiene: cinque racconti, un articolo giornalistico, una poesia, una striscia a fumetti e una … Continua a leggere

#Siria – 28 dicembre 2014 – La coalizione internazionale ha lanciato attacchi a…

#Siria – 28 dicembre 2014 –
La coalizione internazionale ha lanciato attacchi aerei nella giornata di domenica su diverse zone della provincia di Aleppo e di Raqqa sotto il controllo dello Stato Islamico (IS); in particolare, sei attacchi aerei …


Chronik-Fotos
#Siria – 28 dicembre 2014 –
La coalizione internazionale ha lanciato attacchi aerei nella giornata di domenica su diverse zone della provincia di Aleppo e di Raqqa sotto il controllo dello Stato Islamico (IS); in particolare, sei attacchi aerei hanno colpito una fabbrica di mattoni vicino alla città di Raqqa, distruggendola completamente, ed altri due attacchi hanno colpito la località di Akairshi, mentre nella provincia di Aleppo, decine di membri dell’IS sarebbero rimasti uccisi o feriti nell’attacco aereo che ha colpito il centro culturale nella cittadina di Jarablous. In serata bombardamenti aerei hanno colpito anche la cittadina di Al Bab.
Inoltre, violenti scontri tra membri dell’IS e forze del regime si sono verificati nei pressi di Safirah, in provincia di Aleppo, in un tentativo dell’IS di avanzare e prenderne il controllo.
In provincia di Homs, le località di Houla e Talbisah hanno subito bombardamenti con colpi di artiglieria da parte delle forze governative siriane, così come il quartiere di Waer nella città stessa di Homs, mentre velivoli militari del regime hanno bombardato la zona di Maarat Masreen, in provincia di Idlib, causando delle vittime.
A Damasco, scontri tra forze dell’opposizione e del regime si sono svolti nella località montuosa di Zabadani, che ha inoltre subito bombardamenti con artiglieria da parte delle forze del regime.

Fumo che si leva dalla zona intorno all’aeroporto militare di Taftanaz dopo un attacco aereo dell’aviazione siriana
http://youtu.be/Qyn4oxBlRmk
Fumo che si leva da Talbisah a causa dei bombardamenti da parte di carri armati siriani
https://youtu.be/1KSnnKLG1Ls

Foto scattata nel quartiere di Bestan Al Basha ad Aleppo.
http://on.fb.me/1COZPfM Continua a leggere

#Siria – 28 dicembre 2014 – La coalizione internazionale ha lanciato attacchi a…

#Siria – 28 dicembre 2014 –
La coalizione internazionale ha lanciato attacchi aerei nella giornata di domenica su diverse zone della provincia di Aleppo e di Raqqa sotto il controllo dello Stato Islamico (IS); in particolare, sei attacchi aerei …


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#Siria – 28 dicembre 2014 –
La coalizione internazionale ha lanciato attacchi aerei nella giornata di domenica su diverse zone della provincia di Aleppo e di Raqqa sotto il controllo dello Stato Islamico (IS); in particolare, sei attacchi aerei hanno colpito una fabbrica di mattoni vicino alla città di Raqqa, distruggendola completamente, ed altri due attacchi hanno colpito la località di Akairshi, mentre nella provincia di Aleppo, decine di membri dell’IS sarebbero rimasti uccisi o feriti nell’attacco aereo che ha colpito il centro culturale nella cittadina di Jarablous. In serata bombardamenti aerei hanno colpito anche la cittadina di Al Bab.
Inoltre, violenti scontri tra membri dell’IS e forze del regime si sono verificati nei pressi di Safirah, in provincia di Aleppo, in un tentativo dell’IS di avanzare e prenderne il controllo.
In provincia di Homs, le località di Houla e Talbisah hanno subito bombardamenti con colpi di artiglieria da parte delle forze governative siriane, così come il quartiere di Waer nella città stessa di Homs, mentre velivoli militari del regime hanno bombardato la zona di Maarat Masreen, in provincia di Idlib, causando delle vittime.
A Damasco, scontri tra forze dell’opposizione e del regime si sono svolti nella località montuosa di Zabadani, che ha inoltre subito bombardamenti con artiglieria da parte delle forze del regime.

Fumo che si leva dalla zona intorno all’aeroporto militare di Taftanaz dopo un attacco aereo dell’aviazione siriana
http://youtu.be/Qyn4oxBlRmk
Fumo che si leva da Talbisah a causa dei bombardamenti da parte di carri armati siriani
https://youtu.be/1KSnnKLG1Ls

Foto scattata nel quartiere di Bestan Al Basha ad Aleppo.
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#Siria – 28 dicembre 2014 – La coalizione internazionale ha lanciato attacchi ae…

#Siria – 28 dicembre 2014 –
La coalizione internazionale ha lanciato attacchi aerei nella giornata di domenica su diverse zone della provincia di Aleppo e di Raqqa sotto il controllo dello Stato Islamico (IS); in particolare, sei attacchi aerei hanno colpito una fabbrica di mattoni vicino alla città di Raqqa, distruggendola completamente, ed altri due attacchi hanno colpito la località di Akairshi, mentre nella provincia di Aleppo, decine di membri dell’IS sarebbero rimasti uccisi o feriti nell’attacco aereo che ha colpito il centro culturale nella cittadina di Jarablous. In serata bombardamenti aerei hanno colpito anche la cittadina di Al Bab.
Inoltre, violenti scontri tra membri dell’IS e forze del regime si sono verificati nei pressi di Safirah, in provincia di Aleppo, in un tentativo dell’IS di avanzare e prenderne il controllo.
In provincia di Homs, le località di Houla e Talbisah hanno subito bombardamenti con colpi di artiglieria da parte delle forze governative siriane, così come il quartiere di Waer nella città stessa di Homs, mentre velivoli militari del regime hanno bombardato la zona di Maarat Masreen, in provincia di Idlib, causando delle vittime.
A Damasco, scontri tra forze dell’opposizione e del regime si sono svolti nella località montuosa di Zabadani, che ha inoltre subito bombardamenti con artiglieria da parte delle forze del regime.

Fumo che si leva dalla zona intorno all’aeroporto militare di Taftanaz dopo un attacco aereo dell’aviazione siriana
http://youtu.be/Qyn4oxBlRmk
Fumo che si leva da Talbisah a causa dei bombardamenti da parte di carri armati siriani
https://youtu.be/1KSnnKLG1Ls

Foto scattata nel quartiere di Bestan Al Basha ad Aleppo.
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#Efrin, prov. di #Aleppo, #Siria – 28 dicembre 2014 – Almeno 6 persone sono rim…

#Efrin, prov. di #Aleppo, #Siria – 28 dicembre 2014 –
Almeno 6 persone sono rimaste uccise ed altre 17 ferite, tra cui bambini, nell’esplosione di un’autobomba al posto di blocco di Qatmeh vicino ad Efrin, in provincia di Aleppo, nel primo …


Chronik-Fotos
#Efrin, prov. di #Aleppo, #Siria – 28 dicembre 2014 –
Almeno 6 persone sono rimaste uccise ed altre 17 ferite, tra cui bambini, nell’esplosione di un’autobomba al posto di blocco di Qatmeh vicino ad Efrin, in provincia di Aleppo, nel primo pomeriggio.

Foto da Efrin:
– Il sito dell’esplosione dell’autobomba
http://on.fb.me/1Beqz5y
http://on.fb.me/13DoW63
– Una bambina ferita nell’ospedale di Efrin
http://on.fb.me/1480OJZ
– Civili sopravvissuti all’esplosione
http://on.fb.me/1zMy5r4 Continua a leggere

#Efrin, prov. di #Aleppo, #Siria – 28 dicembre 2014 – Almeno 6 persone sono rim…

#Efrin, prov. di #Aleppo, #Siria – 28 dicembre 2014 –
Almeno 6 persone sono rimaste uccise ed altre 17 ferite, tra cui bambini, nell’esplosione di un’autobomba al posto di blocco di Qatmeh vicino ad Efrin, in provincia di Aleppo, nel primo …


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#Efrin, prov. di #Aleppo, #Siria – 28 dicembre 2014 –
Almeno 6 persone sono rimaste uccise ed altre 17 ferite, tra cui bambini, nell’esplosione di un’autobomba al posto di blocco di Qatmeh vicino ad Efrin, in provincia di Aleppo, nel primo pomeriggio.

Foto da Efrin:
– Il sito dell’esplosione dell’autobomba
http://on.fb.me/1Beqz5y
http://on.fb.me/13DoW63
– Una bambina ferita nell’ospedale di Efrin
http://on.fb.me/1480OJZ
– Civili sopravvissuti all’esplosione
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#Efrin, prov. di #Aleppo, #Siria – 28 dicembre 2014 – Almeno 6 persone sono rim…

#Efrin, prov. di #Aleppo, #Siria – 28 dicembre 2014 –
Almeno 6 persone sono rimaste uccise ed altre 17 ferite, tra cui bambini, nell’esplosione di un’autobomba al posto di blocco di Qatmeh vicino ad Efrin, in provincia di Aleppo, nel primo pomeriggio.

Foto da Efrin:
– Il sito dell’esplosione dell’autobomba
http://on.fb.me/1Beqz5y
http://on.fb.me/13DoW63
– Una bambina ferita nell’ospedale di Efrin
http://on.fb.me/1480OJZ
– Civili sopravvissuti all’esplosione
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Campi senza acqua: Relazione giuridica sul taglio di acqua nei campi profughi pa…

Campi senza acqua: Relazione giuridica sul taglio di acqua nei campi profughi palestinesi di Yarmouk e Deraa, in Siria.
dalla Lega Palestinese per i Diritti Umani / Siria

Copertina disegnata da Hani Abbas per la Lega Palestinese per i Diritti Umani – Siria
Sommario tradotto da Fiore Sarti

La Lega Palestinese per i Diritti Umani-Siria, in collaborazione con il Centro di palestinese di Monitoraggio e Documentazione (Wathiq) di Deraa Camp, hanno rilasciato il 27 dicembre 2014 una relazione giuridica sul taglio di acqua aYarmouk e Deraa, nei campi profughi palestinesi in Siria.

In questo rapporto, le due organizzazioni partner cercano di far luce sulla sofferenza di migliaia di civili in questi due campi sotto assedio sulla scia del taglio del loro approvvigionamento di acqua, oltre che sul ruolo dell’OLP, dell’UNRWA e del CICR nella crisi, concludendo con alcuni degli articoli del diritto internazionale umanitario (IHL) che criminalizzano le tattiche di assedio alle forniture di acqua in generale, e il taglio in particolare.

Quattro raccomandazioni della relazione riguardano il regime siriano, l’OLP, l’UNRWA e il CICR, con particolare riferimento a interventi di successo del CICR in catastrofi legate all’acqua durante la guerra in Iraq del 1991 e nello Yemen del 1994.

La versione completa può essere trovata qui
Camps Senza acqua Relazione legale sul taglio di acqua a Yarmouk e Deraa campi profughi palestinesi in Syria.pdf
https://d23ya87silh7sb.cloudfront.net/…/5…/578_626405530.pdf

introduzione

1. Il campo paestinese di Yarmouk e l’assedio: il taglio di acqua ed il ruolo delle organizzazioni civili per alleviare la crisi idrica.

2. Il campo palestinese di Deraa e l’assedio: il taglio di acqua al campo Deraa

3. L’assenza dell’Organizzazione di liberazione della Palestina (OLP) e delle Nazioni Unite per il soccorso e l’aiuto ai profughi palestinesi (UNRWA)

4. La responsabilità del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR)

5. tattiche d’assedio e la privazione di acqua in diritto internazionale

6. Raccomandazioni e richieste


Camps Without Water: Legal Report on the Cutting of Water to Yarmouk and Deraa Palestinian…
www.oximity.com
The Palestinian League for Human Rights—Syria, in cooperation with the Palestinian Documentation and Monitoring Center (Wathiq) in Deraa Camp, issued on the 27th of December 2014 a legal report on the Cutting of Water to Yarmouk and Deraa Palestinian Refugee Camps in Syria. In this report, the two p… Continua a leggere

Campi senza acqua: Relazione giuridica sul taglio di acqua nei campi profughi pa…

Campi senza acqua: Relazione giuridica sul taglio di acqua nei campi profughi palestinesi di Yarmouk e Deraa, in Siria.
dalla Lega Palestinese per i Diritti Umani / Siria

Copertina disegnata da Hani Abbas per la Lega Palestinese per i Diritti Umani – Siria
Sommario tradotto da Fiore Sarti

La Lega Palestinese per i Diritti Umani-Siria, in collaborazione con il Centro di palestinese di Monitoraggio e Documentazione (Wathiq) di Deraa Camp, hanno rilasciato il 27 dicembre 2014 una relazione giuridica sul taglio di acqua aYarmouk e Deraa, nei campi profughi palestinesi in Siria.

In questo rapporto, le due organizzazioni partner cercano di far luce sulla sofferenza di migliaia di civili in questi due campi sotto assedio sulla scia del taglio del loro approvvigionamento di acqua, oltre che sul ruolo dell’OLP, dell’UNRWA e del CICR nella crisi, concludendo con alcuni degli articoli del diritto internazionale umanitario (IHL) che criminalizzano le tattiche di assedio alle forniture di acqua in generale, e il taglio in particolare.

Quattro raccomandazioni della relazione riguardano il regime siriano, l’OLP, l’UNRWA e il CICR, con particolare riferimento a interventi di successo del CICR in catastrofi legate all’acqua durante la guerra in Iraq del 1991 e nello Yemen del 1994.

La versione completa può essere trovata qui
Camps Senza acqua Relazione legale sul taglio di acqua a Yarmouk e Deraa campi profughi palestinesi in Syria.pdf
https://d23ya87silh7sb.cloudfront.net/…/5…/578_626405530.pdf

introduzione

1. Il campo paestinese di Yarmouk e l’assedio: il taglio di acqua ed il ruolo delle organizzazioni civili per alleviare la crisi idrica.

2. Il campo palestinese di Deraa e l’assedio: il taglio di acqua al campo Deraa

3. L’assenza dell’Organizzazione di liberazione della Palestina (OLP) e delle Nazioni Unite per il soccorso e l’aiuto ai profughi palestinesi (UNRWA)

4. La responsabilità del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR)

5. tattiche d’assedio e la privazione di acqua in diritto internazionale

6. Raccomandazioni e richieste


Camps Without Water: Legal Report on the Cutting of Water to Yarmouk and Deraa Palestinian…
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The Palestinian League for Human Rights—Syria, in cooperation with the Palestinian Documentation and Monitoring Center (Wathiq) in Deraa Camp, issued on the 27th of December 2014 a legal report on the Cutting of Water to Yarmouk and Deraa Palestinian Refugee Camps in Syria. In this report, the two p… Continua a leggere

Bahrein: leader sciita dell’opposizione arrestato

(Agenzie). Il leader del principale gruppo dell’opposizione sciita, Sheikh Ali Salman, è stato arrestato dopo un lungo interrogatorio al Ministero degli Interni. Lo ha annunciato il suo gruppo al-Wefaq in un comunicato in cui si “esige l’immediata liberazione del loro leader, il cui arresto è un fatto gravissimo dalle conseguenze incommensurabili”. L’avvocato di Ali Salman ha spiegato […]

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Dieci artisti che hanno cambiato l’immagine del Medio Oriente nel 2014

Di Valentina Primo. Baraka Bits (21/12/2014). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti. In copertina l’opera “Beginning” di Ayad Alkhad. Arte come resistenza. Arte come terapia. Arte come tentativo di spezzare le catene dell’immaginazione ed esplorare le infinite intersezioni che tengono insieme tutti gli esseri umani. Secondo Baraka Bits i seguenti artisti hanno trasformato la nostra […]

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Egitto: 51 studenti espulsi da al-Azhar per “violenza”

(Agenzie). 51 studenti sono stati espulsi dall’università al-Azhar al Cairo, con l’accusa di essere coinvolti in episodi di “violenza” nel campus. Mahmoud al-Azhari, il portavoce del gruppo “Students against Coup”, ha condannato l’espulsione, aggiungendo che in questo modo si nega agli studenti il diritto legittimo di partecipare alla vita politica. Dall’inizio dell’anno accademico sono stati […]

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MUZZIKA ! Dicembre 2014 – Gennaio 2015

mk 0 110 RaulQuesto mese vi presentiamo Raul Rodriguez e il suo fortunato matrimonio tra musiche spagnole e cubane; Tom Theuns e Paul Russell con il loro duo di chitarre folk libere come l’aria; Didier Laloy e Kathy Adam fanno cantare insieme la “popolare” fisarmonica e il “nobile” violoncello, un matrimonio finora impensato; Korrontzi ci fa danzare follemente sulla fisarmonica e le musiche basche della Spagna; Aziz Sahmaoui e i suoi musicisti africani ripropongono le musiche meticce dello gnawa, in cui l’islam popolare accoglie senza problemi gli spiriti africani; e Lili Boniche continua a cantare la sua tanto amata “Alger Alger”, più di 70 anni dopo quegli anni ’40 che lo consacrarono star della canzone franco-araba, ad Algeri come a Parigi… Quando la musica fa rima con immortalità!

Egitto: nuova campagna per incrementare turismo arabo nel 2015

(Agenzie). Il Ministro del Turismo egiziano ha lanciato una nuova campagna dal nome “Masr Qareeba” (“L’Egitto è vicino”), per incrementare il turismo arabo nel 2015. Secondo gli esperti del settore, i turisti arabi in Egitto rappresentano il 18-19% dei turisti totali. Dopo l’inizio della rivoluzione nel 2011, il turismo in Egitto ha avuto un crollo […]

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Pakistan: detenuti 150 sospettati talebani

(Agenzie). Nella notte tra sabato e domenica, le forze di sicurezza pakistane ha detenuto 150 persone sospettate di essere talebani. Gli arresti sono avvenuti a Karachi, la capitale commerciale del Paese, Lahore, Swabi, Lakki Marwat, Peshawar and altri distretti. Secondo le fonti, i detenuti sarebbero legati a gruppi militanti fuorilegge. Le retate invece sono conseguenza […]

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EAU: un giorno di ferie per il compleanno del Profeta

(Agenzie). Il 3 gennaio ricade l’anniversario della nascita del Profeta Muhammad e il Ministro del Lavoro degli Emirati Arabi Uniti, Saqr Ghobash, ha stabilito una giornata di ferie per tutti quelli che lavorano nel settore privato. Per i lavoratori del settore pubblico questo giorno di vacanza era già stato previsto.

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Se il regime non pagasse i salari e non fornisse le telecomunicazioni IS collass…

Se il regime non pagasse i salari e non fornisse le telecomunicazioni IS collasserebbe.
Le fonti locali, interpellate dal Washington Post, parlano delle difficoltà che l’organizzazione terroristica sta incontrando nel farsi stato. L’immagine di efficenza ed organizzazione , promossa dai media dello “Stato Islamico” sarebbe dunque lontana dalla verità


The Islamic State is failing at being a state
www.washingtonpost.com
Across the group’s territory in Iraq and Syria, a breakdown of services and deteriorating living conditions call into question its ability to govern and the sustainability of its ambition. Continua a leggere

Se il regime non pagasse i salari e non fornisse le telecomunicazioni IS collass…

Se il regime non pagasse i salari e non fornisse le telecomunicazioni IS collasserebbe.
Le fonti locali, interpellate dal Washington Post, parlano delle difficoltà che l’organizzazione terroristica sta incontrando nel farsi stato. L’immagine di efficenza ed organizzazione , promossa dai media dello “Stato Islamico” sarebbe dunque lontana dalla verità


The Islamic State is failing at being a state
www.washingtonpost.com
Across the group’s territory in Iraq and Syria, a breakdown of services and deteriorating living conditions call into question its ability to govern and the sustainability of its ambition. Continua a leggere

Il balletto diplomatico della Palestina nel 2014

Di Asma Ajroudi. Al-Arabiya (18/12/2014). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. Il 2014 è stato l’anno in cui le nazioni occidentali hanno iniziato a esprimere la loro crescente frustrazione nei confronti delle politiche israeliane e a manifestare la loro intenzione di riconoscere la Palestina come uno Stato in seno alle Nazioni Unite. Ad aprire la strada a […]

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#Damasco, #Siria – 27 dicembre 2014 – L’aviazione siriana ha ripreso oggi i bom…

#Damasco, #Siria – 27 dicembre 2014 –
L’aviazione siriana ha ripreso oggi i bombardamenti sulla regione della Ghouta orientale conducendo diversi attacchi aerei sui sobborghi di Duma e Zamalka, dove si sono registrate vittime e feriti; in …


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#Damasco, #Siria – 27 dicembre 2014 –
L’aviazione siriana ha ripreso oggi i bombardamenti sulla regione della Ghouta orientale conducendo diversi attacchi aerei sui sobborghi di Duma e Zamalka, dove si sono registrate vittime e feriti; in particolare, 8 civili, la maggior parte dei quali bambini, sono rimasti uccisi a Duma, dove sono stati colpiti sia il centro che la periferia, mentre altri quattro sono rimasti uccisi a Zamalka.
Velivoli militari del regime hanno sganciato oggi bombe barile anche sul sobborgo di Daraya e sulle cittadine di Madaya e Zabadani, che è stata colpita anche dall’artiglieria del regime.
Inoltre, questa sera si sono registrati 7 casi di intossicazione in seguito all’esposizione a gas tossici utilizzati dalle forze governative siriane contro combattenti dell’opposizione sul fronte di Jobar a Damasco.

I primi momenti dopo un attacco aereo sul sobborgo di Duma
http://youtu.be/GK7GrvEbxXw (Immagini forti)
Feriti in un ospedale da campo di Duma, tra di essi anche bambini
http://youtu.be/X8j1HJasvP8 (Immagini forti)
Scene di distruzione nelle strade in seguito ai bombardamenti aerei
[Video] http://youtu.be/PXprTRYMg2I
[Foto] http://on.fb.me/1D0Uwao
[Foto] https://www.facebook.com/780767025337548
[Foto] https://www.facebook.com/780767065337544

Un’immagine di Zamalka dopo i bombardamenti di oggi
http://on.fb.me/13ByhLt

Casi di intossicazione in seguito all’esposizione a gas tossici utilizzati dalle forze governative siriane contro combattenti dell’opposizione sul fronte di Jobar a Damasco
http://youtu.be/Qlzi6KTzF8U
[Foto] http://on.fb.me/1zoKImT

Foto scattata stasera nel distretto di Jobar a Damasco. Continua a leggere

#Damasco, #Siria – 27 dicembre 2014 – L’aviazione siriana ha ripreso oggi i bom…

#Damasco, #Siria – 27 dicembre 2014 –
L’aviazione siriana ha ripreso oggi i bombardamenti sulla regione della Ghouta orientale conducendo diversi attacchi aerei sui sobborghi di Duma e Zamalka, dove si sono registrate vittime e feriti; in …


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#Damasco, #Siria – 27 dicembre 2014 –
L’aviazione siriana ha ripreso oggi i bombardamenti sulla regione della Ghouta orientale conducendo diversi attacchi aerei sui sobborghi di Duma e Zamalka, dove si sono registrate vittime e feriti; in particolare, 8 civili, la maggior parte dei quali bambini, sono rimasti uccisi a Duma, dove sono stati colpiti sia il centro che la periferia, mentre altri quattro sono rimasti uccisi a Zamalka.
Velivoli militari del regime hanno sganciato oggi bombe barile anche sul sobborgo di Daraya e sulle cittadine di Madaya e Zabadani, che è stata colpita anche dall’artiglieria del regime.
Inoltre, questa sera si sono registrati 7 casi di intossicazione in seguito all’esposizione a gas tossici utilizzati dalle forze governative siriane contro combattenti dell’opposizione sul fronte di Jobar a Damasco.

I primi momenti dopo un attacco aereo sul sobborgo di Duma
http://youtu.be/GK7GrvEbxXw (Immagini forti)
Feriti in un ospedale da campo di Duma, tra di essi anche bambini
http://youtu.be/X8j1HJasvP8 (Immagini forti)
Scene di distruzione nelle strade in seguito ai bombardamenti aerei
[Video] http://youtu.be/PXprTRYMg2I
[Foto] http://on.fb.me/1D0Uwao
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Un’immagine di Zamalka dopo i bombardamenti di oggi
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Casi di intossicazione in seguito all’esposizione a gas tossici utilizzati dalle forze governative siriane contro combattenti dell’opposizione sul fronte di Jobar a Damasco
http://youtu.be/Qlzi6KTzF8U
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Foto scattata stasera nel distretto di Jobar a Damasco. Continua a leggere

#Damasco, #Siria – 27 dicembre 2014 – L'aviazione siriana ha ripreso oggi i bom…

#Damasco, #Siria – 27 dicembre 2014 –
L’aviazione siriana ha ripreso oggi i bombardamenti sulla regione della Ghouta orientale conducendo diversi attacchi aerei sui sobborghi di Duma e Zamalka, dove si sono registrate vittime e feriti; in particolare, 8 civili, la maggior parte dei quali bambini, sono rimasti uccisi a Duma, dove sono stati colpiti sia il centro che la periferia, mentre altri quattro sono rimasti uccisi a Zamalka.
Velivoli militari del regime hanno sganciato oggi bombe barile anche sul sobborgo di Daraya e sulle cittadine di Madaya e Zabadani, che è stata colpita anche dall’artiglieria del regime.
Inoltre, questa sera si sono registrati 7 casi di intossicazione in seguito all’esposizione a gas tossici utilizzati dalle forze governative siriane contro combattenti dell’opposizione sul fronte di Jobar a Damasco.

I primi momenti dopo un attacco aereo sul sobborgo di Duma
http://youtu.be/GK7GrvEbxXw (Immagini forti)
Feriti in un ospedale da campo di Duma, tra di essi anche bambini
http://youtu.be/X8j1HJasvP8 (Immagini forti)
Scene di distruzione nelle strade in seguito ai bombardamenti aerei
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Un’immagine di Zamalka dopo i bombardamenti di oggi
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Casi di intossicazione in seguito all’esposizione a gas tossici utilizzati dalle forze governative siriane contro combattenti dell’opposizione sul fronte di Jobar a Damasco
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Foto scattata stasera nel distretto di Jobar a Damasco.

Qualche giorno fa vi segnalavo l’ennesima voce di tradimento da parte di Abdulba…

Qualche giorno fa vi segnalavo l’ennesima voce di tradimento da parte di Abdulbaset Sarout che si sarebbe unito ad ISIS. ci ha messo un po’ più del solito, dando adito a varie dicerie inclusa la conferma da parte del regista di “Return to Homs”, il documentario di cui Sarout è protagonista, ma ecco la smentita dalla sua viva voce su radio Orient.


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#راديو_أورينت #سوريا #سيلفي #حمص #داعش Continua a leggere

Iraq: peshmerga detengono 40 membri Daish, uccisi altri 15

(Agenzie) Combattenti curdi peshmerga e yazidi sono riusciti a catturare 40 membri di Daish (conosciuto in Occidente come ISIS) e ad ucciderne altri 15 nel governatorato di Ninawa, nell’Iraq settentrionale. Secondo quanto riportato dal comandante yazidi Nawaf Khadida al-Sinjari, “le forze peshmerga hanno aiutato i combattenti yazidi nella cattura di 40 membri di Daish nell’area attorno […]

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Pakistan: arrestato imam che non condannò strage Peshawar

(Agenzie). È scattato il mandato d’arresto in Pakistan per l’imam estremista che non condannò l’attentato alla scuola militare di Peshawar. Gli scorsi giorni già c’erano state proteste che prendevano di mira proprio l’imam Abdul Aziz, che in un talk show televisivo si era rifiutato di condannare la strage. In seguit,o durante un sermone nella Moschea Rossa di […]

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Il film The Interview taglia la scena su Israele-Palestina

(Agenzie). Il nuovo film di Evan Goldberg e Seth Rogen, The Interview, ha già suscitato polemiche a livello internazionale. Non è un segreto che al centro c’è la figura di Kim Jong-un, leader supremo della Corea del Nord, ma anche la questione israelo-palestinese ha la sua parte nel film. “Il Primo Ministro israeliano e il […]

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Lettera aperta a un imprenditore (by Stefano Bigliardi, December 2014)

(Photo taken from Design Thinking Workshop 2011: Creativity) LETTERA APERTA A UN IMPRENDITORE CHE VOGLIA FONDARE CON SUCCESSO UN LICEO PRIVATO IN UNA CITTÀ COME REGGIO EMILIA Caro imprenditore, sono solo un insegnante di filosofia, e forse non ho idea delle difficoltà pratiche che un imprenditore affronta in Italia, ma ho una certa esperienza del […]

Lettera aperta a un imprenditore (by Stefano Bigliardi, December 2014)

(Photo taken from Design Thinking Workshop 2011: Creativity) LETTERA APERTA A UN IMPRENDITORE CHE VOGLIA FONDARE CON SUCCESSO UN LICEO PRIVATO IN UNA CITTÀ COME REGGIO EMILIA Caro imprenditore, sono solo un insegnante di filosofia, e forse non ho idea delle difficoltà pratiche che un imprenditore affronta in Italia, ma ho una certa esperienza del […]

Dieci sorprendenti imprenditori arabi del 2014

Baraka Bits (15/12/2014). Traduzione e sintesi di Carlo Boccaccino. Inventiva, eclettica e sorprendentemente giovane, la nuova generazione di imprenditori mediorientali sta creando un ecosistema rivoluzionario con regole proprie e tutte nuove. Baraka Bits ha selezionato 10 storie di giovani arabi che hanno dimostrato che la spinta imprenditoriale è stata decisamente attiva nel 2014. 1. Ha 22 anni […]

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Hierusalem, a Trastevere

Ho passato un bellissimo giorno di Natale a Trastevere, nella basilica di Santa Maria sgombra delle sue pesanti panche, al pranzo che la comunità di Sant’Egidio organizza da 33 anni per gli amici più bisognosi. Potrebbe apparire una carezza sulla propria coscienza: un giorno all’anno a servire il prossimo nostro. Lasagne, polpettone e lenticchie servite […]

Hierusalem, a Trastevere

Ho passato un bellissimo giorno di Natale a Trastevere, nella basilica di Santa Maria sgombra delle sue pesanti panche, al pranzo che la comunità di Sant’Egidio organizza da 33 anni per gli amici più bisognosi. Potrebbe apparire una carezza sulla propria coscienza: un giorno all’anno a servire il prossimo nostro. Lasagne, polpettone e lenticchie servite […]

Il pirata di Nantes non era un terrorista, era solo ubriaco

El Mundo. L’uomo che lo scorso lunedì ha investito una decina di persone nel mercatino natalizio di Nantes, in Francia, causando una vittima, aveva un tasso alcolemico quasi quattro volte superiore a quello permesso. Un falso allarme terrorista, dunque, che cancella l’ipotesi della connotazione religiosa dei fatti: l’uomo avrebbe infatti gridato “Allah è grande” prima di […]

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Coalizione anti-Daish effettua 39 attacchi in due giorni

(Agenzie) Le forze USA e quelle dei suoi alleati nella coalizione anti-Daish (conosciuto in Occidente come ISIS) hanno condotto un totale di 39 attacchi aerei in Siria e in Iraq nel giro di due giorni. Caccia, bombardieri e aerei controllati a distanza hanno colpito 19 bersagli in Siria, di cui 17 concentrati nella zona presso la […]

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I Paesi della Primavera Araba nel 2014

Al-Arabiya (18/12/2014). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. Quattro anni dopo lo scoppio delle cosiddette “primavere arabe”, la Tunisia sembrano aver concluso la loro transizione democratica con l’elezione di un presidente, mentre gli altri Paesi sono ancora presi dalla violenza e dalla repressione. Ecco un riassunto di come stanno le cose adesso in Medio Oriente e […]

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#Damasco, #Siria – 26 dicembre 2014 – Le forze del regime siriano hanno intensi…

#Damasco, #Siria – 26 dicembre 2014 –
Le forze del regime siriano hanno intensificato il loro attacco su diverse zone di Damasco conducendo piu’ di 85 attacchi aerei nell’arco degli ultimi tre giorni sui sobborghi nella regione della Ghouta …


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#Damasco, #Siria – 26 dicembre 2014 –
Le forze del regime siriano hanno intensificato il loro attacco su diverse zone di Damasco conducendo piu’ di 85 attacchi aerei nell’arco degli ultimi tre giorni sui sobborghi nella regione della Ghouta orientale; solo nella giornata di oggi otto attacchi aerei hanno colpito il sobborgo di Ein Tarama uccidendo almeno quattro persone mentre altri quattro hanno colpito il sobborgo di Hammouriyeh; inoltre cinque morti e decine di feriti si sono registrati nel sobborgo di Saqba, colpito da due attacchi aerei.
Due bombardamenti aerei hanno inoltre interessato il campo profughi palestinese di Yarmouk a Damasco, e barili esplosivi sono stati sganciati da velivoli militari del regime sia sul sobborgo di Daraya, nella regione della Ghouta occidentale, che sulla cittadina di Zabadani in serata.

Il momento del secondo attacco aereo condotto dall’aviazione siriana sul campo profughi palestinese di Yarmouk
https://youtu.be/6ERtFlwrwEI
I primi momenti dopo i bombardamenti aerei nelle strade del campo di Yarmouk
https://youtu.be/z7Wq-caHJmA

I primi momenti dopo i bombardamenti aerei sul sobborgo di Saqba
https://youtu.be/JS2g7ZWPGPc (Immagini forti)
http://youtu.be/y1qe0Sic5gU (Immagini forti)
La situazione in un ospedale da campo di Saqba
http://youtu.be/QvUoRu91CSg (Immagini forti)

Ricerca delle vittime sotto le macerie sopo gli attacchi aerei sul sobborgo di Ein Tarama
https://youtu.be/Vjnt_9JC0PQ

Colonne di fumo che si levano dalla regione della Ghouta orientale a causa dei bombardamenti aerei
https://youtu.be/1is-pTTIeVw
Colonne di fumo che si levano a causa dei bombardamenti sulla periferia del sobborgo di Zamalka
https://youtu.be/wlkyHbuBVc0

Una manifestazione anti-regime si è svolta nel sobborgo di Duma per chiedere la fine dell’assedio sulla regione della Ghouta orientale
https://youtu.be/vC02Hwcu6fw

L’immagine mostra il soccorso dei feriti nel sobborgo di Saqba. Continua a leggere

#Damasco, #Siria – 26 dicembre 2014 – Le forze del regime siriano hanno intensi…

#Damasco, #Siria – 26 dicembre 2014 –
Le forze del regime siriano hanno intensificato il loro attacco su diverse zone di Damasco conducendo piu’ di 85 attacchi aerei nell’arco degli ultimi tre giorni sui sobborghi nella regione della Ghouta orientale; solo nella giornata di oggi otto attacchi aerei hanno colpito il sobborgo di Ein Tarama uccidendo almeno quattro persone mentre altri quattro hanno colpito il sobborgo di Hammouriyeh; inoltre cinque morti e decine di feriti si sono registrati nel sobborgo di Saqba, colpito da due attacchi aerei.
Due bombardamenti aerei hanno inoltre interessato il campo profughi palestinese di Yarmouk a Damasco, e barili esplosivi sono stati sganciati da velivoli militari del regime sia sul sobborgo di Daraya, nella regione della Ghouta occidentale, che sulla cittadina di Zabadani in serata.

Il momento del secondo attacco aereo condotto dall’aviazione siriana sul campo profughi palestinese di Yarmouk
https://youtu.be/6ERtFlwrwEI
I primi momenti dopo i bombardamenti aerei nelle strade del campo di Yarmouk
https://youtu.be/z7Wq-caHJmA

I primi momenti dopo i bombardamenti aerei sul sobborgo di Saqba
https://youtu.be/JS2g7ZWPGPc (Immagini forti)
http://youtu.be/y1qe0Sic5gU (Immagini forti)
La situazione in un ospedale da campo di Saqba
http://youtu.be/QvUoRu91CSg (Immagini forti)

Ricerca delle vittime sotto le macerie sopo gli attacchi aerei sul sobborgo di Ein Tarama
https://youtu.be/Vjnt_9JC0PQ

Colonne di fumo che si levano dalla regione della Ghouta orientale a causa dei bombardamenti aerei
https://youtu.be/1is-pTTIeVw
Colonne di fumo che si levano a causa dei bombardamenti sulla periferia del sobborgo di Zamalka
https://youtu.be/wlkyHbuBVc0

Una manifestazione anti-regime si è svolta nel sobborgo di Duma per chiedere la fine dell’assedio sulla regione della Ghouta orientale
https://youtu.be/vC02Hwcu6fw

L’immagine mostra il soccorso dei feriti nel sobborgo di Saqba.

Vedi Tunisi e poi muori?

A quanto pare National Geographic ha scoperto qualcosa di Tunisi che ai più passava inosservata: ovvero che è una destinazione fantastica! Classificata tra i migliori viaggi da fare nel 2015, una delle attrattive più salienti della capitale tunisina sarebbe proprio l’energia che si percepisce a seguito della rivoluzione dei gelsomini del 2011. Il che non […]

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#Damasco, #Siria: La foto mostra i corpi senza vita di alcune donne uccise da ce…

#Damasco, #Siria: La foto mostra i corpi senza vita di alcune donne uccise da cecchini del regime sulla strada tra Zebdeen e Al Hateet nella giornata del 24 dicembre 2014. In quella mattina almeno 11 le vittime, tra cui una donna ed i suoi cinque …


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#Damasco, #Siria: La foto mostra i corpi senza vita di alcune donne uccise da cecchini del regime sulla strada tra Zebdeen e Al Hateet nella giornata del 24 dicembre 2014. In quella mattina almeno 11 le vittime, tra cui una donna ed i suoi cinque figli, altre due donne ed una bambina, oltre ad una ventina di persone ferite mentre tentavano di lasciare il sobborgo di Zebdeen in direzione di Damasco. Zebdeen si trova nella regione della Ghouta orientale, che si trova sotto uno stretto assedio imposto dalle forze governative siriane.

Nel video un bambino ferito ad una gamba spiega quanto successo la mattina del 24 dicembre al posto di blocco del regime e di come sia stato aperto il fuoco contro di loro.
https://youtu.be/W7t3Xs2cw7w Continua a leggere

Turchia: rilasciato studente arrestato per insulti al Presidente

(Agenzie). Il tribunale penale di pace ha rilasciato il giovane studente 16enne  arrestato per aver pubblicamente offeso il presidente turco Erdogan. Il giovane era stato preso in custodia dalla sua scuola dopo aver tenuto un discorso in pubblico durante la commemorazione del soldato turco Kubilay morto nel 1930 in una manifestazione in cui si chiedeva a restaurazione […]

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L’Arab Film Festival di Londra mette in evidenza l’amore, la vita e il lignaggio

Di Nabila Pathan. Al-Arabiya ( 16/12/2014). Traduzione e sintesi di Ismahan Hassen. Durata un intero anno, la lunga esplorazione del British Film Institute (BFI) dal titolo “Discover Arab Cinema”, sta per concludersi. Differenziatosi fortemente per la sua durata annuale da qualunque altro film festival occidentale, è stato però soprattutto l’obiettivo di voler ampliare la portata […]

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Iraq e Turchia firmano accordi di cooperazione

(Agenzie) Il governo iracheno e quello turco hanno firmato accordi di cooperazione in campo militare, economico e di sicurezza in occasione della visita ufficiale del primo ministro iracheno Haidar al-Abadi in Turchia. In particolare, i due Paesi si sono concentrati sulla cooperazione militare e securitaria nella lotta contro il “terrorismo” e contro Daish (conosciuto in Occidente […]

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Siria: gruppi ribelli formano alleanza, negoziati a Mosca il prossimo mese

(Agenzie) I gruppi ribelli che combattono nella provincia di Aleppo, nel nord della Siria, hanno concordato la formazione di un’alleanza chiamata il Fronte Shamiyya, che includerà fazioni del Fronte Islamico (anch’esso nato dall’unione di gruppi ribelli), dell’esercito Mujahideen, delle Brigate Noureddini al-Zinki e altri gruppi minori. Secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, i gruppi hanno annunciato […]

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Giordania: smentita su abbattimento aereo da parte Daish

(Agenzie) L’esercito giordano ha smentito le affermazioni per cui Daish (conosciuto in Occidente come ISIS) sia responsabile di aver abbattuto un aereo della coalizione in Siria, a Raqqa, il cui pilota è stato poi catturato dai jihadisti. Funzionari dell’esercito hanno confermato di aver escluso questa ipotesi, ma che comunque non si conoscono ancora le regioni precise dell’incidente. Anche […]

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Palestina: 2 israeliani feriti, 12 palestinesi detenuti

(Agenzie) Due agenti di polizia israeliani sono stati aggrediti e feriti a Gerusalemme Est. Secondo la polizia israeliana “un agente è stato accoltellato sul collo e l’altro alla mano vicino alla Porta del Leone di Gerusalemme”, aggiungendo che l’aggressore è riuscito a scappare. La polizia israeliana ha quindi chiuso l’accesso alla Porta e installato posti di […]

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I migliori ospiti del Medio Oriente di TED nel 2014? Cinque donne! (video)

Di Valentina Primo. Baraka Bits (21/12/2014). Traduzione di Claudia Avolio. In copertina Eman Mohamed, la prima donna fotoreporter della Striscia di Gaza Non è una coincidenza se i discorsi più potenti di quest’anno a TED provenienti dal Medio Oriente siano stati condotti da donne. Dal coraggio di confrontarsi con gli stereotipi della comunità alla forza […]

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Ma l’impresa eccezzionale, dammi retta, è essere normale! Solidarietà selettiva…

Ma l’impresa eccezzionale, dammi retta, è essere normale!

Solidarietà selettiva, benzina sul fuoco del settarismo. Il fatto che il mondo si mobiliti per la persecuzioni di piccoli gruppi come gli yazidi o per le decapitazioni di occidentali o le minacce alle minoranze cristiane, ignorando tragedie numericamente enormemente più consistenti che riguardano il “siriano comune”, quello “normale” non fà che aumentare la frustrazione della gente. Assad ha ucciso 250.000 persone ed il mondo ha espresso tutt’alpiù “ferme condanne” verbali, più spesso “deep concern” delle organizzazioni internazionali. I barbari hanno decapitato James Foley ed in pochi giorni 60 paesi concordano un intervento militare congiunto… che effetto pensate che possa avere? Considerate poi che l’unica comunità locale seriamente coinvolta è ancora una volta una minoranza, quella curda, che ha ricevuto le armi ed a sua volta ha scelto a chi distribuirle. Una comunità che ha ricevuto l’investitura a giustiziere e supereroe senza macchia dell’area.

Intanto il nostro parlamento forma comitati dedicati alle minoranze e non in sostegno ai civili in genere. Autorizza ad armare i curdi, accodandosi al trend. In Siria nulla è peggio che nascere mussulmano sunnita e non fanatico religioso: in tal caso tutti i criminali di guerra ce l’avranno con te e nessuno ti verrà in aiuto perchè sei troppo normale.


MO, comitato per minoranze perseguitate | l’Occidentale
www.loccidentale.it
Sensibilizzare politica e opinione pubblica. Continua a leggere

I rifugiati cristiani in Giordania: “Per Natale? Un futuro migliore”

Di Alice Su. Al-Jazeera (25/12/2014). Traduzione e sintesi di Lorenzo P. Salvati In Giordania, il Natale è per le minoranze e i privilegiati. La classe media riempie i centri commerciali e si riversa nei viali nella capitale di Amman, mentre i cristiani, circa il 3% della popolazione, approfittano del loro giorno di riposo. Le chiese […]

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Buon Natale dal Medio Oriente

Di Andrew Write. The Huffington Post (16/12/2014). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. È il periodo più bello dell’anno. Un momento in cui si concentrano luci, cibo, feste, divertimento e regali. Non dobbiamo dimenticare quanto sia importante per i bambini. L’altro giorno ero a Toronto. C’erano bambini ovunque intorno a me. C’era neve per terra e un […]

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Meet the America-Hating, Assad-Loving Journalist Who Just Came Back From the Isl…

Meet the America-Hating, Assad-Loving Journalist Who Just Came Back From the Islamic State

When Jurgen Todenhofer crossed out of Islamic State-controlled territory on Dec. 16, he accomplished something that no Western journalist had done before him – he had visited the self-declared caliphate, and survived. The jihadist group, he warned upon his return, is “much stronger and much more dangerous” than the West realizes.

But this wasn’t Todenhofer’s first journalistic coup in Syria. In July 2012, he secured an interview with the ruler that the Islamic State is trying to topple – Bashar al-Assad. At the time, he was seen as sympathetic to the regime: He had recently published an article suggesting that Syrian rebels had been responsible for the mass killing of civilians in the village of Houla, and referred derisively to the rebels’ claims that Assad’s men perpetrated the attack as “massacre marketing.”

Todenhofer, a former judge and German parliamentarian, has seen his share of war zones. He traveled to Algiers during the Algerian civil war, to Afghanistan during the Soviet occupation, to Iraq during the U.S. occupation, and to Libya during the revolt that toppled Muammar al-Qaddafi. He does not pretend to be a neutral observer of events: The New York Times referred to him as an “outspoken antiwar advocate” and a critic of Western coverage of Syria, which he viewed as unfairly hostile to Assad.

Todenhofer’s critics charge that he is little more than an apologist for dictators. He “is a strange political bird, but his business model is quite successful,” wrote Die Zeit editor-at-large Josef Joffe in an email. His recent books have sold well, and he is a regular on German television shows, “where he is cast as a pacifist bien pensant who likes to cavort with the world’s worst despots, notably Saddam [Hussein] and Assad, while flacking for the Iranian regime.”

Joffe also accuses him of “reliable anti-Americanism and anti-Israelism.” There’s no doubt that the perfidy of U.S. policy in the Middle East is a recurring theme in Todenhofer’s work: He penned an open letter to President Barack Obama in 2012, listing 10 points that he argued should cause the United States to reassess its relationship with the Muslim world. “The West is a lot more violent than the Muslim world,” he wrote, saying that millions of Arabs had been killed since the start of the colonial era. The problem, he said, was the West’s anti-terror programs, which “are a terror-breeding program.”

In 2007, Todenhofer crossed the Syrian border to interview anti-government fighters in Iraq’s restive Anbar province. He detailed his trip in a book titled “Why Do You Kill, Zaid?” – a harrowing account of his journey, and a profile of a young man whose two brothers were killed in the war, and who later joined the anti-American insurgency and set off an improvised explosive device that destroyed two U.S. Humvees. The book even includes an interview with an al Qaeda fighter. “[George W.] Bush is responsible for the deaths of many more people than all the dictators and terrorists in the world put together,” Todenhofer writes, to preempt criticism of him speaking with al Qaeda. “Nonetheless, every Western politician is proud to have a meeting with Bush.”

Statements like this, which seem to equate Western politicians with jihadist leaders, have at times provoked a backlash against Todenhofer in Germany. This summer, he photoshopped the face of German President Joachim Gauck onto the body of al Qaeda leader Ayman al-Zawahiri, to protest what he viewed as Gauck’s enthusiasm for war. “Dear friends, what have we done to get such a jihadist as president?” he wrote.

His views aside, there’s no doubting Todenhofer’s grim portrayal of Islamic State-controlled Syria and Iraq. In his latest trip, he does not appear to have avoided asking the jihadists tough questions: He engaged in a tense discussion with one fighter about the Islamic State’s enslavement of Yazidis, and wrote on Facebook that the group was planning a massive “religious cleansing” of non-believers.

He also came away from the trip impressed by the Islamic State’s military and strategic abilities, and sure that in the long run they planned to attack Europe and the United States. “You can say, these are fantasies, this is ridiculous,” he told CNN. “But if someone had said that at the end of this year, 2014, IS would run a country bigger than Great Britain, everybody would’ve said, ‘you’re crazy.’”

By David Kenner

David Kenner is the Middle East editor for Foreign Policy.


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Pensieri di un’arabista smarrita

(di Martina Censi). Oggi in Italia, per molte persone parlare di mondo arabo significa parlare di Isis. Quando, in occasioni amene come riunioni tra parenti, compleanni, cenoni con conoscenti, amici […]

Pensieri di un’arabista smarrita

(di Martina Censi). Oggi in Italia, per molte persone parlare di mondo arabo significa parlare di Isis. Quando, in occasioni amene come riunioni tra parenti, compleanni, cenoni con conoscenti, amici […]

Giordania: pilota coalizione rapito da Daish

(Agenzie) L’esercito giordani ha confermato la notizia secondo cui uno dei suo aerei da guerra è stato abbattuto in Siria e il cui pilota, tale Moaz al-Kasasba, è stato catturato dai militanti Daish (conosciuto in Occidente come ISIS). La notizia era stata diffusa prima dall’organizzazione stessa, che aveva annunciato di aver abbattuto un aereo militare e […]

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Vincitori e vinti negli accordi tra Egitto e Qatar

Di Salman Aldossary. Asharq al-Awsat (22/12/2014). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi. Ad eccezione del 369 giorni di presidenza Morsi, negli ultimi anni i rapporti tra Egitto e Qatar sono stati a dir poco tesi. Il legame ha iniziato a deteriorarsi nell’ultimo periodo di reggenza di Mubarak, per peggiorare ulteriormente sotto Adly Mansour, nominato presidente […]

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“Sarchawa”

Con un’immagine e una parola vi salutiamo, augurandovi buone feste. Il nostro pensiero, quest’anno, va all’Iraq che resiste. 

 

Sarchawa” in curdo significa “tutti i miei occhi”, e si usa per accogliere e dare il benvenuto a qualcuno.

24 Dicembre 2014
di: 
Redazione

Lettera di Papa Francesco ai cristiani d’Oriente

(Agenzie). Per questo Natale 2014, Papa Francesco ha scritto una lettera indirizzata ai cristiani d’Oriente, per dimostrare loro tutta la sua solidarietà. Ha detto anche che non si può rimanere in silenzio di fronte alla persecuzioni e ai conflitti che stanno avvenendo in Medio Oriente. Ha condannato inoltre il traffico di armi e gli attacchi […]

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#Raqqa, #Siria – 23 dicembre 2014 – 28 persone sono rimaste uccise nel corso di…

#Raqqa, #Siria – 23 dicembre 2014 –
28 persone sono rimaste uccise nel corso di diversi attacchi aerei condotti dall’aviazione siriana su aree differenti della città di Raqqa, dove sono state colpite abitazioni civili, scuole e tre moschee nella …


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#Raqqa, #Siria – 23 dicembre 2014 –
28 persone sono rimaste uccise nel corso di diversi attacchi aerei condotti dall’aviazione siriana su aree differenti della città di Raqqa, dove sono state colpite abitazioni civili, scuole e tre moschee nella giornata di martedì. Tra le vittime anche bambini, oltre ai danni materiali.

Conseguenze dei bombardamenti aerei sulla città di Raqqa
https://youtu.be/rk4JrBwzB6s (Immagini forti)
https://youtu.be/h-EzwQm1zfY
Distruzione nella moschea Al Huda, colpita dai bombardamenti
[Foto] http://on.fb.me/1zvPaWb
[Video] https://youtu.be/h-EzwQm1zfY
Effetti dei bombardamenti aerei nella moschea Al Iman
[Foto] http://on.fb.me/1x9dsBK
[Video] http://youtu.be/yNdylmpAwrE
Il corpo di un bambino ucciso nei bombardamenti
[Foto] http://on.fb.me/1t9GhA1 Continua a leggere

Marcia di Babbo Natale in protesta a Betlemme

(Agenzie). Palestinesi si sono vestiti da Babbo Natale e hanno marciato su Betlemme in segno di protesta pacifica, durante la quale hanno distribuito regali di Natale per i bambini all’ingresso della città. La protesta, iniziata per l’appunto pacificamente, si è conclusa con scontri tra i manifestanti e l’esercito israeliano.

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#Raqqa, #Siria – 23 dicembre 2014 – 28 persone sono rimaste uccise nel corso di…

#Raqqa, #Siria – 23 dicembre 2014 –
28 persone sono rimaste uccise nel corso di diversi attacchi aerei condotti dall’aviazione siriana su aree differenti della città di Raqqa, dove sono state colpite abitazioni civili, scuole e tre moschee nella giornata di martedì. Tra le vittime anche bambini, oltre ai danni materiali.

Conseguenze dei bombardamenti aerei sulla città di Raqqa
https://youtu.be/rk4JrBwzB6s (Immagini forti)
https://youtu.be/h-EzwQm1zfY
Distruzione nella moschea Al Huda, colpita dai bombardamenti
[Foto] http://on.fb.me/1zvPaWb
[Video] https://youtu.be/h-EzwQm1zfY
Effetti dei bombardamenti aerei nella moschea Al Iman
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Il corpo di un bambino ucciso nei bombardamenti
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Libia: la nuova Siria secondo Ministro Esteri

(Agenzie). La Libia, lacerata da crescenti divisioni politiche ed economiche, rischia di diventare la nuova Siria se non si prendono delle decisioni risolutive a livello governativo. Un altro problema è quello di fronteggiare i militanti islamici. “Se non facciamo la cosa giusta ora, rischiamo di ripetere ciò che è accaduto in Siria, considerato anche che […]

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Tunisia: Marzouki annuncia creazione di un nuovo movimento

(Agenzie). Il presidente uscente della Tunisia Marzouki ha annunciato la creazione di un nuovo movimento politico creato per evitare “un ritorno alla tirannia”. L a scelta arriva a seguito della vittoria alle elezioni presidenziali del suo avversario Essebsi, accusato di rappresentare il vecchio regime di Ben Ali. In un discorso rilasciato dal balcone del suo […]

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Lettera di Natale

Un reporter e la guerra, i ricordi e le persone che quando lavori dividono con te le serate, le cene, le loro case. Una lettera a Babbo Natale, per la Siria e per la Libia, per un po’ di pace e di tregua

Auguri.

Auguri.Merry Christmas From SyriaSince Last Christmas More Than 26500 Civilians were killed, 3022 Died Under Torture, 10.9 million homeless people, In Syria by the Assad regime and others wh… Continua a leggere

Le reazioni dei tunisini alle elezioni

Di Christine Petré. Your Middle East (22/12/2014). Traduzione di Viviana Schiavo. Il 21 dicembre, i tunisini si sono recati alle urne per esprimere la loro preferenza al ballottaggio presidenziale tra l’ottantenne leader del partito laico Nidaa Tounes, Beji Caid Essebsi, che ha vinto il 39% al primo turno elettorale, e l’ex attivista dei diritti umani […]

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#Duma, sobb. di #Damasco, #Siria – 23 dicembre 2014 – Almeno 6 civili sono rima…

#Duma, sobb. di #Damasco, #Siria – 23 dicembre 2014 –
Almeno 6 civili sono rimasti uccisi, di cui 4 bambini, e piu’ di 20 feriti in due attacchi aerei condotti dall’aviazione siriana sul centro del sobborgo di Duma nella giornata di martedì; secondo …


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#Duma, sobb. di #Damasco, #Siria – 23 dicembre 2014 –
Almeno 6 civili sono rimasti uccisi, di cui 4 bambini, e piu’ di 20 feriti in due attacchi aerei condotti dall’aviazione siriana sul centro del sobborgo di Duma nella giornata di martedì; secondo gli attivisti la maggior parte dei feriti sarebbero bambini.

Bambini feriti nell’ospedale da campo di Duma
https://youtu.be/ZkG_va-tdkg
http://youtu.be/HX6HitQa91s (Immagini forti)
I corpi di due bambini rimasti uccisi nei bombardamenti aerei su Duma
https://youtu.be/C_aAJbw4uWM (Immagini forti)
https://youtu.be/R8YugKv0dME
Fumo che si leva dopo il secondo attacco aereo su Duma
http://youtu.be/uPzQUmmbWGQ
[Foto] http://on.fb.me/1wD9Nh8
Distruzione nelle strade di Duma dopo gli attacchi aerei di oggi
https://youtu.be/9C_pluFbpTc
I primi momenti dopo i bombardamenti aerei
https://youtu.be/wOM1pHkZufE
Un bambino tra le macerie a Duma
[Foto] http://on.fb.me/1AENkRF
Sangue e libri a terra dopo un attacco aereo
http://on.fb.me/1vktPsn
Wounded children
[Foto] http://on.fb.me/1xIIIul
[Foto] http://on.fb.me/1B2Fm2N (Immagini forti)
[Foto] http://on.fb.me/1vkwQZD
[Foto] http://on.fb.me/1xIIjbi Continua a leggere

#Duma, sobb. di #Damasco, #Siria – 23 dicembre 2014 – Almeno 6 civili sono rima…

#Duma, sobb. di #Damasco, #Siria – 23 dicembre 2014 –
Almeno 6 civili sono rimasti uccisi, di cui 4 bambini, e piu’ di 20 feriti in due attacchi aerei condotti dall’aviazione siriana sul centro del sobborgo di Duma nella giornata di martedì; secondo gli attivisti la maggior parte dei feriti sarebbero bambini.

Bambini feriti nell’ospedale da campo di Duma
https://youtu.be/ZkG_va-tdkg
http://youtu.be/HX6HitQa91s (Immagini forti)
I corpi di due bambini rimasti uccisi nei bombardamenti aerei su Duma
https://youtu.be/C_aAJbw4uWM (Immagini forti)
https://youtu.be/R8YugKv0dME
Fumo che si leva dopo il secondo attacco aereo su Duma
http://youtu.be/uPzQUmmbWGQ
[Foto] http://on.fb.me/1wD9Nh8
Distruzione nelle strade di Duma dopo gli attacchi aerei di oggi
https://youtu.be/9C_pluFbpTc
I primi momenti dopo i bombardamenti aerei
https://youtu.be/wOM1pHkZufE
Un bambino tra le macerie a Duma
[Foto] http://on.fb.me/1AENkRF
Sangue e libri a terra dopo un attacco aereo
http://on.fb.me/1vktPsn
Wounded children
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Diario dall’altro Iraq/9. “Festa, lasciaci in pace”

La notizia della liberazione del Sinjar da parte dei peshmerga ha fatto esplodere la gioia nella comunità ezida. Che è stata sostituita in breve dallo sconforto per il destino ancora sconosciuto delle tante giovani rapite da Daesh l’estate scorsa. Una nuova pagina del diario di Stefano Nanni da Dohuk. 

 

23 Dicembre 2014
di: 
Stefano Nanni da Dohuk – Kurdistan iracheno*

Iraq: Italia invierà addestratori militari

(Agenzie) Il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, in occasione della sua visita di un giorno in Iraq, ha dichiarato in una conferenza stampa a Baghdad che l’Italia invierà istruttori militari per addestrare l’esercito iracheno. Gentiloni ha inoltre dichiarato che l’Italia continuerà a fornire il suo supporto nella lotta contro Daish (conosciuto in Occidente come ISIS). […]

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Palestina, Abbas: “Fine coordinamento con Israele se risoluzione fallisce”

(Agenzie) Il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas ha minacciato di troncare qualsiasi forma di coordinamento con Israele se la risoluzione presentata al Consiglio di Sicurezza dell’ONU sulla fine dell’occupazione non verrà adottata. “Se falliamo, sospenderemo qualsiasi forma di cooperazione con il governo israeliano”, ha dichiarato Abbas in una conferenza stampa durante la sua visita in Algeria. […]

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In Yemen, la gente si chiede: “E dopo?”

Di Nabil al-Bakiri. Al-Arabi al-Jadid (18/12/2014). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello. Non sarebbe esagerato dire che da quando gli Houthi hanno preso Sana’a, il 21 settembre scorso, il popolo yemenita sta attraversando uno dei momenti più difficili degli ultimi 50 anni. Questo breve lasso di tempo è sufficientemente adeguato per dipingere un quadro […]

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Siria: governo permette ingresso medicinali ad Aleppo

(Agenzie) Il governo di Damasco ha dato il permesso per consegnare rifornimenti medici in alcune zone del governatorato di Aleppo sotto il controllo dell’opposizione. Elizabeth Hoff, rappresentante in Siria dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) ha definito l’approvazione del governo con “un grande passo avanti”. Il governo siriano e le altri parti in conflitto hanno infatti […]

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Egitto: El Sisi prepara il Paese alle parlamentari

(Agenzie) Il presidente egiziano Abdel Fattah El Sisi ha ratificato una legge che definisce le nuove circoscrizioni elettorali del Paese, aprendo così la strada per indire le tanto attese elezioni parlamentari. La nuova legge divide l’Egitto in 237 collegi elettorali per i seggi a elezione individuale e in 4 collegi per i seggi destinati alle liste […]

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Algeria: TV da notizia sulla morte del leader di Jund al-Khilafa

(Agenzie) Una rete televisiva algerina ha riportato la notizia secondo cui l’esercito algerino avrebbe ucciso Abdelmalek Gouri, leader del gruppo jihadista Jund al-Khilafa responsabile della morte del turista francese Hervé Gourdel lo scorso settembre. Gouri, il cui gruppo ha giurato fedeltà a Daish (conosciuto in Occidente come ISIS) sarebbe stato ucciso a Sidi Daoud, località a […]

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Tunisia: torna la calma dopo le proteste post-elezioni

(Agenzie) In diverse province della Tunisia è di nuovo tornata la calma dopo le violente proteste inscenate alla luce della vittoria di Essebsi alla elezioni presidenziali tenutesi la scorsa domenica. Le proteste avevano avuto luogo nelle province di Tatouine, Gabès e nella città di Le Kram, vicino Tunisi. Nonostante ciò, diversi attivisti fanno appello a una […]

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In Spagna, consultare siti legati al terrorismo sarà un crimine

Courier International. In Spagna, il Partito Popolare, al governo, si appresta a modificare la legge in materia di crimini legati al terrorismo dopo aver presentato al Congresso 90 emendamenti al codice penale con l’intento di far approvare una procedura d’urgenza e senza essersi consultato con il Partito Socialista all’opposizione. Secondo quanto riportato dal quotidiano El País, la “proposta unilaterale […]

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Film palestinese vince due premi a Festival greco (video)

Electronic Intifada. Il film “When I Saw You” del regista palestinese Annemarie Jacir ha ricevuto due premi nel quadro dell’Olympia International Film Festival For Children and Young People in Grecia. Il film ha ricevuto il Premio UNICEF per il suo ruolo nell’evidenziare i problemi politici e sociali che influenzano i giovani e si è aggiudicato il Premio […]

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Bisogna opporsi all’intervento statunitense contro isis? Uno scambio di opinion…

Bisogna opporsi all’intervento statunitense contro isis?
Uno scambio di opinioni che val la pena leggere


Should We Oppose the Intervention Against ISIS? An Exchange of Views
pulsemedia.org
Reposted from In These Times   Should We Oppose the Intervention Against ISIS? Most U.S. leftists say yes. But voices we rarely hear—Kurds and members of the Syrian opposition—have more ambigu… Continua a leggere

“The melody of our alienation”: un’ode a Sana’a (video)

Barakabits. “The melody of our alienation” sembra una sinfonia malinconica carica di disperazione: le strade si Sana’a, le cicatrici della guerra, l’agonia del passato, il desiderio per giorni migliori. Ma poi arriva quell’uragano che “abbatterà l’oscurità del suo giorno”.  Con uno scenario bellissimo e una composizione suggestiva che fa rivivere le parole del poeta Abdulaziz al-Maqaleh, il […]

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Germania: numerose proteste anti-islam

(Agenzie) Circa 17.000 persone si sono riunite nell’ultima di una serie di proteste contro l’islam che hanno avuto luogo negli ultimi giorni a Dresda, nell Germania orientale, chiaro segno del sempre maggiore emergere del movimento populista di estrema destra. La marcia è stata organizzata dall’organizzazione Patrioti Europei contro l’Islamizzazione dell’Occidente, gruppo in rapida crescita sin dalle […]

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Egitto, approvata nuova legge elettorale. E’ bufera: “Farà sparire i partiti politici”

Sei mesi dopo l’elezione di Abdel Fattah El Sisi alla presidenza egiziana, il governo approva la legge che regolerà le prossime elezioni parlamentari previste, al momento, a marzo del 2015. Ma la prossima tornata elettorale, ultima tappa della road map partita con la deposizione di Mohammed Morsi nel luglio del 2013, più che mettere fine […]

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Egitto, approvata nuova legge elettorale. E’ bufera: “Farà sparire i partiti politici”

Sei mesi dopo l’elezione di Abdel Fattah El Sisi alla presidenza egiziana, il governo approva la legge che regolerà le prossime elezioni parlamentari previste, al momento, a marzo del 2015. Ma la prossima tornata elettorale, ultima tappa della road map partita con la deposizione di Mohammed Morsi nel luglio del 2013, più che mettere fine […]

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Egitto, approvata nuova legge elettorale. E’ bufera: “Farà sparire i partiti politici”

Sei mesi dopo l’elezione di Abdel Fattah El Sisi alla presidenza egiziana, il governo approva la legge che regolerà le prossime elezioni parlamentari previste, al momento, a marzo del 2015. Ma la prossima tornata elettorale, ultima tappa della road map partita con la deposizione di Mohammed Morsi nel luglio del 2013, più che mettere fine […]

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Egitto, approvata nuova legge elettorale. E’ bufera: “Farà sparire i partiti politici”

Sei mesi dopo l’elezione di Abdel Fattah El Sisi alla presidenza egiziana, il governo approva la legge che regolerà le prossime elezioni parlamentari previste, al momento, a marzo del 2015. Ma la prossima tornata elettorale, ultima tappa della road map partita con la deposizione di Mohammed Morsi nel luglio del 2013, più che mettere fine […]

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Egitto, approvata nuova legge elettorale. E’ bufera: “Farà sparire i partiti politici”

Sei mesi dopo l’elezione di Abdel Fattah El Sisi alla presidenza egiziana, il governo approva la legge che regolerà le prossime elezioni parlamentari previste, al momento, a marzo del 2015. Ma la prossima tornata elettorale, ultima tappa della road map partita con la deposizione di Mohammed Morsi nel luglio del 2013, più che mettere fine […]

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Egitto, approvata nuova legge elettorale. E’ bufera: “Farà sparire i partiti politici”

Sei mesi dopo l’elezione di Abdel Fattah El Sisi alla presidenza egiziana, il governo approva la legge che regolerà le prossime elezioni parlamentari previste, al momento, a marzo del 2015. Ma la prossima tornata elettorale, ultima tappa della road map partita con la deposizione di Mohammed Morsi nel luglio del 2013, più che mettere fine […]

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Egitto, approvata nuova legge elettorale. E’ bufera: “Farà sparire i partiti politici”

Sei mesi dopo l’elezione di Abdel Fattah El Sisi alla presidenza egiziana, il governo approva la legge che regolerà le prossime elezioni parlamentari previste, al momento, a marzo del 2015. Ma la prossima tornata elettorale, ultima tappa della road map partita con la deposizione di Mohammed Morsi nel luglio del 2013, più che mettere fine […]

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Egitto, approvata nuova legge elettorale. E’ bufera: “Farà sparire i partiti politici”

Sei mesi dopo l’elezione di Abdel Fattah El Sisi alla presidenza egiziana, il governo approva la legge che regolerà le prossime elezioni parlamentari previste, al momento, a marzo del 2015. Ma la prossima tornata elettorale, ultima tappa della road map partita con la deposizione di Mohammed Morsi nel luglio del 2013, più che mettere fine […]

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Sei mesi dopo l’elezione di Abdel Fattah El Sisi alla presidenza egiziana, il governo approva la legge che regolerà le prossime elezioni parlamentari previste, al momento, a marzo del 2015. Ma la prossima tornata elettorale, ultima tappa della road map partita con la deposizione di Mohammed Morsi nel luglio del 2013, più che mettere fine […]

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Sei mesi dopo l’elezione di Abdel Fattah El Sisi alla presidenza egiziana, il governo approva la legge che regolerà le prossime elezioni parlamentari previste, al momento, a marzo del 2015. Ma la prossima tornata elettorale, ultima tappa della road map partita con la deposizione di Mohammed Morsi nel luglio del 2013, più che mettere fine […]

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Sei mesi dopo l’elezione di Abdel Fattah El Sisi alla presidenza egiziana, il governo approva la legge che regolerà le prossime elezioni parlamentari previste, al momento, a marzo del 2015. Ma la prossima tornata elettorale, ultima tappa della road map partita con la deposizione di Mohammed Morsi nel luglio del 2013, più che mettere fine […]

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Sei mesi dopo l’elezione di Abdel Fattah El Sisi alla presidenza egiziana, il governo approva la legge che regolerà le prossime elezioni parlamentari previste, al momento, a marzo del 2015. Ma la prossima tornata elettorale, ultima tappa della road map partita con la deposizione di Mohammed Morsi nel luglio del 2013, più che mettere fine […]

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Egitto, approvata nuova legge elettorale. E’ bufera: “Farà sparire i partiti politici”

Sei mesi dopo l’elezione di Abdel Fattah El Sisi alla presidenza egiziana, il governo approva la legge che regolerà le prossime elezioni parlamentari previste, al momento, a marzo del 2015. Ma la prossima tornata elettorale, ultima tappa della road map partita con la deposizione di Mohammed Morsi nel luglio del 2013, più che mettere fine […]

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Palestina: esercito israeliano demolisce fabbrica vicino Ramallah

(Agenzie) Truppe israeliane hanno demolito una fabbrica palestinese nei pressi di Ramallah, in Cisgiordania, con la motivazione che era stata costruita senza permesso, secondo quanto riportato dal proprietario. “Forze militari israeliane con il supporto di un bulldozer si sono introdotte nel quartiere di Yasamin nel villaggio di Al-Bireh nelle prime ore del mattino e hanno demolito […]

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Siria: nel 2014 morti almeno 60 giornalisti

(Agenzie) Secondo il rapporto annuale del Comitato per la Protezione dei Giornalisti, almeno 60 giornalisti sono morti mentre lavoravano in Siria. Il Comitato ha dichiarato che sta ancora indagando sulla morte di altri 18 giornalisti. Queste ultime cifre portano il totale dei giornalisti uccisi in Siria dall’inizio della guerra civile a 79, il 2014 rivelandosi l’anno […]

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Libia: 18 morti, 69 feriti in scontri a Bengasi

(Agenzie) Sono almeno 18 i soldati rimasti uccisi e altri 69 feriti negli scontri tra le forze leali all’ex generale Khalifa Haftar e gli uomini della milizia islamista Ansar al-Sharia nella zona orientale di Bengasi, in Libia. Gli scontri peggiori si sono avuti nei quartieri di al-Sabri e al-Lethi, secondo fonti ufficiali. Le autorità libiche non […]

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E a Gaza arriva il primo impianto della Coca Cola

La guerra delle bollicine. Dopo oltre mezzo secolo il monopolio è finito. Certo, da quelle parti di soldi non ne girano molti. E ogni anno scoppia sempre qualche crisi che rischia di mandare in frantumi l’investimento. Però, ecco, quel unico marchio per molti non si poteva proprio sopportare. E allora ecco il diretto concorrente: stessa ricetta, […]

#Idlib, #Siria – 22 dicembre 2014 – Quattro bambini sono rimasti uccisi ed altr…

#Idlib, #Siria – 22 dicembre 2014 –
Quattro bambini sono rimasti uccisi ed altri 10 feriti in un attacco aereo delle forze del regime siriano su uno scuola bus nella località di Saraqeb nella giornata di lunedì.
Attacchi aerei sono stati condotti …


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#Idlib, #Siria – 22 dicembre 2014 –
Quattro bambini sono rimasti uccisi ed altri 10 feriti in un attacco aereo delle forze del regime siriano su uno scuola bus nella località di Saraqeb nella giornata di lunedì.
Attacchi aerei sono stati condotti dall’aviazione siriana anche sulle località di Binnish e Maarat Al Nouman, nelle quali si sono registrate tre vittime, così come sui villaggi intorno alla base aerea di Abu Al Duhur.

Lo scuola bus che è stato colpito dall’attacco aereo a Saraqeb
[Video] https://youtu.be/D6-L6oZVZsI
[Foto] http://on.fb.me/1zXeJ1l
Una bambina mentre viene soccorsa a Saraqeb
[Foto] http://on.fb.me/1xbUde6
Un bambino rimasto ucciso nell’attacco su Saraqeb
[Foto] http://on.fb.me/1rdCEYq
I primi momenti dopo l’attacco aereo delle forze del regime su Maarat Al Nouman
http://youtu.be/dZfkkBVdsOc
I primi momenti dopo un attacco aereo dell’aviazione siriana su abitazioni civili a Binnish
https:youtu.be/nQ0-GZu_6ZM

Foto scattata a Saraqeb. Continua a leggere

#Idlib, #Siria – 22 dicembre 2014 – Quattro bambini sono rimasti uccisi ed altr…

#Idlib, #Siria – 22 dicembre 2014 –
Quattro bambini sono rimasti uccisi ed altri 10 feriti in un attacco aereo delle forze del regime siriano su uno scuola bus nella località di Saraqeb nella giornata di lunedì.
Attacchi aerei sono stati condotti dall’aviazione siriana anche sulle località di Binnish e Maarat Al Nouman, nelle quali si sono registrate tre vittime, così come sui villaggi intorno alla base aerea di Abu Al Duhur.

Lo scuola bus che è stato colpito dall’attacco aereo a Saraqeb
[Video] https://youtu.be/D6-L6oZVZsI
[Foto] http://on.fb.me/1zXeJ1l
Una bambina mentre viene soccorsa a Saraqeb
[Foto] http://on.fb.me/1xbUde6
Un bambino rimasto ucciso nell’attacco su Saraqeb
[Foto] http://on.fb.me/1rdCEYq
I primi momenti dopo l’attacco aereo delle forze del regime su Maarat Al Nouman
http://youtu.be/dZfkkBVdsOc
I primi momenti dopo un attacco aereo dell’aviazione siriana su abitazioni civili a Binnish
https:youtu.be/nQ0-GZu_6ZM

Foto scattata a Saraqeb.

Hamas sceglie di nuovo Teheran anziché Ramallah

Di Hazem Amin. Al-Hayat (21/12/2014). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio. La cosiddetta “Nakba” o catastrofe che ha colpito la Fratellanza Musulmana si ripresenta nella decisione del Movimento Hamas (filiale palestinese dei Fratelli Musulmani). Il termine “Nakba”, però, non deve essere interpretato nel senso palestinese: essa fa riferimento alla “ascesa e decadenza di una comunità” […]

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Tunisia: proteste contro partito Essebsi nel Sud del Paese

(Agenzie) Diversi manifestanti hanno attaccato il quartier generale del partito Nidaa Tounes nella provincia meridionale di Tataouine per protestare contro l’elezione alla presidenza del leader del partito, Beji Caid Essebsi. I manifestanti hanno dato fuco alla sede del partito dopo che alcuni sostenitori di Essebsi hanno intonato slogan contro il suo rivale, il presidente uscente Moncef Marzouki. […]

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Turchia: UE approva programma assistenza per 1,9 miliardi

(Agenzie) L’Unione Europea ha approvato un programma di assistenza per la Turchia, come annunciato dal ministero degli Esteri turco. L’approvazione è stata data nel quadro dello Strumento di Assistenza Pre-adesione dell’UE. Il finanziamento, secondo il ministero, servirà alla Turchia per avviare la prima parte di progetti prevista dallo Strumento per il periodo 2014-2020.  

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Egitto: valico Rafah aperto per un altro giorno

(Agenzie) Le autorità egiziane hanno deciso di tenere aperto il valico di Rafah per un terzo giorno consecutivo. Secondo Abu Rahba, capo dell’autorità di frontiera palestinese, il valico resterà aperto per permettere ad altri palestinesi bisognosi di aiuti di lasciare la Striscia di Gaza. Il valico è stato riaperto la scorsa domenica dopo settimane di chiusura, […]

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Essebsi è ufficialmente il nuovo presidente della Tunisia

(Agenzie). Con il 55,68% di voti, il leader del partito laico Nidaa Tounes, Béji Caïd Essebsi, è ufficialmente il nuovo presidente della Tunisia. Il suo rivale, il presidente uscente Moncef Marzouki, è arrivato secondo con il 44.32% di voti. L’affluenza alle urne è stata pari al 60,11% degli aventi diritto al voto del Paese.

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Rania di Giordania: donna di Stato, regina di Instagram

Di Carmen Rengel. El País (20/12/2014). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. La regina Rania di Giordania ha cambiato pelle. Il processo è stato lento, graduale, ma adesso è solido e visibile. Rania è una donna di Stato capace di imporsi e gridare contro Daish (conosciuto in Occidente come ISIS), che il suo tentativo di “sequestrare” […]

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Aleppo, sulla prima linea Reportage in inglese tra le linee dell’ Esercito Libe…

Aleppo, sulla prima linea

Reportage in inglese tra le linee dell’ Esercito Libero Siriano lungo la linea del fronte ad Aleppo, uno dei teatri dei maggiori scontri in corso in queste settimane. In 5 minuti vedrete l’artiglieria artigianale usata dal Fronte Islamico, sentire le opinioni di una persone comune che forse ne rappresenta tante altre e sopratutto sentire le parole di un comandante dell’ Esercito Libero Siriano…

Il reporter e` Rami Jarrah ed io mi unisco alle parole che ha pronunciato a fine servizio: finche` c’e` quella bandiera a sventolare, quella dell’indipendenza siriana, quella con il verde e le tre stelle, finche` sventola quella bandiera la rivoluzione e` viva!


‫”أنا برس” ترصد واقع الجيش الحر على خطوط التماس الأولى في حلب‬

‫تقرير هام باللغة الانجليزية و مترجم للعربيةتقرير مصور هام يرصد واقع الجيش الحر في خطوط التماس الأولى في مدينة حلب ‬ Continua a leggere

Gerusalemme: incursioni e proteste nel complesso della Moschea al-Aqsa

(Agenzie) Numerosi coloni ebrei hanno occupato il complesso della Moschea al-Aqsa dopo l’appello di diversi gruppi per un’incursione di massa nel luogo di culto per segnare la festività ebraica del Hanukkah. “Sono circa 70 gli ebrei che sono entrati nel complesso attraverso la Porta al-Magharbeh sotto la protezione della polizia israeliana”, ha dichiarato Azzam al-Khatib, uno […]

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Algeria: un regime salafita in fieri?

Di Michel Gourd. Le Matin dz (22/12/2014). Traduzione e sintesi Carlotta Caldonazzo. Il clan del presidente algerino Abdelaziz Bouteflika è occupato solo ad alimentare il proprio potere, nonostante le capacità motorie notevolmente ridotte del capo di Stato. Nessun problema per Amar Saadani, segretario generale del Fronte di Liberazione Nazionale (FNL), che obietta l’integrità delle capacità […]

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Siria: sospetto drone israeliano abbattuto su Quneitra

(Agenzie). Pare che ieri, domenica 21 dicembre, un drone israeliano sia stato abbattuto su Quneitra, cittadina distrutta sulle alture del Golan e zona minata occupata da Israele. I media statali hanno detto che il drone stava volando sopra il paese di Hadar quando è stato abbattuto. Non è stato immediatamente chiaro se fosse stato effettivamente […]

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Algeria: processo in contumacia per leader AQMI

(Agenzie) Ha inizio oggi in Algeria il processo in contumacia per Abelmalek Droukdel, leader di al-Qaeda nel Maghreb Islamico (AQMI). Insieme al leader, vengono inoltre processati altri 26 membri dell’organizzazione terrorista. Le accuse contro Droukdel e gli altri 26 imputati sono di “omicidio premeditato, appartenenza ad un gruppo terroristico, minaccia alla sicurezza dei cittadini, istigazione ad […]

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Yemen: scontri tra l’esercito e i separatisti sudisti

(Agenzie). Un civile è rimasto ucciso ed un altro ferito negli scontri di oggi in Yemen tra l’esercito e i separatisti sudisti nella provincia di Shabwah. Secondo i testimoni, i militanti avrebbero tagliate diverse strade del capoluogo della provincia di Ataq, bruciando pneumatici e ordinando la chiusura di diversi negozi in città, come parte di una campagna di “disobbedienza”, […]

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Iran: presidente parlamento Iran a Beirut

(Agenzie). Il presidente del parlamento dell’Iran, Ali Larijani, è arrivato a Beirut per una visita ufficiale in cui incontrerà vari funzionari libanesi. Secondo le fonti, terrà anche una conferenza alla Lebanese University. Larijani è arrivato al Rafic Hariri International Airport da Damasco, accompagnato dal vice ministro degli Esteri Hossein Amir Abdul Allahaan.  

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Siria: imposte restrizioni di viaggio per gli uomini

(Agenzie). Il governo siriano ha imposto delle restrizioni di viaggio per gli uomini. La decisione è stata spiegata in una sorta di memorandum indirizzato al personale di frontiera e di immigrazione. Si prevede che tutti i maschi devono ricevere un permesso speciale per lasciare il paese, anche se hanno completato il periodo di servizio militare. […]

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Tunisia: Essebsi vince secondo turno elezioni

(Agenzie). Il leader del partito laico Nidaa Tounes,Béji Caïd Essebsi, vince il secondo turno delle elezioni presidenziali con il 55 per cento dei voti. Questo secondo gli exit poll. Il presidente uscente Moncef Marzouki non riconosce la sconfitta e parla di testa a testa, denunciando su Facebook anche irregolarità e brogli.    

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Il partenariato europeo con il mare

Di Samir Aita. As-Safir (20/12/2014). Traduzione e sintesi di Mariacarmela Minniti. Dopo l’insediamento della nuova Commissione e l’elezione del nuovo Parlamento europeo, nelle capitali dell’Unione sono iniziate complesse discussioni per riplasmare le politiche di vicinato, tra cui il cosiddetto “Partenariato Euromediterraneo”. La difficoltà deriva dal fatto che il Parlamento europeo ha nuove competenze di controllo […]

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Tunisia: affluenza al 56%

(Agenzie). Quasi il 56% degli aventi diritto al voto ha votato al secondo turno delle elezioni presidenziali in Tunisia, contro il 64% della prima tornata a novembre. Tra i tunisini all’estero invece la percentuale è stata del 26%. I seggi sono stati aperti dalle 8 della mattina fino alle 18.    

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Le conseguenze del crollo dei prezzi del petrolio nel Golfo

Akhbar al-Khalieej (17/12/2014). Traduzione e sintesi di Valentina Pelosi. Il 16 dicembre scorso, le azioni dei mercati finanziari dei Paesi del Golfo sono crollate in modo repentino, con profonde perdite degli investitori dovute all’impatto del calo dei prezzi del petrolio, dato che il Brent è sceso al di sotto dei 60 dollari al barile per la […]

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La cantante libanese Yasmine Hamdan arriva agli Oscar

Al-Arabiya. La canzona d’amore “Hal”, scritta e interpretata dalla cantante, autrice e attrice libaese Yasmine Hamdane, si è guadagnata la nomination agli Oscar nella categoria della Migliore Canzone Originale, insieme ad altre 79 tracce. “Hal” è infatti inserita nella colonna sonora del film “Solo gli amanti sopravvivono”, presentato al Festival di Cannes 2013. Nel film, la Hamdan […]

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Tunisia: partecipazione bassa nelle prime ore di apertura seggi

(Agenzie) I seggi elettorali delle varie province tunisine hanno registrato una partecipazione alquanto bassa nelle prime ore dall’apertura. Secondo l’Istanza Superiore Indipendente per le Elezioni (ISIE), nelle prime due ore e mezzo (dalle 8 fino alle 10:30) la partecipazione si aggirava intorno al 14%.  

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Giordania: prima esecuzione dal 2006

Al-Arabia (21/12/14). 11 persone sono state condannate a morte per impiccagione oggi in Giordania, dopo otto anni di moratoria informale sulla pena di morte. Si tratta di undici condannati per omicidio in diversi casi risalenti al 2005-2006, ma soprattutto sono le prime esecuzioni dal 2006. Un fatto preoccupante per le associazioni che si battono contro […]

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Algeria: verso una filiera agroalimentare blindata

Le Maghreb dz (21/12/2014). L’Algeria ha istituito l’Osservatorio nazionale per le filiere agricola e agroalimentare (Onfaa), che dovrà monitorare la situazione dei prezzi e del mercato del settore, fornendo supporto al Ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale per eventuali misure da adottare. Il nuovo organismo, lungi dall’essere un sostegno per i lavoratori del settore agricolo, […]

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Turchia: programa Tv accusato di immoralità

Hürriyet daily news (21/12/2014). Le autorità di Ankara hanno multato un celebre programma Tv per 410mila lire turche per aver mostrato uomini sposati ballare con altre donne sotto gli occhi delle loro mogli. Il Consiglio supremo per la radio e la televisione (Rtük) ha deciso di punire così Kanal D per il suo noto programma “Ben Bilmem Eşim Bilir” (I […]

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Tunisia: Daish ed elezioni presidenziali

Di Mohamed Yassine Jelassi. Al-Hayat (19/12/2014). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti. Alcuni membri di Daish (conosciuto in Occidente come ISIS), tra cui il famoso Abou Mouqatil, aka Boubaker al-Hakim, hanno rivendicato gli omicidi, commessi nel corso del 2013, di due politici tunisini d’opposizione, Chokri Belaïd e Mohamed Brahmi. La notizia, che è stata diffusa […]

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Egitto: rimpasto nell’intelligence

Al Bawaba (21/12/2014). Fonti ufficiali riferiscono che oggi il generale Mohammed Farid al-Tohami, un tempo mentore del presidente egiziano Abdel Fattah el Sisi, è stato sostituito dal suo vice, Khaled Fawzi, a capo dell’intelligence, ufficialmente per motivi di salute. Fawzi è stato a lungo ufficiale dell’intelligence e capo della sicurezza nazionale, ma al di là delle sue […]

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Tunisia: urne aperte per le presidenziali

Tunivisions (21/12/2014). Urne aperte oggi in Tunisia per il ballottaggio delle prime elezioni presidenziali dalla rivoluzione del 2011. Massima allerta delle forze di sicurezza, che sventano un attentato contro il candidato di Nidaa Tounes, Béji Caid Essebsi. 5,3 milioni di cittadini sono chiamati a scegliere tra i due candidati, il presidente uscente Moncef Marzouki del […]

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Le colline, il deserto, le proteste Viaggio in Israele e Palestina

L’autore delle istantanee lo conosco. Abbiamo studiato nella stessa università. Abbiamo litigato – e continuiamo a farlo – su tutto quello che riguarda Israele e Palestina, Gerusalemme e Gaza, Hamas e Netanyahu. Perché lui, Simone Giovanni Colombo, 30 anni di Lecco, è dichiaratamente, smaccatamente filo-palestinese. Il che poco – o mal – si concilia con […]

Palestina: Hamas condanna azioni Israele

(Agenzie) Il leader del movimento palestinese Hamas, Salah Bardawil, ha dichiarato che azioni di Israele nella Striscia di Gaza minano l’accordo di cessate-il-fuoco dello scorso agosto. Bardawil ha affermato che “i radi israeliani di questa mattina e il continuo bersagliare i pescatori e i contadini minano l’accordo di cessate-il-fuoco” e che “le violazioni quotidiane [di Israele] nella […]

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L’Iraq si prepara alla battaglia per la sua libertà

Di Shukur Khilkhal. Al-Monitor (18/12/2014). Traduzione e sintesi di Carlo Boccaccino. In Iraq è nuovamente scoppiata la guerra per i diritti civili. La scintilla è stata una proposta di legge riguardante la libertà d’espressione avanzata durante il governo dell’ex primo ministro Nuri al-Maliki nell’ottobre del 2012, ma che non vide poi la luce perché le […]

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Iran: “I luoghi sacri in Iraq sono la nostra linea rossa”

(Agenzie) Il ministro della Difesa iraniano, Hossein Dehgham, ha dichiarato che i luoghi sacri dell’Iraq sono le linee rosse della Repubblica Islamica. “L’Iran interverrà immediatamente se questi luoghi verranno minacciati da Daish (conosciuto in Occidente come ISIS) o da altri gruppi armati”, ha affermato il ministro in un’intervista televisiva. Il ministro ha inoltre sottolineato che Teheran […]

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Marocco: oggi la finale della Coppa del mondo per club FIFA 2014

(Agenzie) Si conclude oggi l’edizione 2014 della Coppa del mondo per club FIFA, che si è svolta in Marocco negli ultimi dieci giorni e che ha visto sfidarsi sette squadre da diverse parti del mondo. Oggi la partita decisiva per la proclamazione della squadra vincitrice del torneo: questa sera a Marrakech lo scontro finale tra la […]

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Tunisia: ultimi preparativi per le presidenziali

(Agenzie) La Tunisia si appresta agli ultimi preparativi del secondo turno delle elezioni presidenziali, voto storico che vede il presidente uscente, Marzouki contro il leader del principale partito del Paese, Essebsi, e che arriva alla fine di un periodo di transizione post-rivoluzionaria durato 4 anni. Sono circa 5,3 milioni i tunisini chiamati alle urne domenica 21 […]

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Egitto: arrivato al Cairo nuovo ambasciatore USA

(Agenzie) Il nuovo ambasciatore americano in Egitto, Stephen Beecroft, è arrivato al Cairo per ricoprire il posto vacante sin dal luglio 2013, dopo la deposizione dell’ex presidente Morsi. Finora, il posto era stato occupato dall’incaricato d’affari statunitense, subentrato all’ex ambasciatrice Anne Patterson, la quale aveva completato il suo mandato dopo la caduta di Morsi, appunto.  

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Egitto: due giorni di apertura del valico di Rafah

(Agenzie) Secondo quanto riportato da Maher Abu Saba, capo dell’autorità di frontiera palestinese, le autorità egiziane riapriranno il valido di Rafah nei giorni di domenica e lunedì per permettere ai palestinesi di raggiungere Gaza. Secondo la fonte, sono circa 3.000 i palestinesi bloccati in Egitto a causa della chiusura del passaggio, iniziata lo scorso 24 ottobre […]

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Radio M, prima radio libera d’Algeria?

xxx yyyradioM3 110Mentre si fanno i primi faticosi passi verso un’apertura del settore televisivo all’iniziativa privata, quello delle radio resta bloccato fino al 2015. Questo non ha impedito a Radio M di muoversi con anticipo per diventare una delle prime radio libere del paese. Compito facilitato dalla sovvenzione ottenuta attraverso il programma Ebticar. Incontro con Nejam Rondeleux, giornalista del team di Radio M. (Ebticar/Radio M)

L’arabo, la mia lingua

(di Zanzuna). Il 18 dicembre è la giornata internazionale della lingua araba. La mia lingua. La lingua che mi rappresenta, la lingua che mi rende fiera. La lingua araba per […]

L’arabo, la mia lingua

(di Zanzuna). Il 18 dicembre è la giornata internazionale della lingua araba. La mia lingua. La lingua che mi rappresenta, la lingua che mi rende fiera. La lingua araba per […]

Libia: il G5 del Sahel chiede l’intervento militare

Al Akhbar (20/12/2014). I paesi del gruppo G5 del Sahel, Mauritania, Mali, Niger, Burkina Faso et Chad, riuniti ieri a Nouakchott, hanno chiesto alla comunità internazionale un intervento militare per risolvere il conflitto tra milizie tribali in Libia. Il presidente mauritano e presidente di turno dell’Unione Africana Mohamed Ould Abdel Aziz ha spiegato alla stampa che i […]

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Tunisia: perdite per il settore agricolo

Al Ahbar (20/12/2014). Uno studio pubblicato negli scorsi giorni dalle autorità tunisine fa emergere perdite consistenti per il settore agricolo nei primi otto mesi di quest’anno. L’agricoltura tunisina dunque continua a perdere terreno, solo da gennaio ad agosto 2014 le perdite sono state di 50 milioni di dinari, pari a circa 20 milioni di euro. […]

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Marocco: nove migranti morti a largo di Tangeri

Telquel (20/12/2014). Nove migranti irregolari, di cui tre bambini, sono morti ieri nel naufragio dell’imbarcazione sulla quale erano salpati dal tratto di costa tra Tangeri e Fnideq. Fonti ufficiali riferiscono che il gommone trasportava trenta persone, partite per raggiungere l’Europa e realizzare migliori condizioni di vita, ma poco dopo la partenza ha iniziato a imbarcare acqua. La Marina […]

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Siria: al Cairo per una soluzione politica

Al-Quds al-Arabi (20/12/2014). Al via questa mattina la visita ufficiale al Cairo della delegazione del Comitato nazionale siriano di coordinazione per il cambiamento democratico (Cnc), nel tentativo di trovare una soluzione politica al conflitto. Fonti vicine al Cnc riferiscono che la delegazione, guidata da Hassan Abdelazim, incontrerà i massimi esponenti politici egiziani, con i quali scambierà prospettive e punti […]

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Gaza: risveglio sotto le bombe

(Agenzie) 20/12/2014. All’alba di stamane l’aviazione di Tel Aviv ha bombardato la zona meridionale della Striscia di Gaza, in rappresaglia contro il lancio di un razzo in territorio israeliano. Un portavoce del Ministero della Sanità della Striscia di Gaza ha riferito che l’attacco, il primo dall’accordo sul cessate il fuoco dello scorso 26 agosto, non ha […]

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Dubai International Film Festival: una vittoria dal volto femminile (video)

Di Omar Abd Rabah. Al-Arabiya (17/12/2014). Traduzione e sintesi di Lorenzo P. Salvati. Incetta di premi per le donne all’undicesima edizione del DIFF 2014 (Dubai International Film Festival), la rassegna cinematografica di Dubai che ha visto la proiezione di ben 118 film provenienti da 48 paesi diversi. Fra i vincitori i registi di Yemen, Emirati […]

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La biblioteca di Amanullah: Acconcia, Breccia, Borri e la guerra

La guerra finisce per occupare non solo le nostre giornate ma anche le nostre letture. Gli ultimi tre libri sul mio comodino son volumi che trattano della guerra. Con tre punti di osservazione differenti. Gastone Breccia nel suo Le guerre afgane traccia un profilo storico molto comodo se si vuole avere in poche pagine un riepilogo dei conflitti che hanno occupato soprattutto la storia contemporanea afgana. Forse la parte meno interessante è quella sulla guerra della Nato – l’ultima insomma – dove su qualche giudizio si potrebbe anche sindacare (lasciamo che a giudicarla e giudicarci ci pensino tra qualche anno). Ma per il resto mi pare un buon libro da avere in biblioteca: ben trattata la guerra dei sovietici (su cui in italiano c’è pochissimo) e ben trattate le guerre angloafgane. Lettura scorrevole e piacevole inoltre. E direi documentata.

Francesca Borri, giornalista freelance per cui non nascondo una certa simpatia (anche se non la conosco di persona) per via delle tante polemiche che hanno sollevato le sue prese di posizione, racconta ne La guerra dentro il conflitto siriano. Non solo, ma è lì che la sua attenzione si concentra. E’ un buon libro sulla Siria in cui l’autrice non nasconde la sua empatia e simpatia per la popolazione civile, protagonista di quel conflitto. L’analisi non manca nel racconto di Francesca ma, a mio avviso, finisce per farne le spese a dispetto di una tendenza dell’autrice a  indugiare fin troppo sullo scenario: tappezzato di bombe, sangue, missili e proiettili che bucano quasi ogni pagina del suo libro. Forse un racconto meno ossessionato da quel fragore di bombe mi avrebbe convinto di più. C’è anche un altro punto su cui credo Francesca avrebbe dovuto soffermarsi e che nel libro è toccato solo qui e là: la condizione del freelance e del circo mediatico degli inviati. Il free lance appare spesso (lo è l’autrice) e anche le sue (giuste) rimostranze sull’ottusità dei desk romani o milanesi, ma forse il libro mi avrebbe appassionato (e divertito) di più se quel racconto – invero succulento e davvero mai raccontato – si fosse sviluppato con la verve che la Borri ha applicato a tanti scritti affidati al web sull’argomento. Certo, è difficile usare lo staffile quando poi ti toccherà richiamare il tal caposervizio e il tal altro capo redattore e la Borri certo non pensava a un libro per “divertire”, ma Francesca avrebbe titolo, scrittura e sufficiente ironia per trattare l’argomento diffusamente in un altro volume solo dedicato a quello. La invito a farlo e me ne faccio sponsor – per quanto questo possa valere – sin da ora.

Un’altra guerra raccontata è quella che Giuseppe Acconcia snoda  in Egitto, democrazia militare, un saggio che ripercorre – attraverso molti dei suoi pezzi scritti per il manifesto e altri quotidiani – il conflitto egiziano, una guerra a tutti gli effetti. Il libro va à rebour e cioè comincia col generale dittatore Al Sisi per poi andare alle origini, quando inziò la primavera araba. Si può così anche leggere il libro dalla fine il che, per seguire bene il filo della storia, aiuta forse di più. Giuseppe Acconcia (che invece conosco personalmente) è non solo un buon reporter ma anche un buon analista cosa che credo debba ai suoi studi e a una certa tendenza all’approfondimento nella ricerca delle ragioni. Inoltre Acconcia guarda molto alla storia della sinistra egiziana (non so se è perché scrive per il manifesto) e questo dà al libro un sapore che può piacere soprattutto a chi la sinistra e la laicità hanno nel cuore (ammetto, è il mio caso). Acconcia sfata molti miti, dai Fratelli musulmani alla “democrazia militare” del presidente in divisa. E tiene quel passo di umanità verso la gente (un’empatia simile a quella di Francesca anche se più asciutta) che è forse la vera chiave per capire le guerre. Se, come Francesca e Giuseppe (e mi ci metto anch’io), state dalla parte di chi le subisce.

La penisola del Musandam per Natale e capodanno ?

Dicembre e gennaio sono alta stagione, le temperature si aggirano intorno ai 25-30° e lo spettacolo è assicurato. L’ideale per una fuga di fine anno, no? La penisola del Musandam è uno dei quattro governatorati dell’Oman. È un’exclave, separata dal resto del sultanato dagli Emirati Arabi Uniti, che permette all’Oman di gestire insieme con l’Iran il controllo strategico sullo […]

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Turchia: mandato d’arresto per il predicatore Gulen

(Agenzie). Le autorità turche hanno emesso un mandato di cattura internazionale contro il predicatore musulmano Fethullah Gulen, leader di una confraternita islamica. L’accusa è quella di complottare contro Erdogan e rovesciarlo. Dopo essere stato alleato con Erdogan, ne è divenuto il nemico principale e dal 1999 si è volontariamente esiliato negli USA, a cui Erdogan è intenzionato a […]

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50 sfumature di odio: la risposta di Kamel Daoud minacciato da una fatwa

Di Kamel Daoud. Nouvelobs (17/12/2014) Traduzione e sintesi di Chiara Cartia Questione affascinante: com’è che c’è chi sente minacciata la propria identità, la propria convinzione religiosa, la propria concezione della storia e la propria memoria appena qualcuno la pensa diversamente? La paura di essere nell’errore spinge a imporre l’unanimità e a combattere la differenza? C’è dietro la […]

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Palestina: feriti durante manifestazioni contro Israele

(Agenzie). Diversi palestinesi sono stati feriti da colpi di pistola sparati da soldati israeliani per disperdere la folla durante una protesta contro l’occupazione israeliana in Cisgiordania, precisamente a Turmus Ayya. Le forze dell’esercito israeliano hanno arrestato quattro manifestanti, tra cui una donna americana. Le autorità israeliane non hanno ancora rilasciato dichiarazioni a riguardo.

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Marocco adotta nuova politica su asilo e immigrazione

(Agenzie) Il governo marocchino ha adottato una nuova strategia politica in materia di immigrazione e asilo, basta su una migliore gestione dei flussi migratori e sulla facilitazione dell’integrazione degli immigrati legali, nonché sulla lotta alla tratta degli esseri umani e la creazione di un quadro istituzionale di immigrazione. La nuova politica prevede 11 diversi programmi dedicati […]

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Cucina saudita: il mutabak

Con la ricetta di oggi vi proponiamo uno street food tipico dell’Arabia Saudita, ma diffuso moltissimo anche in Yemen e altri Paesi dell’Asia sudorientale, come Malesia, Singapore e Brunei: il mutabak! Ingredienti: Per l’impasto: 400g di farina di grano duro 180ml di acqua 80ml di olio 1 uov0 una presa di sale Per il ripieno: ½ cipolla 1 […]

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Siria: condannata l’artista Samar Kokash con accusa di terrorismo

(Agenzie). L’artista siriana Samar Kokash, figlia del regista Aladdin Kokash e dell’attrice Malak Sukkar, è stata condannata a 5 anni di carcere da scontare con l’accusa di finanziamento del terrorismo. Così si è espressa la Corte. Samar si è laureata presso l’Istituto Superiore d’Arte Drammatica in Siria nel 1995 e ha partecipato a molte opere in teatro, […]

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L’algerina Sabrina Latreche campionessa araba di scacchi

Al Huffington Post Maghreb. La nuova campionessa araba di scacchi è algerina: si chiama Sabrina Latreche, 21 anni, e lo scorso 15 dicembre si è aggiudicata la vittoria del campionato arabo di scacchi “Dames” ad Amman, in Giordania. La campionessa, socia della Olympique Moustakbel Sahel Eldjazair (OMSE) di Bologhine, in Algeria, ha battuto l’egiziana Wafa Shahenda in […]

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Bahrein: importazione di gas dalla Russia nel 2017

(Agenzie). L’ambasciatore della Russia ha dichiarato che il Bahrein inizierà ad importare gas dalla Russia nel 2017. Secondo quanto previsto, il gas sarà trasportato via mare ma non si fa riferimento alla quantità. Il rapporto ha anche fatto riferimento a recenti colloqui tra Viktor Zubkov, presidente del consiglio di amministrazione di Gazprom, e il ministro dell’Energia […]

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Ecco le donne che stanno salvando la Siria dalle bombe

The Syria Campaign (12/12/2014). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio. Fino ad ottobre, quasi tutti i membri ufficiali dei White Helmets – la Protezione Civile siriana – erano uomini. Ma ora, in sole poche settimane, ad Aleppo ed Idlib si sono create delle squadre composte da donne. Cinquantasei donne volontarie stanno al momento mettendo a […]

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Pakistan: esecuzione di sei ribelli dopo tragedia di Peshawar

(Agenzie). Il capo dell’esercito pakistano ha firmato l’esecuzione di sei ribelli islamici, dopo la revoca della moratoria sulla pena di morte, decisa dopo la strage nella scuola militare di Peshawar da parte dei talebani. Era dal 2008 che in Pakistan non avvenivano esecuzioni capitali, ad eccezione di un caso stabilito dalla corte marziale. Nel frattempo, […]

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Assemblea Generale ONU adotta risoluzione su diritto autodeterminazione popolo palestinese

(Agenzie) L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione, con una maggioranza schiacciante, che riconosce il diritto legittimo del popolo palestinese all’autodeterminazione, incluso il diritto ad avere uno Stato di Palestina indipendente. 180 Paesi hanno votato a favore della risoluzione, mentre solo 7 Stati hanno votato contro: Israele, USA, Isole Marshal, Micronesia, Nauru e Palau. […]

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Diario dall’altro Iraq/8. Non di solo pane

“L’assistenza umanitaria in Kurdistan fa acqua da tutte le parti e si regge fragilmente sulla capacità di poche persone, mentre l’inverno non fa sconti. C’è chi ritiene che sfollati e rifugiati vogliano soltanto ricevere, passivamente, qualcosa. Mentre andrebbero solo ascoltati un po’ di più”. Un nuovo racconto di Stefano Nanni da Dohuk. 

 

 

 

19 Dicembre 2014
di: 
Stefano Nanni da Dohuk – Kurdistan iracheno*

La guerra in Siria costa 35 miliardi di dollari alle economie della regione

(Agenzie) Un rapporto della Banca Mondiale ha stimato che il conflitto in Siria ha causato una perdita complessiva pari a 35 miliardi di dollari nelle economie dei Paesi vicini della regione, tra i quali ovviamente Siria e Iraq sono quelli a portare il fardello maggiore. Il rapporto ha sottolineato che l’ammontare delle perdite è equivalente al […]

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Tunisia: fine campagna elettorale e chiusura frontiera con Libia

(Agenzie) Si conclude oggi in Tunisia l’accesa campagna elettorale di Essebsi e Marzouki, i due candidati alle elezioni presidenziali che avranno luogo domenica 21 dicembre. Per questioni di sicurezza, soprattutto per quella delle provincie periferiche, le autorità tunisine hanno deciso di chiudere la frontiera con la Libia fino al prossimo mercoledì, con particolare attenzione ai valichi […]

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Iraq: curdi aprono corridoio per yazidi, si arrendono 15 militanti Daish

(Agenzie) Le forze curde impegnate nella battaglia contro Daish (conosciuto in Occidente come ISIS) in Iraq sono riuscite ad aprire un corridoio per far sì che migliaia di membri della minoranza yazidi, intrappolati per settimane sulle montagne, potessero finalmente essere liberi. Tale sviluppo è un altro passo avanti nell’offensiva lanciata dai combattenti peshmerga per riprendere la città […]

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Nahidh al-Ramadhani, la letteratura che mette a nudo l’uomo

Avete mai letto il testo di un’opera teatrale muta? O adorate come me le opere che vi entrano sotto la pelle, tante sono le emozioni che suscitano? Ecco, allora avete i miei stessi gusti letterari e non potrete non inebriarvi con gli scritti di Nahidh al-Ramadhani. Scrittore e drammaturgo iracheno, inedito in italiano, è nato […]

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Palestina: un veto alle Nazioni Unite? Tanto meglio

Di Carole Lyon. Courrier Internationale ( 17/12/2014). Traduzione e sintesi di Ismahan Hassen. Per i palestinesi, questo mercoledì 17 dicembre ha rappresentato un passo decisivo e un’occasione per osservare come si sono evolute le posizioni internazionali a proposito della questione palestinese. Per la diplomazia israeliana, invece, la stessa giornata si è rapidamente rivelata un vero […]

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La competizione jihadista in Af-Pak: tra “Al-Qa’ida” e “Isis” in Asia Meridionale (CeMiSS)

di Claudio Bertolotti

I taliban e l’espansione dello “Stato Islamico”
Ci sono alcuni indicatori che suggeriscono un’avanzata dello “Stato islamico dell’Iraq e del Levante” (ISIL/ISIS d’ora in poi IS, Stato Islamico) in Asia meridionale, in particolare nell’area dell’Af-Pak – tra i gruppi di opposizione armata afghani e pakistani – e in India. All’interno di tale dinamica espansione dell’IS, una parte dei taliban pakistani (Teherik-e-Taliban Pakistan, TTP) pare avviarsi verso l’istituzione di quella che sembra essere una “libera alleanza di mujaheddin”.
Il pericolo è concreto. E se è confermato che alcune fazioni dei TTP hanno dichiarato il proprio sostegno all’IS – al contrario di al-Qa’ida – è altresì vero che lo stesso gruppo – in rapporto di collaborazione con al-Qa’ida – ha ribadito la propria fedeltà ai taliban afghani del mullah Omar – i quali a loro volta sono legati ad al-Qa’ida (Fonte Reuters, 4 ottobre 2014). Un intreccio di interessi, equilibri precari e rapporti di collaborazione  e competizione che suggerisce la sussistenza di ragioni di preoccupazione:
–  in primis perché le dinamiche competitive tra gruppi jihadisti fortemente radicalizzati tendono ad acuire i conflitti portando le parti più “moderate” ad assumere un ruolo attivo nelle conflittualità locali – anche al fine di sopravvivere;
–  in secondo luogo perché le comunità non rientranti nelle rigide categorie dei gruppi radicali tendono a divenire il bersaglio proprio dei movimenti jihadisti estremisti; con la conseguenza di indurre alla conflittualità anche soggetti (o comunità, gruppi) che non ne avrebbero necessità.
In Pakistan si sono verificate spinte divergenti all’interno del movimento Tehrik-e-Taliban Pakistan.
Cinque comandanti TTP di alto livello hanno dichiarato la loro posizione a favore dell’IS, in linea con quanto espresso da Shahidullah Shahid: Saeek Khan, capo del gruppo dell’agenzia di Orakzai, Khalid Mansoor, capo della zona di Hangu, Daulat Khan, capo dell’agenzia di Kurram, Fateh Gul Zaman, capo dell’agenzia di Khyber e Mufti Hasan, capo della zona di Peshawar; per un totale di circa 700/1000 combattenti.
Il TTP ha subito numerose defezioni e allontanamenti nell’ultimo anno, in seguito alla morte del carismatico leader storico, Hakimullah Mehsud, colpito da un attacco drone statunitense nel novembre del 2013.
Sono segnali forti di un dinamismo centrifugo che sta caratterizzando il movimento dei taliban pakistani; al contrario i “cugini” afghani avrebbero trovato un giusto equilibrio. Dinamismo che avrebbe così portato alla nascita di due fronti: uno costituito dai TTP, dai taliban afghani e da Al-Qa’ida, l’altro formato dal gruppo scissionista dei TTP, dall’IS e dall’IMU (di cui si parlerà più oltre).

Jihad tra marketing e franchising
Si impone l’efficacia del marketing del jihad nell’area dell’Af-Pak.
Al-Qa’ida si sta indebolendo, ha perso quel mordente che l’ha caratterizzata negli anni dieci del nuovo millennio; come un marchio in franchising, non è riuscita ad imporsi alle nuove generazioni così come invece sta riuscendo l’IS.
Al-Qa’ida e lo Stato islamico IS/ISIL hanno intensificato l’opera di reclutamento all’interno del Pakistan e in alcuni paesi del Sud-Est asiatico, con ciò confermando la competizione nell’attività di arruolamento di elementi radicali, per lo più giovani.
Partiamo dal video di Al-Zawairi. Da un lato, il capo di Al-Qa’ida ha annunciato la creazione di una nuova forza islamica chiamata “Qaedat al-Jihad del subcontinente indiano”: un messaggio ricco di significati, al di là delle parole (Fonte SITE Intelligence Group).
Dall’altro, l’IS ha lanciato una propria campagna di reclutamento in Pakistan e in Afghanistan, attraverso un’opera di propaganda a livello locale e con metodi tradizionali del tipo “porta a porta” (Fonte Pakistan’s Express Tribune).
Quello a cui stiamo assistendo è uno sforzo parallelo condotto da due organizzazioni in competizione tra di loro: la prima con una presenza consolidata sul territorio, ma in fase di declino (al-Qa’ida), l’altra in piena fase espansiva, ma con un’esperienza limitata in Asia meridionale (IS).
Il video di al-Zawairi lascia intuire che al-Qa’ida si senta minacciata dall’emergere di un nuovo e alternativo soggetto jihadista, capace di conquistare i “cuori e le menti” dei più giovani in Medio Oriente e nel Sud Est asiatico, dove l’IS starebbe raccogliendo adesioni.
In tale contesto la residualità jihadista di al-Qa’ida nell’area dell’Af-Pak sarebbe minacciata da un competitor esterno che introduce il suo “prodotto” in un mercato che è alla ricerca di una nuova identità, svincolato da modelli passati, – certo di “successo”, ma un successo spostato indietro nel tempo; e il riferimento fatto da al-Zawairi a Osama bin Laden, all’interno del video, confermerebbe ancora una volta la necessità di richiamo al modello originale, tradizionale, in contrapposizione a quello “nuovo” dell’IS.

Brand al-Qa’ida e sviluppi regionali

Il paragone in termini “commerciali” descrive in maniera molto semplice lo sviluppo di quello che si delinea sempre più come un rapporto di competizione per il possesso esclusivo del brand “jihad”; e l’innovazione introdotta con il “marchio” “Qaedat al-Jihad del subcontinente indiano” si inserirebbe all’interno di questo spietato marketing del jihad.
E al-Zawairi si spinge oltre. Pretendendo il ruolo di leadership dello jihadismo globale e regionale, mobilita tutti i fedeli verso l’unità della Ummah, e lo fa attraverso il richiamo (che fu di Osama bin Laden) al Tawhid (monoteismo) e al jihad contro i suoi nemici.
Un richiamo a quella necessaria unità dei mujaheddin che deve contrapporsi a “differenze e discordia” tra jihadisti; un implicito riferimento all’IS. In particolare, è interessante notare il richiamo che al-Zawairi fa, nel suo intervento video, alla necessità di distruggere quei confini artificiali imposti dagli occupanti inglesi che continuano a dividere i musulmani del subcontinente indiano. È questa una risposta al messaggio che l’IS sta portando avanti in Medio Oriente, attraverso l’abbattimento dei confini che furono imposti nel secolo scorso dall’Occidente, quell’Occidente che oggi deve essere colpito, battuto.Un richiamo energico, quello di Ayman al-Zawairi, che si colloca in un momento difficile per al-Qa’ida e per la sua leadership poiché da più parti gli stessi appartenenti al movimento e i mujaheddin combattenti su diversi fronti (in particolare quello mediorientale) hanno manifestato i propri dubbi sull’efficacia del gruppo dirigente – e dello stesso  al-Zawahiri – arrivando a chiederne la rimozione. E ancora una volta, il video-messaggio si inserisce all’interno di dinamiche interne al gruppo; un video che mostrerebbe più le debolezze che non i punti di forza di un movimento che è stato di ben più ampia portata.

IS e l’opera di reclutamento in Af-Pak
Lo Stato Islamico nel subcontinente indiano è estremamente attivo sul fronte della propaganda. Una capacità che, al contrario, al-Qa’ida ha progressivamente ridotto.
Gli opuscoli propagandistici dell’IS, tradotti nelle lingue locali (urdu e pashto) e distribuiti in alcune zone del nord-ovest del Pakistan e nelle province di confine dell’Afghanistan, sono finalizzati alla promozione del brand “IS/ISIL”, dei suoi fini e della visione di un mondo in cui il Califfato islamico (Stato islamico) è soggetto forte e portatore di un messaggio inclusivo.
Al contrario, al-Qa’ida ha forti difficoltà a competere con la macchina propagandistica di IS, e ciò avverrebbe poiché:
1.    manca un’adeguata capacità comunicativa sul piano virtuale – è sufficiente raffrontare il numero di account “Twitter” di IS rispetto ad al-Qa’ida, o la presenza sui social media;
2.    mancano i risultati sul fronte “reale”, poiché al-Qa’ida – al contrario di IS che è un proto-Stato in grado di autofinanziarsi e amministrare un proprio apparato – non ha una presenza sul territorio, non possiede brigate combattenti, manca di contatto con la realtà;
3.    non è in grado di opporsi concretamente al governo pakistano.
In tale contesto, svantaggioso per al-Qa’ida, l’IS riesce a competere in maniera efficace per una notevole quota di mercato del jihad. Quale brand avrà più successo?
–  Da un lato l’opera di restiling e il difficile rilancio dello storico marchio di al-Qa’ida.
–  Dall’altro, l’irruente comparsa di IS, il nuovo marchio del jihad, capace di colmare rapidamente e con efficacia i vuoti lasciati da un’al-Qa’ida non in grado di muoversi agevolmente, né capace di utilizzare un linguaggio accattivante.
In sintesi, IS guadagna terreno mentre al-Qa’ida avanza con fatica, tra difficoltà interne e limiti esterni. Ma è bene ricordare che l’IS è privo di strutture e di organizzazione nell’area dell’Af-Pak e dell’intero subcontinente indiano; almeno per il momento.

IMU: l’Islamic movement of Uzbekistan
Il Movimento islamico dell’Uzbekistan collabora apertamente con al-Qa’ida, i TTP e i taliban afghani. È probabile che l’attuale forza del movimento sia superiore ai 2.000 mujaheddin – dei quali 700 combattenti e 140 istruttori concentrati nel nord dell’Afghanistan – sebbene siano al momento in atto alcune defezioni a causa dell’ambigua strategia che porrebbe come obiettivo principale la lotta all’interno dell’Asia centrale in alternativa al jihad globale.
L’IMU disporrebbe anche di un numero imprecisato di militanti, sostenitori e attivisti in Asia centrale, nel Caucaso, in Iran e in Siria; combattenti dell’IMU sarebbero al fianco di al-Qa’ida in Iraq e Siria e con un ulteriore gruppo dell’Asia centrale (Seyfuddin Uzbek Jamaat).
Stando alle dichiarazioni del movimento, circa Il 10% della forza dell’IMU in Afghanistan e in Pakistan è rappresentata da organizzazioni alleate quali l’Islamic Movement of Turkmenistan (IMT) e il Tajikistan’s Islamic Renaissance Party (IRP); quest’ultimo partito islamista legale[1]. E ancora l’East Turkestan Islamic Movement (ETIM).
L’IMU ha proprie fonti di finanziamento, che sono separate da quelle dei taliban sebbene godano degli stessi diritti di rappresentanza dei taliban; è dunque probabile una presenza di appartenenti all’IMU a livello distrettuale e provinciale e all’interno delle commissioni per quanto, dopo la “rottura” seguita all’avvio del dialogo negoziale Taliban-Usa-Governo afghano, l’IMU abbia spostato la propria area operativa nel nord dell’Afghanistan dove collaborerebbe con i taliban locali. Rimangono comunque separate le due organizzazioni, così come lo sono la catena di comando e l’attività di finanziamento[2].
L’IMU, dal 2010, coopererebbe in prevalenza con i gruppi di opposizione armata non-pashtun, anche taliban afghani, così come con i taliban pakistani; ma anche con i gruppi jihadisti regionali e con la stessa al-Qa’ida.
Più in generale, l’IMU ha preso parte alle dinamiche insurrezionali dell’Asia centrale e del Medio Oriente, tra cui il sostegno all’iraniano Jundullah in Baluchistan (movimento sunnita baluchi in lotta contro l’Iran), così come ha sostenuto altri piccoli gruppi jihadisti tra i quali l’IMT in Turkmenistan, e ancora in Kazakhstan, in  Cecenia e collaborato con altri gruppi legati ad al-Qa’ida in Siria; a ciò si aggiungono non meglio specificate attività di sostegno in “alcuni paesi africani”.
IMU e Stato Islamico
Il 26 settembre 2014, il leader dell’IMU Usman Ghazi ha dichiarato il proprio sostegno all’IS (Radio Free Europe/Radio Liberty’s, Uzbek Service, 4 ottobre 2014).  Ciò implica una significativa modifica degli equilibri del movimento e tra i gruppi jihadisti regionali poiché un avvicinamento all’IS comporterebbe un allontanamento da al-Qa’ida.
Questo anche sul piano economico-finanziario poiché un cambio di alleanza comporterebbe una riorganizzazione dei finanziamenti verso l’IMU, non più da al-Qa’da bensì dallo Stato Islamico di Abu Bakr al-Baghdadi, in grado di registrare entrate giornaliere di 2/4 milioni di dollari (USD).
Dunque una partnership con l’IS rappresenterebbe per l’IMU un vantaggio in termini di sostegno economico da sfruttare in Asia Centrale.

Considerazioni, valutazioni, previsioni
L’ombra dello Stato Islamico muove verso il subcontinente indiano.
In un mondo sempre più interconnesso dove le conflittualità locali sono condizionate e influenzate da spinte di natura globale, la violenza radicale che imperversa nel Vicino e Medio Oriente si sta espandendo a macchia d’olio; al di là dei risultati militari e delle manifestazioni violente e crudeli, ciò che deve preoccupare è la diffusione dell’ideologia, del suo veloce radicamento, del proselitismo di successo che anticipa, sì, l’accendersi della violenza, ma che al contempo permane indipendentemente dallo spostamento della linea del fronte di combattimento.
E un Afghanistan non stabilizzato è una terra di facile conquista per le ideologie radicali.
I taliban di oggi non solo quelli di dieci o quindici anni fa, è vero. Ma potrebbero tornare a esserlo in caso di contatto (reale o “virtuale”) con i gruppi radicali e fondamentalisti operativi in Iraq, o in Siria; anche in questo caso un copione già conosciuto[3].
Rischio di un fondamentalismo di ritorno a cui il governo afghano deve porre un argine attraverso una soluzione di compromesso che preveda quel necessario power-sharing – formale o informale, questo poco importa – che conceda l’accesso a forme di potere reale anche ai taliban (le cui finalità sono – al momento – di natura “nazionale” e non globale) e agli altri importanti gruppi di opposizione armata: questa è una soluzione accettabile, oggi certamente necessaria.


[1] A. Giustozzi, End game, The IMU shifts its jihadist strategy, in Jane’s Intelligence Review, novembre 2014, pp. 18-23.
[2] Ibidem.
[3] C. Bertolotti, In Afghanistan dopo il 2014. Le forze Nato rimangono essenziali, in “Affari Internazionali – Rivista online di politica, strategia ed economia ”, 31/10/2014 , in http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2858.

La competizione jihadista in Af-Pak: tra “Al-Qa’ida” e “Isis” in Asia Meridionale (CeMiSS)

di Claudio Bertolotti

I taliban e l’espansione dello “Stato Islamico”
Ci sono alcuni indicatori che suggeriscono un’avanzata dello “Stato islamico dell’Iraq e del Levante” (ISIL/ISIS d’ora in poi IS, Stato Islamico) in Asia meridionale, in particolare nell’area dell’Af-Pak – tra i gruppi di opposizione armata afghani e pakistani – e in India. All’interno di tale dinamica espansione dell’IS, una parte dei taliban pakistani (Teherik-e-Taliban Pakistan, TTP) pare avviarsi verso l’istituzione di quella che sembra essere una “libera alleanza di mujaheddin”.
Il pericolo è concreto. E se è confermato che alcune fazioni dei TTP hanno dichiarato il proprio sostegno all’IS – al contrario di al-Qa’ida – è altresì vero che lo stesso gruppo – in rapporto di collaborazione con al-Qa’ida – ha ribadito la propria fedeltà ai taliban afghani del mullah Omar – i quali a loro volta sono legati ad al-Qa’ida (Fonte Reuters, 4 ottobre 2014). Un intreccio di interessi, equilibri precari e rapporti di collaborazione  e competizione che suggerisce la sussistenza di ragioni di preoccupazione:
–  in primis perché le dinamiche competitive tra gruppi jihadisti fortemente radicalizzati tendono ad acuire i conflitti portando le parti più “moderate” ad assumere un ruolo attivo nelle conflittualità locali – anche al fine di sopravvivere;
–  in secondo luogo perché le comunità non rientranti nelle rigide categorie dei gruppi radicali tendono a divenire il bersaglio proprio dei movimenti jihadisti estremisti; con la conseguenza di indurre alla conflittualità anche soggetti (o comunità, gruppi) che non ne avrebbero necessità.
In Pakistan si sono verificate spinte divergenti all’interno del movimento Tehrik-e-Taliban Pakistan.
Cinque comandanti TTP di alto livello hanno dichiarato la loro posizione a favore dell’IS, in linea con quanto espresso da Shahidullah Shahid: Saeek Khan, capo del gruppo dell’agenzia di Orakzai, Khalid Mansoor, capo della zona di Hangu, Daulat Khan, capo dell’agenzia di Kurram, Fateh Gul Zaman, capo dell’agenzia di Khyber e Mufti Hasan, capo della zona di Peshawar; per un totale di circa 700/1000 combattenti.
Il TTP ha subito numerose defezioni e allontanamenti nell’ultimo anno, in seguito alla morte del carismatico leader storico, Hakimullah Mehsud, colpito da un attacco drone statunitense nel novembre del 2013.
Sono segnali forti di un dinamismo centrifugo che sta caratterizzando il movimento dei taliban pakistani; al contrario i “cugini” afghani avrebbero trovato un giusto equilibrio. Dinamismo che avrebbe così portato alla nascita di due fronti: uno costituito dai TTP, dai taliban afghani e da Al-Qa’ida, l’altro formato dal gruppo scissionista dei TTP, dall’IS e dall’IMU (di cui si parlerà più oltre).

Jihad tra marketing e franchising
Si impone l’efficacia del marketing del jihad nell’area dell’Af-Pak.
Al-Qa’ida si sta indebolendo, ha perso quel mordente che l’ha caratterizzata negli anni dieci del nuovo millennio; come un marchio in franchising, non è riuscita ad imporsi alle nuove generazioni così come invece sta riuscendo l’IS.
Al-Qa’ida e lo Stato islamico IS/ISIL hanno intensificato l’opera di reclutamento all’interno del Pakistan e in alcuni paesi del Sud-Est asiatico, con ciò confermando la competizione nell’attività di arruolamento di elementi radicali, per lo più giovani.
Partiamo dal video di Al-Zawairi. Da un lato, il capo di Al-Qa’ida ha annunciato la creazione di una nuova forza islamica chiamata “Qaedat al-Jihad del subcontinente indiano”: un messaggio ricco di significati, al di là delle parole (Fonte SITE Intelligence Group).
Dall’altro, l’IS ha lanciato una propria campagna di reclutamento in Pakistan e in Afghanistan, attraverso un’opera di propaganda a livello locale e con metodi tradizionali del tipo “porta a porta” (Fonte Pakistan’s Express Tribune).
Quello a cui stiamo assistendo è uno sforzo parallelo condotto da due organizzazioni in competizione tra di loro: la prima con una presenza consolidata sul territorio, ma in fase di declino (al-Qa’ida), l’altra in piena fase espansiva, ma con un’esperienza limitata in Asia meridionale (IS).
Il video di al-Zawairi lascia intuire che al-Qa’ida si senta minacciata dall’emergere di un nuovo e alternativo soggetto jihadista, capace di conquistare i “cuori e le menti” dei più giovani in Medio Oriente e nel Sud Est asiatico, dove l’IS starebbe raccogliendo adesioni.
In tale contesto la residualità jihadista di al-Qa’ida nell’area dell’Af-Pak sarebbe minacciata da un competitor esterno che introduce il suo “prodotto” in un mercato che è alla ricerca di una nuova identità, svincolato da modelli passati, – certo di “successo”, ma un successo spostato indietro nel tempo; e il riferimento fatto da al-Zawairi a Osama bin Laden, all’interno del video, confermerebbe ancora una volta la necessità di richiamo al modello originale, tradizionale, in contrapposizione a quello “nuovo” dell’IS.

Brand al-Qa’ida e sviluppi regionali

Il paragone in termini “commerciali” descrive in maniera molto semplice lo sviluppo di quello che si delinea sempre più come un rapporto di competizione per il possesso esclusivo del brand “jihad”; e l’innovazione introdotta con il “marchio” “Qaedat al-Jihad del subcontinente indiano” si inserirebbe all’interno di questo spietato marketing del jihad.
E al-Zawairi si spinge oltre. Pretendendo il ruolo di leadership dello jihadismo globale e regionale, mobilita tutti i fedeli verso l’unità della Ummah, e lo fa attraverso il richiamo (che fu di Osama bin Laden) al Tawhid (monoteismo) e al jihad contro i suoi nemici.
Un richiamo a quella necessaria unità dei mujaheddin che deve contrapporsi a “differenze e discordia” tra jihadisti; un implicito riferimento all’IS. In particolare, è interessante notare il richiamo che al-Zawairi fa, nel suo intervento video, alla necessità di distruggere quei confini artificiali imposti dagli occupanti inglesi che continuano a dividere i musulmani del subcontinente indiano. È questa una risposta al messaggio che l’IS sta portando avanti in Medio Oriente, attraverso l’abbattimento dei confini che furono imposti nel secolo scorso dall’Occidente, quell’Occidente che oggi deve essere colpito, battuto.Un richiamo energico, quello di Ayman al-Zawairi, che si colloca in un momento difficile per al-Qa’ida e per la sua leadership poiché da più parti gli stessi appartenenti al movimento e i mujaheddin combattenti su diversi fronti (in particolare quello mediorientale) hanno manifestato i propri dubbi sull’efficacia del gruppo dirigente – e dello stesso  al-Zawahiri – arrivando a chiederne la rimozione. E ancora una volta, il video-messaggio si inserisce all’interno di dinamiche interne al gruppo; un video che mostrerebbe più le debolezze che non i punti di forza di un movimento che è stato di ben più ampia portata.

IS e l’opera di reclutamento in Af-Pak
Lo Stato Islamico nel subcontinente indiano è estremamente attivo sul fronte della propaganda. Una capacità che, al contrario, al-Qa’ida ha progressivamente ridotto.
Gli opuscoli propagandistici dell’IS, tradotti nelle lingue locali (urdu e pashto) e distribuiti in alcune zone del nord-ovest del Pakistan e nelle province di confine dell’Afghanistan, sono finalizzati alla promozione del brand “IS/ISIL”, dei suoi fini e della visione di un mondo in cui il Califfato islamico (Stato islamico) è soggetto forte e portatore di un messaggio inclusivo.
Al contrario, al-Qa’ida ha forti difficoltà a competere con la macchina propagandistica di IS, e ciò avverrebbe poiché:
1.    manca un’adeguata capacità comunicativa sul piano virtuale – è sufficiente raffrontare il numero di account “Twitter” di IS rispetto ad al-Qa’ida, o la presenza sui social media;
2.    mancano i risultati sul fronte “reale”, poiché al-Qa’ida – al contrario di IS che è un proto-Stato in grado di autofinanziarsi e amministrare un proprio apparato – non ha una presenza sul territorio, non possiede brigate combattenti, manca di contatto con la realtà;
3.    non è in grado di opporsi concretamente al governo pakistano.
In tale contesto, svantaggioso per al-Qa’ida, l’IS riesce a competere in maniera efficace per una notevole quota di mercato del jihad. Quale brand avrà più successo?
–  Da un lato l’opera di restiling e il difficile rilancio dello storico marchio di al-Qa’ida.
–  Dall’altro, l’irruente comparsa di IS, il nuovo marchio del jihad, capace di colmare rapidamente e con efficacia i vuoti lasciati da un’al-Qa’ida non in grado di muoversi agevolmente, né capace di utilizzare un linguaggio accattivante.
In sintesi, IS guadagna terreno mentre al-Qa’ida avanza con fatica, tra difficoltà interne e limiti esterni. Ma è bene ricordare che l’IS è privo di strutture e di organizzazione nell’area dell’Af-Pak e dell’intero subcontinente indiano; almeno per il momento.

IMU: l’Islamic movement of Uzbekistan
Il Movimento islamico dell’Uzbekistan collabora apertamente con al-Qa’ida, i TTP e i taliban afghani. È probabile che l’attuale forza del movimento sia superiore ai 2.000 mujaheddin – dei quali 700 combattenti e 140 istruttori concentrati nel nord dell’Afghanistan – sebbene siano al momento in atto alcune defezioni a causa dell’ambigua strategia che porrebbe come obiettivo principale la lotta all’interno dell’Asia centrale in alternativa al jihad globale.
L’IMU disporrebbe anche di un numero imprecisato di militanti, sostenitori e attivisti in Asia centrale, nel Caucaso, in Iran e in Siria; combattenti dell’IMU sarebbero al fianco di al-Qa’ida in Iraq e Siria e con un ulteriore gruppo dell’Asia centrale (Seyfuddin Uzbek Jamaat).
Stando alle dichiarazioni del movimento, circa Il 10% della forza dell’IMU in Afghanistan e in Pakistan è rappresentata da organizzazioni alleate quali l’Islamic Movement of Turkmenistan (IMT) e il Tajikistan’s Islamic Renaissance Party (IRP); quest’ultimo partito islamista legale[1]. E ancora l’East Turkestan Islamic Movement (ETIM).
L’IMU ha proprie fonti di finanziamento, che sono separate da quelle dei taliban sebbene godano degli stessi diritti di rappresentanza dei taliban; è dunque probabile una presenza di appartenenti all’IMU a livello distrettuale e provinciale e all’interno delle commissioni per quanto, dopo la “rottura” seguita all’avvio del dialogo negoziale Taliban-Usa-Governo afghano, l’IMU abbia spostato la propria area operativa nel nord dell’Afghanistan dove collaborerebbe con i taliban locali. Rimangono comunque separate le due organizzazioni, così come lo sono la catena di comando e l’attività di finanziamento[2].
L’IMU, dal 2010, coopererebbe in prevalenza con i gruppi di opposizione armata non-pashtun, anche taliban afghani, così come con i taliban pakistani; ma anche con i gruppi jihadisti regionali e con la stessa al-Qa’ida.
Più in generale, l’IMU ha preso parte alle dinamiche insurrezionali dell’Asia centrale e del Medio Oriente, tra cui il sostegno all’iraniano Jundullah in Baluchistan (movimento sunnita baluchi in lotta contro l’Iran), così come ha sostenuto altri piccoli gruppi jihadisti tra i quali l’IMT in Turkmenistan, e ancora in Kazakhstan, in  Cecenia e collaborato con altri gruppi legati ad al-Qa’ida in Siria; a ciò si aggiungono non meglio specificate attività di sostegno in “alcuni paesi africani”.
IMU e Stato Islamico
Il 26 settembre 2014, il leader dell’IMU Usman Ghazi ha dichiarato il proprio sostegno all’IS (Radio Free Europe/Radio Liberty’s, Uzbek Service, 4 ottobre 2014).  Ciò implica una significativa modifica degli equilibri del movimento e tra i gruppi jihadisti regionali poiché un avvicinamento all’IS comporterebbe un allontanamento da al-Qa’ida.
Questo anche sul piano economico-finanziario poiché un cambio di alleanza comporterebbe una riorganizzazione dei finanziamenti verso l’IMU, non più da al-Qa’da bensì dallo Stato Islamico di Abu Bakr al-Baghdadi, in grado di registrare entrate giornaliere di 2/4 milioni di dollari (USD).
Dunque una partnership con l’IS rappresenterebbe per l’IMU un vantaggio in termini di sostegno economico da sfruttare in Asia Centrale.

Considerazioni, valutazioni, previsioni
L’ombra dello Stato Islamico muove verso il subcontinente indiano.
In un mondo sempre più interconnesso dove le conflittualità locali sono condizionate e influenzate da spinte di natura globale, la violenza radicale che imperversa nel Vicino e Medio Oriente si sta espandendo a macchia d’olio; al di là dei risultati militari e delle manifestazioni violente e crudeli, ciò che deve preoccupare è la diffusione dell’ideologia, del suo veloce radicamento, del proselitismo di successo che anticipa, sì, l’accendersi della violenza, ma che al contempo permane indipendentemente dallo spostamento della linea del fronte di combattimento.
E un Afghanistan non stabilizzato è una terra di facile conquista per le ideologie radicali.
I taliban di oggi non solo quelli di dieci o quindici anni fa, è vero. Ma potrebbero tornare a esserlo in caso di contatto (reale o “virtuale”) con i gruppi radicali e fondamentalisti operativi in Iraq, o in Siria; anche in questo caso un copione già conosciuto[3].
Rischio di un fondamentalismo di ritorno a cui il governo afghano deve porre un argine attraverso una soluzione di compromesso che preveda quel necessario power-sharing – formale o informale, questo poco importa – che conceda l’accesso a forme di potere reale anche ai taliban (le cui finalità sono – al momento – di natura “nazionale” e non globale) e agli altri importanti gruppi di opposizione armata: questa è una soluzione accettabile, oggi certamente necessaria.


[1] A. Giustozzi, End game, The IMU shifts its jihadist strategy, in Jane’s Intelligence Review, novembre 2014, pp. 18-23.
[2] Ibidem.
[3] C. Bertolotti, In Afghanistan dopo il 2014. Le forze Nato rimangono essenziali, in “Affari Internazionali – Rivista online di politica, strategia ed economia ”, 31/10/2014 , in http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2858.

La competizione jihadista in Af-Pak: tra “Al-Qa’ida” e “Isis” in Asia Meridionale (CeMiSS)

di Claudio Bertolotti

I taliban e l’espansione dello “Stato Islamico”
Ci sono alcuni indicatori che suggeriscono un’avanzata dello “Stato islamico dell’Iraq e del Levante” (ISIL/ISIS d’ora in poi IS, Stato Islamico) in Asia meridionale, in particolare nell’area dell’Af-Pak – tra i gruppi di opposizione armata afghani e pakistani – e in India. All’interno di tale dinamica espansione dell’IS, una parte dei taliban pakistani (Teherik-e-Taliban Pakistan, TTP) pare avviarsi verso l’istituzione di quella che sembra essere una “libera alleanza di mujaheddin”.
Il pericolo è concreto. E se è confermato che alcune fazioni dei TTP hanno dichiarato il proprio sostegno all’IS – al contrario di al-Qa’ida – è altresì vero che lo stesso gruppo – in rapporto di collaborazione con al-Qa’ida – ha ribadito la propria fedeltà ai taliban afghani del mullah Omar – i quali a loro volta sono legati ad al-Qa’ida (Fonte Reuters, 4 ottobre 2014). Un intreccio di interessi, equilibri precari e rapporti di collaborazione  e competizione che suggerisce la sussistenza di ragioni di preoccupazione:
–  in primis perché le dinamiche competitive tra gruppi jihadisti fortemente radicalizzati tendono ad acuire i conflitti portando le parti più “moderate” ad assumere un ruolo attivo nelle conflittualità locali – anche al fine di sopravvivere;
–  in secondo luogo perché le comunità non rientranti nelle rigide categorie dei gruppi radicali tendono a divenire il bersaglio proprio dei movimenti jihadisti estremisti; con la conseguenza di indurre alla conflittualità anche soggetti (o comunità, gruppi) che non ne avrebbero necessità.
In Pakistan si sono verificate spinte divergenti all’interno del movimento Tehrik-e-Taliban Pakistan.
Cinque comandanti TTP di alto livello hanno dichiarato la loro posizione a favore dell’IS, in linea con quanto espresso da Shahidullah Shahid: Saeek Khan, capo del gruppo dell’agenzia di Orakzai, Khalid Mansoor, capo della zona di Hangu, Daulat Khan, capo dell’agenzia di Kurram, Fateh Gul Zaman, capo dell’agenzia di Khyber e Mufti Hasan, capo della zona di Peshawar; per un totale di circa 700/1000 combattenti.
Il TTP ha subito numerose defezioni e allontanamenti nell’ultimo anno, in seguito alla morte del carismatico leader storico, Hakimullah Mehsud, colpito da un attacco drone statunitense nel novembre del 2013.
Sono segnali forti di un dinamismo centrifugo che sta caratterizzando il movimento dei taliban pakistani; al contrario i “cugini” afghani avrebbero trovato un giusto equilibrio. Dinamismo che avrebbe così portato alla nascita di due fronti: uno costituito dai TTP, dai taliban afghani e da Al-Qa’ida, l’altro formato dal gruppo scissionista dei TTP, dall’IS e dall’IMU (di cui si parlerà più oltre).

Jihad tra marketing e franchising
Si impone l’efficacia del marketing del jihad nell’area dell’Af-Pak.
Al-Qa’ida si sta indebolendo, ha perso quel mordente che l’ha caratterizzata negli anni dieci del nuovo millennio; come un marchio in franchising, non è riuscita ad imporsi alle nuove generazioni così come invece sta riuscendo l’IS.
Al-Qa’ida e lo Stato islamico IS/ISIL hanno intensificato l’opera di reclutamento all’interno del Pakistan e in alcuni paesi del Sud-Est asiatico, con ciò confermando la competizione nell’attività di arruolamento di elementi radicali, per lo più giovani.
Partiamo dal video di Al-Zawairi. Da un lato, il capo di Al-Qa’ida ha annunciato la creazione di una nuova forza islamica chiamata “Qaedat al-Jihad del subcontinente indiano”: un messaggio ricco di significati, al di là delle parole (Fonte SITE Intelligence Group).
Dall’altro, l’IS ha lanciato una propria campagna di reclutamento in Pakistan e in Afghanistan, attraverso un’opera di propaganda a livello locale e con metodi tradizionali del tipo “porta a porta” (Fonte Pakistan’s Express Tribune).
Quello a cui stiamo assistendo è uno sforzo parallelo condotto da due organizzazioni in competizione tra di loro: la prima con una presenza consolidata sul territorio, ma in fase di declino (al-Qa’ida), l’altra in piena fase espansiva, ma con un’esperienza limitata in Asia meridionale (IS).
Il video di al-Zawairi lascia intuire che al-Qa’ida si senta minacciata dall’emergere di un nuovo e alternativo soggetto jihadista, capace di conquistare i “cuori e le menti” dei più giovani in Medio Oriente e nel Sud Est asiatico, dove l’IS starebbe raccogliendo adesioni.
In tale contesto la residualità jihadista di al-Qa’ida nell’area dell’Af-Pak sarebbe minacciata da un competitor esterno che introduce il suo “prodotto” in un mercato che è alla ricerca di una nuova identità, svincolato da modelli passati, – certo di “successo”, ma un successo spostato indietro nel tempo; e il riferimento fatto da al-Zawairi a Osama bin Laden, all’interno del video, confermerebbe ancora una volta la necessità di richiamo al modello originale, tradizionale, in contrapposizione a quello “nuovo” dell’IS.

Brand al-Qa’ida e sviluppi regionali

Il paragone in termini “commerciali” descrive in maniera molto semplice lo sviluppo di quello che si delinea sempre più come un rapporto di competizione per il possesso esclusivo del brand “jihad”; e l’innovazione introdotta con il “marchio” “Qaedat al-Jihad del subcontinente indiano” si inserirebbe all’interno di questo spietato marketing del jihad.
E al-Zawairi si spinge oltre. Pretendendo il ruolo di leadership dello jihadismo globale e regionale, mobilita tutti i fedeli verso l’unità della Ummah, e lo fa attraverso il richiamo (che fu di Osama bin Laden) al Tawhid (monoteismo) e al jihad contro i suoi nemici.
Un richiamo a quella necessaria unità dei mujaheddin che deve contrapporsi a “differenze e discordia” tra jihadisti; un implicito riferimento all’IS. In particolare, è interessante notare il richiamo che al-Zawairi fa, nel suo intervento video, alla necessità di distruggere quei confini artificiali imposti dagli occupanti inglesi che continuano a dividere i musulmani del subcontinente indiano. È questa una risposta al messaggio che l’IS sta portando avanti in Medio Oriente, attraverso l’abbattimento dei confini che furono imposti nel secolo scorso dall’Occidente, quell’Occidente che oggi deve essere colpito, battuto.Un richiamo energico, quello di Ayman al-Zawairi, che si colloca in un momento difficile per al-Qa’ida e per la sua leadership poiché da più parti gli stessi appartenenti al movimento e i mujaheddin combattenti su diversi fronti (in particolare quello mediorientale) hanno manifestato i propri dubbi sull’efficacia del gruppo dirigente – e dello stesso  al-Zawahiri – arrivando a chiederne la rimozione. E ancora una volta, il video-messaggio si inserisce all’interno di dinamiche interne al gruppo; un video che mostrerebbe più le debolezze che non i punti di forza di un movimento che è stato di ben più ampia portata.

IS e l’opera di reclutamento in Af-Pak
Lo Stato Islamico nel subcontinente indiano è estremamente attivo sul fronte della propaganda. Una capacità che, al contrario, al-Qa’ida ha progressivamente ridotto.
Gli opuscoli propagandistici dell’IS, tradotti nelle lingue locali (urdu e pashto) e distribuiti in alcune zone del nord-ovest del Pakistan e nelle province di confine dell’Afghanistan, sono finalizzati alla promozione del brand “IS/ISIL”, dei suoi fini e della visione di un mondo in cui il Califfato islamico (Stato islamico) è soggetto forte e portatore di un messaggio inclusivo.
Al contrario, al-Qa’ida ha forti difficoltà a competere con la macchina propagandistica di IS, e ciò avverrebbe poiché:
1.    manca un’adeguata capacità comunicativa sul piano virtuale – è sufficiente raffrontare il numero di account “Twitter” di IS rispetto ad al-Qa’ida, o la presenza sui social media;
2.    mancano i risultati sul fronte “reale”, poiché al-Qa’ida – al contrario di IS che è un proto-Stato in grado di autofinanziarsi e amministrare un proprio apparato – non ha una presenza sul territorio, non possiede brigate combattenti, manca di contatto con la realtà;
3.    non è in grado di opporsi concretamente al governo pakistano.
In tale contesto, svantaggioso per al-Qa’ida, l’IS riesce a competere in maniera efficace per una notevole quota di mercato del jihad. Quale brand avrà più successo?
–  Da un lato l’opera di restiling e il difficile rilancio dello storico marchio di al-Qa’ida.
–  Dall’altro, l’irruente comparsa di IS, il nuovo marchio del jihad, capace di colmare rapidamente e con efficacia i vuoti lasciati da un’al-Qa’ida non in grado di muoversi agevolmente, né capace di utilizzare un linguaggio accattivante.
In sintesi, IS guadagna terreno mentre al-Qa’ida avanza con fatica, tra difficoltà interne e limiti esterni. Ma è bene ricordare che l’IS è privo di strutture e di organizzazione nell’area dell’Af-Pak e dell’intero subcontinente indiano; almeno per il momento.

IMU: l’Islamic movement of Uzbekistan
Il Movimento islamico dell’Uzbekistan collabora apertamente con al-Qa’ida, i TTP e i taliban afghani. È probabile che l’attuale forza del movimento sia superiore ai 2.000 mujaheddin – dei quali 700 combattenti e 140 istruttori concentrati nel nord dell’Afghanistan – sebbene siano al momento in atto alcune defezioni a causa dell’ambigua strategia che porrebbe come obiettivo principale la lotta all’interno dell’Asia centrale in alternativa al jihad globale.
L’IMU disporrebbe anche di un numero imprecisato di militanti, sostenitori e attivisti in Asia centrale, nel Caucaso, in Iran e in Siria; combattenti dell’IMU sarebbero al fianco di al-Qa’ida in Iraq e Siria e con un ulteriore gruppo dell’Asia centrale (Seyfuddin Uzbek Jamaat).
Stando alle dichiarazioni del movimento, circa Il 10% della forza dell’IMU in Afghanistan e in Pakistan è rappresentata da organizzazioni alleate quali l’Islamic Movement of Turkmenistan (IMT) e il Tajikistan’s Islamic Renaissance Party (IRP); quest’ultimo partito islamista legale[1]. E ancora l’East Turkestan Islamic Movement (ETIM).
L’IMU ha proprie fonti di finanziamento, che sono separate da quelle dei taliban sebbene godano degli stessi diritti di rappresentanza dei taliban; è dunque probabile una presenza di appartenenti all’IMU a livello distrettuale e provinciale e all’interno delle commissioni per quanto, dopo la “rottura” seguita all’avvio del dialogo negoziale Taliban-Usa-Governo afghano, l’IMU abbia spostato la propria area operativa nel nord dell’Afghanistan dove collaborerebbe con i taliban locali. Rimangono comunque separate le due organizzazioni, così come lo sono la catena di comando e l’attività di finanziamento[2].
L’IMU, dal 2010, coopererebbe in prevalenza con i gruppi di opposizione armata non-pashtun, anche taliban afghani, così come con i taliban pakistani; ma anche con i gruppi jihadisti regionali e con la stessa al-Qa’ida.
Più in generale, l’IMU ha preso parte alle dinamiche insurrezionali dell’Asia centrale e del Medio Oriente, tra cui il sostegno all’iraniano Jundullah in Baluchistan (movimento sunnita baluchi in lotta contro l’Iran), così come ha sostenuto altri piccoli gruppi jihadisti tra i quali l’IMT in Turkmenistan, e ancora in Kazakhstan, in  Cecenia e collaborato con altri gruppi legati ad al-Qa’ida in Siria; a ciò si aggiungono non meglio specificate attività di sostegno in “alcuni paesi africani”.
IMU e Stato Islamico
Il 26 settembre 2014, il leader dell’IMU Usman Ghazi ha dichiarato il proprio sostegno all’IS (Radio Free Europe/Radio Liberty’s, Uzbek Service, 4 ottobre 2014).  Ciò implica una significativa modifica degli equilibri del movimento e tra i gruppi jihadisti regionali poiché un avvicinamento all’IS comporterebbe un allontanamento da al-Qa’ida.
Questo anche sul piano economico-finanziario poiché un cambio di alleanza comporterebbe una riorganizzazione dei finanziamenti verso l’IMU, non più da al-Qa’da bensì dallo Stato Islamico di Abu Bakr al-Baghdadi, in grado di registrare entrate giornaliere di 2/4 milioni di dollari (USD).
Dunque una partnership con l’IS rappresenterebbe per l’IMU un vantaggio in termini di sostegno economico da sfruttare in Asia Centrale.

Considerazioni, valutazioni, previsioni
L’ombra dello Stato Islamico muove verso il subcontinente indiano.
In un mondo sempre più interconnesso dove le conflittualità locali sono condizionate e influenzate da spinte di natura globale, la violenza radicale che imperversa nel Vicino e Medio Oriente si sta espandendo a macchia d’olio; al di là dei risultati militari e delle manifestazioni violente e crudeli, ciò che deve preoccupare è la diffusione dell’ideologia, del suo veloce radicamento, del proselitismo di successo che anticipa, sì, l’accendersi della violenza, ma che al contempo permane indipendentemente dallo spostamento della linea del fronte di combattimento.
E un Afghanistan non stabilizzato è una terra di facile conquista per le ideologie radicali.
I taliban di oggi non solo quelli di dieci o quindici anni fa, è vero. Ma potrebbero tornare a esserlo in caso di contatto (reale o “virtuale”) con i gruppi radicali e fondamentalisti operativi in Iraq, o in Siria; anche in questo caso un copione già conosciuto[3].
Rischio di un fondamentalismo di ritorno a cui il governo afghano deve porre un argine attraverso una soluzione di compromesso che preveda quel necessario power-sharing – formale o informale, questo poco importa – che conceda l’accesso a forme di potere reale anche ai taliban (le cui finalità sono – al momento – di natura “nazionale” e non globale) e agli altri importanti gruppi di opposizione armata: questa è una soluzione accettabile, oggi certamente necessaria.


[1] A. Giustozzi, End game, The IMU shifts its jihadist strategy, in Jane’s Intelligence Review, novembre 2014, pp. 18-23.
[2] Ibidem.
[3] C. Bertolotti, In Afghanistan dopo il 2014. Le forze Nato rimangono essenziali, in “Affari Internazionali – Rivista online di politica, strategia ed economia ”, 31/10/2014 , in http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2858.

La competizione jihadista in Af-Pak: tra “Al-Qa’ida” e “Isis” in Asia Meridionale (CeMiSS)

di Claudio Bertolotti

I taliban e l’espansione dello “Stato Islamico”
Ci sono alcuni indicatori che suggeriscono un’avanzata dello “Stato islamico dell’Iraq e del Levante” (ISIL/ISIS d’ora in poi IS, Stato Islamico) in Asia meridionale, in particolare nell’area dell’Af-Pak – tra i gruppi di opposizione armata afghani e pakistani – e in India. All’interno di tale dinamica espansione dell’IS, una parte dei taliban pakistani (Teherik-e-Taliban Pakistan, TTP) pare avviarsi verso l’istituzione di quella che sembra essere una “libera alleanza di mujaheddin”.
Il pericolo è concreto. E se è confermato che alcune fazioni dei TTP hanno dichiarato il proprio sostegno all’IS – al contrario di al-Qa’ida – è altresì vero che lo stesso gruppo – in rapporto di collaborazione con al-Qa’ida – ha ribadito la propria fedeltà ai taliban afghani del mullah Omar – i quali a loro volta sono legati ad al-Qa’ida (Fonte Reuters, 4 ottobre 2014). Un intreccio di interessi, equilibri precari e rapporti di collaborazione  e competizione che suggerisce la sussistenza di ragioni di preoccupazione:
–  in primis perché le dinamiche competitive tra gruppi jihadisti fortemente radicalizzati tendono ad acuire i conflitti portando le parti più “moderate” ad assumere un ruolo attivo nelle conflittualità locali – anche al fine di sopravvivere;
–  in secondo luogo perché le comunità non rientranti nelle rigide categorie dei gruppi radicali tendono a divenire il bersaglio proprio dei movimenti jihadisti estremisti; con la conseguenza di indurre alla conflittualità anche soggetti (o comunità, gruppi) che non ne avrebbero necessità.
In Pakistan si sono verificate spinte divergenti all’interno del movimento Tehrik-e-Taliban Pakistan.
Cinque comandanti TTP di alto livello hanno dichiarato la loro posizione a favore dell’IS, in linea con quanto espresso da Shahidullah Shahid: Saeek Khan, capo del gruppo dell’agenzia di Orakzai, Khalid Mansoor, capo della zona di Hangu, Daulat Khan, capo dell’agenzia di Kurram, Fateh Gul Zaman, capo dell’agenzia di Khyber e Mufti Hasan, capo della zona di Peshawar; per un totale di circa 700/1000 combattenti.
Il TTP ha subito numerose defezioni e allontanamenti nell’ultimo anno, in seguito alla morte del carismatico leader storico, Hakimullah Mehsud, colpito da un attacco drone statunitense nel novembre del 2013.
Sono segnali forti di un dinamismo centrifugo che sta caratterizzando il movimento dei taliban pakistani; al contrario i “cugini” afghani avrebbero trovato un giusto equilibrio. Dinamismo che avrebbe così portato alla nascita di due fronti: uno costituito dai TTP, dai taliban afghani e da Al-Qa’ida, l’altro formato dal gruppo scissionista dei TTP, dall’IS e dall’IMU (di cui si parlerà più oltre).

Jihad tra marketing e franchising
Si impone l’efficacia del marketing del jihad nell’area dell’Af-Pak.
Al-Qa’ida si sta indebolendo, ha perso quel mordente che l’ha caratterizzata negli anni dieci del nuovo millennio; come un marchio in franchising, non è riuscita ad imporsi alle nuove generazioni così come invece sta riuscendo l’IS.
Al-Qa’ida e lo Stato islamico IS/ISIL hanno intensificato l’opera di reclutamento all’interno del Pakistan e in alcuni paesi del Sud-Est asiatico, con ciò confermando la competizione nell’attività di arruolamento di elementi radicali, per lo più giovani.
Partiamo dal video di Al-Zawairi. Da un lato, il capo di Al-Qa’ida ha annunciato la creazione di una nuova forza islamica chiamata “Qaedat al-Jihad del subcontinente indiano”: un messaggio ricco di significati, al di là delle parole (Fonte SITE Intelligence Group).
Dall’altro, l’IS ha lanciato una propria campagna di reclutamento in Pakistan e in Afghanistan, attraverso un’opera di propaganda a livello locale e con metodi tradizionali del tipo “porta a porta” (Fonte Pakistan’s Express Tribune).
Quello a cui stiamo assistendo è uno sforzo parallelo condotto da due organizzazioni in competizione tra di loro: la prima con una presenza consolidata sul territorio, ma in fase di declino (al-Qa’ida), l’altra in piena fase espansiva, ma con un’esperienza limitata in Asia meridionale (IS).
Il video di al-Zawairi lascia intuire che al-Qa’ida si senta minacciata dall’emergere di un nuovo e alternativo soggetto jihadista, capace di conquistare i “cuori e le menti” dei più giovani in Medio Oriente e nel Sud Est asiatico, dove l’IS starebbe raccogliendo adesioni.
In tale contesto la residualità jihadista di al-Qa’ida nell’area dell’Af-Pak sarebbe minacciata da un competitor esterno che introduce il suo “prodotto” in un mercato che è alla ricerca di una nuova identità, svincolato da modelli passati, – certo di “successo”, ma un successo spostato indietro nel tempo; e il riferimento fatto da al-Zawairi a Osama bin Laden, all’interno del video, confermerebbe ancora una volta la necessità di richiamo al modello originale, tradizionale, in contrapposizione a quello “nuovo” dell’IS.

Brand al-Qa’ida e sviluppi regionali

Il paragone in termini “commerciali” descrive in maniera molto semplice lo sviluppo di quello che si delinea sempre più come un rapporto di competizione per il possesso esclusivo del brand “jihad”; e l’innovazione introdotta con il “marchio” “Qaedat al-Jihad del subcontinente indiano” si inserirebbe all’interno di questo spietato marketing del jihad.
E al-Zawairi si spinge oltre. Pretendendo il ruolo di leadership dello jihadismo globale e regionale, mobilita tutti i fedeli verso l’unità della Ummah, e lo fa attraverso il richiamo (che fu di Osama bin Laden) al Tawhid (monoteismo) e al jihad contro i suoi nemici.
Un richiamo a quella necessaria unità dei mujaheddin che deve contrapporsi a “differenze e discordia” tra jihadisti; un implicito riferimento all’IS. In particolare, è interessante notare il richiamo che al-Zawairi fa, nel suo intervento video, alla necessità di distruggere quei confini artificiali imposti dagli occupanti inglesi che continuano a dividere i musulmani del subcontinente indiano. È questa una risposta al messaggio che l’IS sta portando avanti in Medio Oriente, attraverso l’abbattimento dei confini che furono imposti nel secolo scorso dall’Occidente, quell’Occidente che oggi deve essere colpito, battuto.Un richiamo energico, quello di Ayman al-Zawairi, che si colloca in un momento difficile per al-Qa’ida e per la sua leadership poiché da più parti gli stessi appartenenti al movimento e i mujaheddin combattenti su diversi fronti (in particolare quello mediorientale) hanno manifestato i propri dubbi sull’efficacia del gruppo dirigente – e dello stesso  al-Zawahiri – arrivando a chiederne la rimozione. E ancora una volta, il video-messaggio si inserisce all’interno di dinamiche interne al gruppo; un video che mostrerebbe più le debolezze che non i punti di forza di un movimento che è stato di ben più ampia portata.

IS e l’opera di reclutamento in Af-Pak
Lo Stato Islamico nel subcontinente indiano è estremamente attivo sul fronte della propaganda. Una capacità che, al contrario, al-Qa’ida ha progressivamente ridotto.
Gli opuscoli propagandistici dell’IS, tradotti nelle lingue locali (urdu e pashto) e distribuiti in alcune zone del nord-ovest del Pakistan e nelle province di confine dell’Afghanistan, sono finalizzati alla promozione del brand “IS/ISIL”, dei suoi fini e della visione di un mondo in cui il Califfato islamico (Stato islamico) è soggetto forte e portatore di un messaggio inclusivo.
Al contrario, al-Qa’ida ha forti difficoltà a competere con la macchina propagandistica di IS, e ciò avverrebbe poiché:
1.    manca un’adeguata capacità comunicativa sul piano virtuale – è sufficiente raffrontare il numero di account “Twitter” di IS rispetto ad al-Qa’ida, o la presenza sui social media;
2.    mancano i risultati sul fronte “reale”, poiché al-Qa’ida – al contrario di IS che è un proto-Stato in grado di autofinanziarsi e amministrare un proprio apparato – non ha una presenza sul territorio, non possiede brigate combattenti, manca di contatto con la realtà;
3.    non è in grado di opporsi concretamente al governo pakistano.
In tale contesto, svantaggioso per al-Qa’ida, l’IS riesce a competere in maniera efficace per una notevole quota di mercato del jihad. Quale brand avrà più successo?
–  Da un lato l’opera di restiling e il difficile rilancio dello storico marchio di al-Qa’ida.
–  Dall’altro, l’irruente comparsa di IS, il nuovo marchio del jihad, capace di colmare rapidamente e con efficacia i vuoti lasciati da un’al-Qa’ida non in grado di muoversi agevolmente, né capace di utilizzare un linguaggio accattivante.
In sintesi, IS guadagna terreno mentre al-Qa’ida avanza con fatica, tra difficoltà interne e limiti esterni. Ma è bene ricordare che l’IS è privo di strutture e di organizzazione nell’area dell’Af-Pak e dell’intero subcontinente indiano; almeno per il momento.

IMU: l’Islamic movement of Uzbekistan
Il Movimento islamico dell’Uzbekistan collabora apertamente con al-Qa’ida, i TTP e i taliban afghani. È probabile che l’attuale forza del movimento sia superiore ai 2.000 mujaheddin – dei quali 700 combattenti e 140 istruttori concentrati nel nord dell’Afghanistan – sebbene siano al momento in atto alcune defezioni a causa dell’ambigua strategia che porrebbe come obiettivo principale la lotta all’interno dell’Asia centrale in alternativa al jihad globale.
L’IMU disporrebbe anche di un numero imprecisato di militanti, sostenitori e attivisti in Asia centrale, nel Caucaso, in Iran e in Siria; combattenti dell’IMU sarebbero al fianco di al-Qa’ida in Iraq e Siria e con un ulteriore gruppo dell’Asia centrale (Seyfuddin Uzbek Jamaat).
Stando alle dichiarazioni del movimento, circa Il 10% della forza dell’IMU in Afghanistan e in Pakistan è rappresentata da organizzazioni alleate quali l’Islamic Movement of Turkmenistan (IMT) e il Tajikistan’s Islamic Renaissance Party (IRP); quest’ultimo partito islamista legale[1]. E ancora l’East Turkestan Islamic Movement (ETIM).
L’IMU ha proprie fonti di finanziamento, che sono separate da quelle dei taliban sebbene godano degli stessi diritti di rappresentanza dei taliban; è dunque probabile una presenza di appartenenti all’IMU a livello distrettuale e provinciale e all’interno delle commissioni per quanto, dopo la “rottura” seguita all’avvio del dialogo negoziale Taliban-Usa-Governo afghano, l’IMU abbia spostato la propria area operativa nel nord dell’Afghanistan dove collaborerebbe con i taliban locali. Rimangono comunque separate le due organizzazioni, così come lo sono la catena di comando e l’attività di finanziamento[2].
L’IMU, dal 2010, coopererebbe in prevalenza con i gruppi di opposizione armata non-pashtun, anche taliban afghani, così come con i taliban pakistani; ma anche con i gruppi jihadisti regionali e con la stessa al-Qa’ida.
Più in generale, l’IMU ha preso parte alle dinamiche insurrezionali dell’Asia centrale e del Medio Oriente, tra cui il sostegno all’iraniano Jundullah in Baluchistan (movimento sunnita baluchi in lotta contro l’Iran), così come ha sostenuto altri piccoli gruppi jihadisti tra i quali l’IMT in Turkmenistan, e ancora in Kazakhstan, in  Cecenia e collaborato con altri gruppi legati ad al-Qa’ida in Siria; a ciò si aggiungono non meglio specificate attività di sostegno in “alcuni paesi africani”.
IMU e Stato Islamico
Il 26 settembre 2014, il leader dell’IMU Usman Ghazi ha dichiarato il proprio sostegno all’IS (Radio Free Europe/Radio Liberty’s, Uzbek Service, 4 ottobre 2014).  Ciò implica una significativa modifica degli equilibri del movimento e tra i gruppi jihadisti regionali poiché un avvicinamento all’IS comporterebbe un allontanamento da al-Qa’ida.
Questo anche sul piano economico-finanziario poiché un cambio di alleanza comporterebbe una riorganizzazione dei finanziamenti verso l’IMU, non più da al-Qa’da bensì dallo Stato Islamico di Abu Bakr al-Baghdadi, in grado di registrare entrate giornaliere di 2/4 milioni di dollari (USD).
Dunque una partnership con l’IS rappresenterebbe per l’IMU un vantaggio in termini di sostegno economico da sfruttare in Asia Centrale.

Considerazioni, valutazioni, previsioni
L’ombra dello Stato Islamico muove verso il subcontinente indiano.
In un mondo sempre più interconnesso dove le conflittualità locali sono condizionate e influenzate da spinte di natura globale, la violenza radicale che imperversa nel Vicino e Medio Oriente si sta espandendo a macchia d’olio; al di là dei risultati militari e delle manifestazioni violente e crudeli, ciò che deve preoccupare è la diffusione dell’ideologia, del suo veloce radicamento, del proselitismo di successo che anticipa, sì, l’accendersi della violenza, ma che al contempo permane indipendentemente dallo spostamento della linea del fronte di combattimento.
E un Afghanistan non stabilizzato è una terra di facile conquista per le ideologie radicali.
I taliban di oggi non solo quelli di dieci o quindici anni fa, è vero. Ma potrebbero tornare a esserlo in caso di contatto (reale o “virtuale”) con i gruppi radicali e fondamentalisti operativi in Iraq, o in Siria; anche in questo caso un copione già conosciuto[3].
Rischio di un fondamentalismo di ritorno a cui il governo afghano deve porre un argine attraverso una soluzione di compromesso che preveda quel necessario power-sharing – formale o informale, questo poco importa – che conceda l’accesso a forme di potere reale anche ai taliban (le cui finalità sono – al momento – di natura “nazionale” e non globale) e agli altri importanti gruppi di opposizione armata: questa è una soluzione accettabile, oggi certamente necessaria.


[1] A. Giustozzi, End game, The IMU shifts its jihadist strategy, in Jane’s Intelligence Review, novembre 2014, pp. 18-23.
[2] Ibidem.
[3] C. Bertolotti, In Afghanistan dopo il 2014. Le forze Nato rimangono essenziali, in “Affari Internazionali – Rivista online di politica, strategia ed economia ”, 31/10/2014 , in http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2858.

La competizione jihadista in Af-Pak: tra “Al-Qa’ida” e “Isis” in Asia Meridionale (CeMiSS)

di Claudio Bertolotti

I taliban e l’espansione dello “Stato Islamico”
Ci sono alcuni indicatori che suggeriscono un’avanzata dello “Stato islamico dell’Iraq e del Levante” (ISIL/ISIS d’ora in poi IS, Stato Islamico) in Asia meridionale, in particolare nell’area dell’Af-Pak – tra i gruppi di opposizione armata afghani e pakistani – e in India. All’interno di tale dinamica espansione dell’IS, una parte dei taliban pakistani (Teherik-e-Taliban Pakistan, TTP) pare avviarsi verso l’istituzione di quella che sembra essere una “libera alleanza di mujaheddin”.
Il pericolo è concreto. E se è confermato che alcune fazioni dei TTP hanno dichiarato il proprio sostegno all’IS – al contrario di al-Qa’ida – è altresì vero che lo stesso gruppo – in rapporto di collaborazione con al-Qa’ida – ha ribadito la propria fedeltà ai taliban afghani del mullah Omar – i quali a loro volta sono legati ad al-Qa’ida (Fonte Reuters, 4 ottobre 2014). Un intreccio di interessi, equilibri precari e rapporti di collaborazione  e competizione che suggerisce la sussistenza di ragioni di preoccupazione:
–  in primis perché le dinamiche competitive tra gruppi jihadisti fortemente radicalizzati tendono ad acuire i conflitti portando le parti più “moderate” ad assumere un ruolo attivo nelle conflittualità locali – anche al fine di sopravvivere;
–  in secondo luogo perché le comunità non rientranti nelle rigide categorie dei gruppi radicali tendono a divenire il bersaglio proprio dei movimenti jihadisti estremisti; con la conseguenza di indurre alla conflittualità anche soggetti (o comunità, gruppi) che non ne avrebbero necessità.
In Pakistan si sono verificate spinte divergenti all’interno del movimento Tehrik-e-Taliban Pakistan.
Cinque comandanti TTP di alto livello hanno dichiarato la loro posizione a favore dell’IS, in linea con quanto espresso da Shahidullah Shahid: Saeek Khan, capo del gruppo dell’agenzia di Orakzai, Khalid Mansoor, capo della zona di Hangu, Daulat Khan, capo dell’agenzia di Kurram, Fateh Gul Zaman, capo dell’agenzia di Khyber e Mufti Hasan, capo della zona di Peshawar; per un totale di circa 700/1000 combattenti.
Il TTP ha subito numerose defezioni e allontanamenti nell’ultimo anno, in seguito alla morte del carismatico leader storico, Hakimullah Mehsud, colpito da un attacco drone statunitense nel novembre del 2013.
Sono segnali forti di un dinamismo centrifugo che sta caratterizzando il movimento dei taliban pakistani; al contrario i “cugini” afghani avrebbero trovato un giusto equilibrio. Dinamismo che avrebbe così portato alla nascita di due fronti: uno costituito dai TTP, dai taliban afghani e da Al-Qa’ida, l’altro formato dal gruppo scissionista dei TTP, dall’IS e dall’IMU (di cui si parlerà più oltre).

Jihad tra marketing e franchising
Si impone l’efficacia del marketing del jihad nell’area dell’Af-Pak.
Al-Qa’ida si sta indebolendo, ha perso quel mordente che l’ha caratterizzata negli anni dieci del nuovo millennio; come un marchio in franchising, non è riuscita ad imporsi alle nuove generazioni così come invece sta riuscendo l’IS.
Al-Qa’ida e lo Stato islamico IS/ISIL hanno intensificato l’opera di reclutamento all’interno del Pakistan e in alcuni paesi del Sud-Est asiatico, con ciò confermando la competizione nell’attività di arruolamento di elementi radicali, per lo più giovani.
Partiamo dal video di Al-Zawairi. Da un lato, il capo di Al-Qa’ida ha annunciato la creazione di una nuova forza islamica chiamata “Qaedat al-Jihad del subcontinente indiano”: un messaggio ricco di significati, al di là delle parole (Fonte SITE Intelligence Group).
Dall’altro, l’IS ha lanciato una propria campagna di reclutamento in Pakistan e in Afghanistan, attraverso un’opera di propaganda a livello locale e con metodi tradizionali del tipo “porta a porta” (Fonte Pakistan’s Express Tribune).
Quello a cui stiamo assistendo è uno sforzo parallelo condotto da due organizzazioni in competizione tra di loro: la prima con una presenza consolidata sul territorio, ma in fase di declino (al-Qa’ida), l’altra in piena fase espansiva, ma con un’esperienza limitata in Asia meridionale (IS).
Il video di al-Zawairi lascia intuire che al-Qa’ida si senta minacciata dall’emergere di un nuovo e alternativo soggetto jihadista, capace di conquistare i “cuori e le menti” dei più giovani in Medio Oriente e nel Sud Est asiatico, dove l’IS starebbe raccogliendo adesioni.
In tale contesto la residualità jihadista di al-Qa’ida nell’area dell’Af-Pak sarebbe minacciata da un competitor esterno che introduce il suo “prodotto” in un mercato che è alla ricerca di una nuova identità, svincolato da modelli passati, – certo di “successo”, ma un successo spostato indietro nel tempo; e il riferimento fatto da al-Zawairi a Osama bin Laden, all’interno del video, confermerebbe ancora una volta la necessità di richiamo al modello originale, tradizionale, in contrapposizione a quello “nuovo” dell’IS.

Brand al-Qa’ida e sviluppi regionali

Il paragone in termini “commerciali” descrive in maniera molto semplice lo sviluppo di quello che si delinea sempre più come un rapporto di competizione per il possesso esclusivo del brand “jihad”; e l’innovazione introdotta con il “marchio” “Qaedat al-Jihad del subcontinente indiano” si inserirebbe all’interno di questo spietato marketing del jihad.
E al-Zawairi si spinge oltre. Pretendendo il ruolo di leadership dello jihadismo globale e regionale, mobilita tutti i fedeli verso l’unità della Ummah, e lo fa attraverso il richiamo (che fu di Osama bin Laden) al Tawhid (monoteismo) e al jihad contro i suoi nemici.
Un richiamo a quella necessaria unità dei mujaheddin che deve contrapporsi a “differenze e discordia” tra jihadisti; un implicito riferimento all’IS. In particolare, è interessante notare il richiamo che al-Zawairi fa, nel suo intervento video, alla necessità di distruggere quei confini artificiali imposti dagli occupanti inglesi che continuano a dividere i musulmani del subcontinente indiano. È questa una risposta al messaggio che l’IS sta portando avanti in Medio Oriente, attraverso l’abbattimento dei confini che furono imposti nel secolo scorso dall’Occidente, quell’Occidente che oggi deve essere colpito, battuto.Un richiamo energico, quello di Ayman al-Zawairi, che si colloca in un momento difficile per al-Qa’ida e per la sua leadership poiché da più parti gli stessi appartenenti al movimento e i mujaheddin combattenti su diversi fronti (in particolare quello mediorientale) hanno manifestato i propri dubbi sull’efficacia del gruppo dirigente – e dello stesso  al-Zawahiri – arrivando a chiederne la rimozione. E ancora una volta, il video-messaggio si inserisce all’interno di dinamiche interne al gruppo; un video che mostrerebbe più le debolezze che non i punti di forza di un movimento che è stato di ben più ampia portata.

IS e l’opera di reclutamento in Af-Pak
Lo Stato Islamico nel subcontinente indiano è estremamente attivo sul fronte della propaganda. Una capacità che, al contrario, al-Qa’ida ha progressivamente ridotto.
Gli opuscoli propagandistici dell’IS, tradotti nelle lingue locali (urdu e pashto) e distribuiti in alcune zone del nord-ovest del Pakistan e nelle province di confine dell’Afghanistan, sono finalizzati alla promozione del brand “IS/ISIL”, dei suoi fini e della visione di un mondo in cui il Califfato islamico (Stato islamico) è soggetto forte e portatore di un messaggio inclusivo.
Al contrario, al-Qa’ida ha forti difficoltà a competere con la macchina propagandistica di IS, e ciò avverrebbe poiché:
1.    manca un’adeguata capacità comunicativa sul piano virtuale – è sufficiente raffrontare il numero di account “Twitter” di IS rispetto ad al-Qa’ida, o la presenza sui social media;
2.    mancano i risultati sul fronte “reale”, poiché al-Qa’ida – al contrario di IS che è un proto-Stato in grado di autofinanziarsi e amministrare un proprio apparato – non ha una presenza sul territorio, non possiede brigate combattenti, manca di contatto con la realtà;
3.    non è in grado di opporsi concretamente al governo pakistano.
In tale contesto, svantaggioso per al-Qa’ida, l’IS riesce a competere in maniera efficace per una notevole quota di mercato del jihad. Quale brand avrà più successo?
–  Da un lato l’opera di restiling e il difficile rilancio dello storico marchio di al-Qa’ida.
–  Dall’altro, l’irruente comparsa di IS, il nuovo marchio del jihad, capace di colmare rapidamente e con efficacia i vuoti lasciati da un’al-Qa’ida non in grado di muoversi agevolmente, né capace di utilizzare un linguaggio accattivante.
In sintesi, IS guadagna terreno mentre al-Qa’ida avanza con fatica, tra difficoltà interne e limiti esterni. Ma è bene ricordare che l’IS è privo di strutture e di organizzazione nell’area dell’Af-Pak e dell’intero subcontinente indiano; almeno per il momento.

IMU: l’Islamic movement of Uzbekistan
Il Movimento islamico dell’Uzbekistan collabora apertamente con al-Qa’ida, i TTP e i taliban afghani. È probabile che l’attuale forza del movimento sia superiore ai 2.000 mujaheddin – dei quali 700 combattenti e 140 istruttori concentrati nel nord dell’Afghanistan – sebbene siano al momento in atto alcune defezioni a causa dell’ambigua strategia che porrebbe come obiettivo principale la lotta all’interno dell’Asia centrale in alternativa al jihad globale.
L’IMU disporrebbe anche di un numero imprecisato di militanti, sostenitori e attivisti in Asia centrale, nel Caucaso, in Iran e in Siria; combattenti dell’IMU sarebbero al fianco di al-Qa’ida in Iraq e Siria e con un ulteriore gruppo dell’Asia centrale (Seyfuddin Uzbek Jamaat).
Stando alle dichiarazioni del movimento, circa Il 10% della forza dell’IMU in Afghanistan e in Pakistan è rappresentata da organizzazioni alleate quali l’Islamic Movement of Turkmenistan (IMT) e il Tajikistan’s Islamic Renaissance Party (IRP); quest’ultimo partito islamista legale[1]. E ancora l’East Turkestan Islamic Movement (ETIM).
L’IMU ha proprie fonti di finanziamento, che sono separate da quelle dei taliban sebbene godano degli stessi diritti di rappresentanza dei taliban; è dunque probabile una presenza di appartenenti all’IMU a livello distrettuale e provinciale e all’interno delle commissioni per quanto, dopo la “rottura” seguita all’avvio del dialogo negoziale Taliban-Usa-Governo afghano, l’IMU abbia spostato la propria area operativa nel nord dell’Afghanistan dove collaborerebbe con i taliban locali. Rimangono comunque separate le due organizzazioni, così come lo sono la catena di comando e l’attività di finanziamento[2].
L’IMU, dal 2010, coopererebbe in prevalenza con i gruppi di opposizione armata non-pashtun, anche taliban afghani, così come con i taliban pakistani; ma anche con i gruppi jihadisti regionali e con la stessa al-Qa’ida.
Più in generale, l’IMU ha preso parte alle dinamiche insurrezionali dell’Asia centrale e del Medio Oriente, tra cui il sostegno all’iraniano Jundullah in Baluchistan (movimento sunnita baluchi in lotta contro l’Iran), così come ha sostenuto altri piccoli gruppi jihadisti tra i quali l’IMT in Turkmenistan, e ancora in Kazakhstan, in  Cecenia e collaborato con altri gruppi legati ad al-Qa’ida in Siria; a ciò si aggiungono non meglio specificate attività di sostegno in “alcuni paesi africani”.
IMU e Stato Islamico
Il 26 settembre 2014, il leader dell’IMU Usman Ghazi ha dichiarato il proprio sostegno all’IS (Radio Free Europe/Radio Liberty’s, Uzbek Service, 4 ottobre 2014).  Ciò implica una significativa modifica degli equilibri del movimento e tra i gruppi jihadisti regionali poiché un avvicinamento all’IS comporterebbe un allontanamento da al-Qa’ida.
Questo anche sul piano economico-finanziario poiché un cambio di alleanza comporterebbe una riorganizzazione dei finanziamenti verso l’IMU, non più da al-Qa’da bensì dallo Stato Islamico di Abu Bakr al-Baghdadi, in grado di registrare entrate giornaliere di 2/4 milioni di dollari (USD).
Dunque una partnership con l’IS rappresenterebbe per l’IMU un vantaggio in termini di sostegno economico da sfruttare in Asia Centrale.

Considerazioni, valutazioni, previsioni
L’ombra dello Stato Islamico muove verso il subcontinente indiano.
In un mondo sempre più interconnesso dove le conflittualità locali sono condizionate e influenzate da spinte di natura globale, la violenza radicale che imperversa nel Vicino e Medio Oriente si sta espandendo a macchia d’olio; al di là dei risultati militari e delle manifestazioni violente e crudeli, ciò che deve preoccupare è la diffusione dell’ideologia, del suo veloce radicamento, del proselitismo di successo che anticipa, sì, l’accendersi della violenza, ma che al contempo permane indipendentemente dallo spostamento della linea del fronte di combattimento.
E un Afghanistan non stabilizzato è una terra di facile conquista per le ideologie radicali.
I taliban di oggi non solo quelli di dieci o quindici anni fa, è vero. Ma potrebbero tornare a esserlo in caso di contatto (reale o “virtuale”) con i gruppi radicali e fondamentalisti operativi in Iraq, o in Siria; anche in questo caso un copione già conosciuto[3].
Rischio di un fondamentalismo di ritorno a cui il governo afghano deve porre un argine attraverso una soluzione di compromesso che preveda quel necessario power-sharing – formale o informale, questo poco importa – che conceda l’accesso a forme di potere reale anche ai taliban (le cui finalità sono – al momento – di natura “nazionale” e non globale) e agli altri importanti gruppi di opposizione armata: questa è una soluzione accettabile, oggi certamente necessaria.


[1] A. Giustozzi, End game, The IMU shifts its jihadist strategy, in Jane’s Intelligence Review, novembre 2014, pp. 18-23.
[2] Ibidem.
[3] C. Bertolotti, In Afghanistan dopo il 2014. Le forze Nato rimangono essenziali, in “Affari Internazionali – Rivista online di politica, strategia ed economia ”, 31/10/2014 , in http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2858.

La competizione jihadista in Af-Pak: tra “Al-Qa’ida” e “Isis” in Asia Meridionale (CeMiSS)

di Claudio Bertolotti

I taliban e l’espansione dello “Stato Islamico”
Ci sono alcuni indicatori che suggeriscono un’avanzata dello “Stato islamico dell’Iraq e del Levante” (ISIL/ISIS d’ora in poi IS, Stato Islamico) in Asia meridionale, in particolare nell’area dell’Af-Pak – tra i gruppi di opposizione armata afghani e pakistani – e in India. All’interno di tale dinamica espansione dell’IS, una parte dei taliban pakistani (Teherik-e-Taliban Pakistan, TTP) pare avviarsi verso l’istituzione di quella che sembra essere una “libera alleanza di mujaheddin”.
Il pericolo è concreto. E se è confermato che alcune fazioni dei TTP hanno dichiarato il proprio sostegno all’IS – al contrario di al-Qa’ida – è altresì vero che lo stesso gruppo – in rapporto di collaborazione con al-Qa’ida – ha ribadito la propria fedeltà ai taliban afghani del mullah Omar – i quali a loro volta sono legati ad al-Qa’ida (Fonte Reuters, 4 ottobre 2014). Un intreccio di interessi, equilibri precari e rapporti di collaborazione  e competizione che suggerisce la sussistenza di ragioni di preoccupazione:
–  in primis perché le dinamiche competitive tra gruppi jihadisti fortemente radicalizzati tendono ad acuire i conflitti portando le parti più “moderate” ad assumere un ruolo attivo nelle conflittualità locali – anche al fine di sopravvivere;
–  in secondo luogo perché le comunità non rientranti nelle rigide categorie dei gruppi radicali tendono a divenire il bersaglio proprio dei movimenti jihadisti estremisti; con la conseguenza di indurre alla conflittualità anche soggetti (o comunità, gruppi) che non ne avrebbero necessità.
In Pakistan si sono verificate spinte divergenti all’interno del movimento Tehrik-e-Taliban Pakistan.
Cinque comandanti TTP di alto livello hanno dichiarato la loro posizione a favore dell’IS, in linea con quanto espresso da Shahidullah Shahid: Saeek Khan, capo del gruppo dell’agenzia di Orakzai, Khalid Mansoor, capo della zona di Hangu, Daulat Khan, capo dell’agenzia di Kurram, Fateh Gul Zaman, capo dell’agenzia di Khyber e Mufti Hasan, capo della zona di Peshawar; per un totale di circa 700/1000 combattenti.
Il TTP ha subito numerose defezioni e allontanamenti nell’ultimo anno, in seguito alla morte del carismatico leader storico, Hakimullah Mehsud, colpito da un attacco drone statunitense nel novembre del 2013.
Sono segnali forti di un dinamismo centrifugo che sta caratterizzando il movimento dei taliban pakistani; al contrario i “cugini” afghani avrebbero trovato un giusto equilibrio. Dinamismo che avrebbe così portato alla nascita di due fronti: uno costituito dai TTP, dai taliban afghani e da Al-Qa’ida, l’altro formato dal gruppo scissionista dei TTP, dall’IS e dall’IMU (di cui si parlerà più oltre).

Jihad tra marketing e franchising
Si impone l’efficacia del marketing del jihad nell’area dell’Af-Pak.
Al-Qa’ida si sta indebolendo, ha perso quel mordente che l’ha caratterizzata negli anni dieci del nuovo millennio; come un marchio in franchising, non è riuscita ad imporsi alle nuove generazioni così come invece sta riuscendo l’IS.
Al-Qa’ida e lo Stato islamico IS/ISIL hanno intensificato l’opera di reclutamento all’interno del Pakistan e in alcuni paesi del Sud-Est asiatico, con ciò confermando la competizione nell’attività di arruolamento di elementi radicali, per lo più giovani.
Partiamo dal video di Al-Zawairi. Da un lato, il capo di Al-Qa’ida ha annunciato la creazione di una nuova forza islamica chiamata “Qaedat al-Jihad del subcontinente indiano”: un messaggio ricco di significati, al di là delle parole (Fonte SITE Intelligence Group).
Dall’altro, l’IS ha lanciato una propria campagna di reclutamento in Pakistan e in Afghanistan, attraverso un’opera di propaganda a livello locale e con metodi tradizionali del tipo “porta a porta” (Fonte Pakistan’s Express Tribune).
Quello a cui stiamo assistendo è uno sforzo parallelo condotto da due organizzazioni in competizione tra di loro: la prima con una presenza consolidata sul territorio, ma in fase di declino (al-Qa’ida), l’altra in piena fase espansiva, ma con un’esperienza limitata in Asia meridionale (IS).
Il video di al-Zawairi lascia intuire che al-Qa’ida si senta minacciata dall’emergere di un nuovo e alternativo soggetto jihadista, capace di conquistare i “cuori e le menti” dei più giovani in Medio Oriente e nel Sud Est asiatico, dove l’IS starebbe raccogliendo adesioni.
In tale contesto la residualità jihadista di al-Qa’ida nell’area dell’Af-Pak sarebbe minacciata da un competitor esterno che introduce il suo “prodotto” in un mercato che è alla ricerca di una nuova identità, svincolato da modelli passati, – certo di “successo”, ma un successo spostato indietro nel tempo; e il riferimento fatto da al-Zawairi a Osama bin Laden, all’interno del video, confermerebbe ancora una volta la necessità di richiamo al modello originale, tradizionale, in contrapposizione a quello “nuovo” dell’IS.

Brand al-Qa’ida e sviluppi regionali

Il paragone in termini “commerciali” descrive in maniera molto semplice lo sviluppo di quello che si delinea sempre più come un rapporto di competizione per il possesso esclusivo del brand “jihad”; e l’innovazione introdotta con il “marchio” “Qaedat al-Jihad del subcontinente indiano” si inserirebbe all’interno di questo spietato marketing del jihad.
E al-Zawairi si spinge oltre. Pretendendo il ruolo di leadership dello jihadismo globale e regionale, mobilita tutti i fedeli verso l’unità della Ummah, e lo fa attraverso il richiamo (che fu di Osama bin Laden) al Tawhid (monoteismo) e al jihad contro i suoi nemici.
Un richiamo a quella necessaria unità dei mujaheddin che deve contrapporsi a “differenze e discordia” tra jihadisti; un implicito riferimento all’IS. In particolare, è interessante notare il richiamo che al-Zawairi fa, nel suo intervento video, alla necessità di distruggere quei confini artificiali imposti dagli occupanti inglesi che continuano a dividere i musulmani del subcontinente indiano. È questa una risposta al messaggio che l’IS sta portando avanti in Medio Oriente, attraverso l’abbattimento dei confini che furono imposti nel secolo scorso dall’Occidente, quell’Occidente che oggi deve essere colpito, battuto.Un richiamo energico, quello di Ayman al-Zawairi, che si colloca in un momento difficile per al-Qa’ida e per la sua leadership poiché da più parti gli stessi appartenenti al movimento e i mujaheddin combattenti su diversi fronti (in particolare quello mediorientale) hanno manifestato i propri dubbi sull’efficacia del gruppo dirigente – e dello stesso  al-Zawahiri – arrivando a chiederne la rimozione. E ancora una volta, il video-messaggio si inserisce all’interno di dinamiche interne al gruppo; un video che mostrerebbe più le debolezze che non i punti di forza di un movimento che è stato di ben più ampia portata.

IS e l’opera di reclutamento in Af-Pak
Lo Stato Islamico nel subcontinente indiano è estremamente attivo sul fronte della propaganda. Una capacità che, al contrario, al-Qa’ida ha progressivamente ridotto.
Gli opuscoli propagandistici dell’IS, tradotti nelle lingue locali (urdu e pashto) e distribuiti in alcune zone del nord-ovest del Pakistan e nelle province di confine dell’Afghanistan, sono finalizzati alla promozione del brand “IS/ISIL”, dei suoi fini e della visione di un mondo in cui il Califfato islamico (Stato islamico) è soggetto forte e portatore di un messaggio inclusivo.
Al contrario, al-Qa’ida ha forti difficoltà a competere con la macchina propagandistica di IS, e ciò avverrebbe poiché:
1.    manca un’adeguata capacità comunicativa sul piano virtuale – è sufficiente raffrontare il numero di account “Twitter” di IS rispetto ad al-Qa’ida, o la presenza sui social media;
2.    mancano i risultati sul fronte “reale”, poiché al-Qa’ida – al contrario di IS che è un proto-Stato in grado di autofinanziarsi e amministrare un proprio apparato – non ha una presenza sul territorio, non possiede brigate combattenti, manca di contatto con la realtà;
3.    non è in grado di opporsi concretamente al governo pakistano.
In tale contesto, svantaggioso per al-Qa’ida, l’IS riesce a competere in maniera efficace per una notevole quota di mercato del jihad. Quale brand avrà più successo?
–  Da un lato l’opera di restiling e il difficile rilancio dello storico marchio di al-Qa’ida.
–  Dall’altro, l’irruente comparsa di IS, il nuovo marchio del jihad, capace di colmare rapidamente e con efficacia i vuoti lasciati da un’al-Qa’ida non in grado di muoversi agevolmente, né capace di utilizzare un linguaggio accattivante.
In sintesi, IS guadagna terreno mentre al-Qa’ida avanza con fatica, tra difficoltà interne e limiti esterni. Ma è bene ricordare che l’IS è privo di strutture e di organizzazione nell’area dell’Af-Pak e dell’intero subcontinente indiano; almeno per il momento.

IMU: l’Islamic movement of Uzbekistan
Il Movimento islamico dell’Uzbekistan collabora apertamente con al-Qa’ida, i TTP e i taliban afghani. È probabile che l’attuale forza del movimento sia superiore ai 2.000 mujaheddin – dei quali 700 combattenti e 140 istruttori concentrati nel nord dell’Afghanistan – sebbene siano al momento in atto alcune defezioni a causa dell’ambigua strategia che porrebbe come obiettivo principale la lotta all’interno dell’Asia centrale in alternativa al jihad globale.
L’IMU disporrebbe anche di un numero imprecisato di militanti, sostenitori e attivisti in Asia centrale, nel Caucaso, in Iran e in Siria; combattenti dell’IMU sarebbero al fianco di al-Qa’ida in Iraq e Siria e con un ulteriore gruppo dell’Asia centrale (Seyfuddin Uzbek Jamaat).
Stando alle dichiarazioni del movimento, circa Il 10% della forza dell’IMU in Afghanistan e in Pakistan è rappresentata da organizzazioni alleate quali l’Islamic Movement of Turkmenistan (IMT) e il Tajikistan’s Islamic Renaissance Party (IRP); quest’ultimo partito islamista legale[1]. E ancora l’East Turkestan Islamic Movement (ETIM).
L’IMU ha proprie fonti di finanziamento, che sono separate da quelle dei taliban sebbene godano degli stessi diritti di rappresentanza dei taliban; è dunque probabile una presenza di appartenenti all’IMU a livello distrettuale e provinciale e all’interno delle commissioni per quanto, dopo la “rottura” seguita all’avvio del dialogo negoziale Taliban-Usa-Governo afghano, l’IMU abbia spostato la propria area operativa nel nord dell’Afghanistan dove collaborerebbe con i taliban locali. Rimangono comunque separate le due organizzazioni, così come lo sono la catena di comando e l’attività di finanziamento[2].
L’IMU, dal 2010, coopererebbe in prevalenza con i gruppi di opposizione armata non-pashtun, anche taliban afghani, così come con i taliban pakistani; ma anche con i gruppi jihadisti regionali e con la stessa al-Qa’ida.
Più in generale, l’IMU ha preso parte alle dinamiche insurrezionali dell’Asia centrale e del Medio Oriente, tra cui il sostegno all’iraniano Jundullah in Baluchistan (movimento sunnita baluchi in lotta contro l’Iran), così come ha sostenuto altri piccoli gruppi jihadisti tra i quali l’IMT in Turkmenistan, e ancora in Kazakhstan, in  Cecenia e collaborato con altri gruppi legati ad al-Qa’ida in Siria; a ciò si aggiungono non meglio specificate attività di sostegno in “alcuni paesi africani”.
IMU e Stato Islamico
Il 26 settembre 2014, il leader dell’IMU Usman Ghazi ha dichiarato il proprio sostegno all’IS (Radio Free Europe/Radio Liberty’s, Uzbek Service, 4 ottobre 2014).  Ciò implica una significativa modifica degli equilibri del movimento e tra i gruppi jihadisti regionali poiché un avvicinamento all’IS comporterebbe un allontanamento da al-Qa’ida.
Questo anche sul piano economico-finanziario poiché un cambio di alleanza comporterebbe una riorganizzazione dei finanziamenti verso l’IMU, non più da al-Qa’da bensì dallo Stato Islamico di Abu Bakr al-Baghdadi, in grado di registrare entrate giornaliere di 2/4 milioni di dollari (USD).
Dunque una partnership con l’IS rappresenterebbe per l’IMU un vantaggio in termini di sostegno economico da sfruttare in Asia Centrale.

Considerazioni, valutazioni, previsioni
L’ombra dello Stato Islamico muove verso il subcontinente indiano.
In un mondo sempre più interconnesso dove le conflittualità locali sono condizionate e influenzate da spinte di natura globale, la violenza radicale che imperversa nel Vicino e Medio Oriente si sta espandendo a macchia d’olio; al di là dei risultati militari e delle manifestazioni violente e crudeli, ciò che deve preoccupare è la diffusione dell’ideologia, del suo veloce radicamento, del proselitismo di successo che anticipa, sì, l’accendersi della violenza, ma che al contempo permane indipendentemente dallo spostamento della linea del fronte di combattimento.
E un Afghanistan non stabilizzato è una terra di facile conquista per le ideologie radicali.
I taliban di oggi non solo quelli di dieci o quindici anni fa, è vero. Ma potrebbero tornare a esserlo in caso di contatto (reale o “virtuale”) con i gruppi radicali e fondamentalisti operativi in Iraq, o in Siria; anche in questo caso un copione già conosciuto[3].
Rischio di un fondamentalismo di ritorno a cui il governo afghano deve porre un argine attraverso una soluzione di compromesso che preveda quel necessario power-sharing – formale o informale, questo poco importa – che conceda l’accesso a forme di potere reale anche ai taliban (le cui finalità sono – al momento – di natura “nazionale” e non globale) e agli altri importanti gruppi di opposizione armata: questa è una soluzione accettabile, oggi certamente necessaria.


[1] A. Giustozzi, End game, The IMU shifts its jihadist strategy, in Jane’s Intelligence Review, novembre 2014, pp. 18-23.
[2] Ibidem.
[3] C. Bertolotti, In Afghanistan dopo il 2014. Le forze Nato rimangono essenziali, in “Affari Internazionali – Rivista online di politica, strategia ed economia ”, 31/10/2014 , in http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2858.

Strage di Peshawar: droni e Talebani

mcc43 Le campagne militari contro i Talebani del Waziristan dal 2009 al 2014/ I droni e i diritti umani violati / Lo scontro fra Nawaz Sharif, Primo Ministro, e Imran Khan, leader dell’opposizione / Il TTP e la rivendicazione della strage di Peshawar. *** Studenti e insegnanti della scuola di Peshawar non avevano colpe; non […]

Ziad Abu Ein e Gilad Shalit: due pesi, due misure?

Di Nasry Sayegh. As-Safir (15/12/2014). Traduzione e sintesi di Francesca De Sanctis. Il ministro palestinese Ziad Abu Ein è morto sotto gli occhi del mondo intero e non è successo niente. È morto il ministro per gli Affari delle Colonie e del Muro e l’Occidente, sempre attento alla questione dei “diritti umani”, non ha avuto niente da dire. Sono […]

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Retweeted OCHA Syria (@OCHA_Syria): 2015 #Syria Stratigic Response Plan request…

Retweeted OCHA Syria (@OCHA_Syria):

2015 #Syria Stratigic Response Plan requests US$2.9 billion to reach 12.2 million people with humanitarian aid http://t.co/1TQ2h6OrPi


2015 Syrian Arab Republic Strategic Response Plan | HumanitarianResponse
bit.ly
The 2015 Strategic Reponse Plan for the Syrian Arab Republic requests US$2.9 billion to reach 12.2 million people with humanitarian aid. The plan is organized around 5 strategic objectives: Continua a leggere

La Tunisia è il Paese dell’anno per The Economist

(The Economist). Il 2014 non è certo stato l’anno migliore al mondo: tra guerre, malattie e insurrezioni varie, gli ultimi 12 mesi hanno sembrato preannunciare l’Apocalisse. Effettivamente il 2014 è stato un anno disastroso proprio se si pensa al concetto stesso di “paese”: Daish (conosciuto in occidente come ISIS) e l’Iraq e la Siria, la […]

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Appello per sostenere il movimento di piazza Syntagma

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Turchia: ministro degli Esteri per uno Stato palestinese

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“The Buchner Boxes”, Luigi Spina

buchner 110Le cassette di Giorgio Buchner sono il filo conduttore di una storia di uomini e donne che inizia tremila anni fa. I resti raccolti meticolosamente dall’archeologo appartengono ai primi colonizzatori greci d’Occidente. Gli Eubei avevano un sogno, viaggiare e andare oltre! Museo Archeologico Nazionale di Napoli fino al 6 gennaio 2015.

L’Iran non sarà la nuova Cuba di Obama

Di Joyce Karam. Al-Arabiya (18/12/2014). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. L’annuncio storico di Obama sulla fine dell’embargo di Cuba e sull’inizio della normalizzazione delle relazioni con L’Avana ha fatto pensare a molti in Medio Oriente: l’Iran sarà il prossimo? Mentre questa sembra una lecita domanda, visto il tempo e l’attenzione dedicati da Obama al regime […]

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Turchia, stampa stritolata nella guerra tra Akp-Gülen

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Izaz, provincia di Aleppo. Ecco le nuove istituzioni che nascono dalla sovranità…

Izaz, provincia di Aleppo. Ecco le nuove istituzioni che nascono dalla sovranità popolare.

La rivoluzione siriana non è nata per creare emirati o califfati, tantomeno per sostituire una dittatura militare con un altra di altro segno o colore. La rivoluzione è nata per la dignità, per la giustizia sociale, per la libertà. Se i nostri media ci raccontano solo le evoluzioni militari, le barbarie di questa o quella parte 8concentrandosi sugli spettacolari crimini degli islamisti e trascurando gli altrettanto efferati crimnini del regime e dei signori della guerra che si fingono rivoluzionari), sul terreno in Siria non mancano gli esempi ed i tentativi di autorganizzazione e per ricostruire su base democratica le istituzioni. L’autogoverno del Rojava è solo un esempio, oggi il movimento Non Violento Siriano ce ne racconta un altro.

Questa è la mia gente.


The Work in Syria
Representatives of the Local Council of Izaz village submitted paperwork at the Legal Office and Human Resources Bureau of the Free Aleppo Governorate Council to record results of Izaz Council’s recent elections. (Izaz is in Free Aleppo Governorate’s jurisdiction.) These Revolution-formed Local and Regional Councils are part of the new democratic structures created from the ground up by the grassroots of the Syrian Revolution. Though the space is cramped, hemmed in by tyrannical regime on one side and Islamist authoritarians on the other, these are steps toward accountable government, toward dignity and justice and freedom. And that is why this Revolution began in Syria.

Photo first posted by the Free Aleppo Governorate Council: https://www.facebook.com/Free.Aleppo.Governorate/posts/755035814571814
This, too, is Syria, is the Syrian Revolution. Do not let the mainstream media images be all that you see of Syria. Please read the caption under each picture. Continua a leggere

Egitto: coalizione pro-Morsi proclama settimana di proteste per il prossimo gennaio

(Agenzie) L’Alleanza Nazionale per la Difesa della Legittimità, principali coalizione islamista egiziana pro-Morsi, ha fatto appello affinché il prossimo gennaio venga indetta una settimana di nuove proteste in occasione dell’anniversario della rivoluzione del 25 gennaio 2011, che ha poi portato alle dimissioni dell’ex presidente Mubarak. L’Alleanza, fondata nel 2013, continua ad organizzare proteste sin dalla deposizione dell’ex […]

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Parlamentare olandese perseguito per razzismo contro marocchini

(Agenzie). Il parlamentare olandese di estrema destra Geert Wilders sarà processato per incitamento all’odio razziale, per aver insultato un gruppo di persone basandosi su motivazioni di razzismo e discriminazione. Già lo scorso marzo Wilders aveva annunciato che si sarebbe impegnato ad assicurare “un minor numero di marocchini in Olanda”. Durante una manifestazione infatti, il politico aveva chiesto […]

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Yemen: fiducia del parlamento al governo Bahah

(Agenzie) Il nuovo governo del primo ministro Khaled Bahah si è guadagnato la fiducia del parlamento yemenita. “Il Parlamento ha votato all’unanimità per conferire la fiducia al governo”, ha dichiarato il parlamentare Abdu al-Huzayfi. Il nuovo governo si è insediato lo scorso 9 novembre con la speranza di riuscire a porre fine all’attuale crisi politica […]

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Tunisia: Daish condanna le elezioni presidenziali, rivendica uccisione Belaid e Brahmi

(Agenzie) L’organizzazione militante Daish (conosciuta in Occidente come ISIS) ha diffuso un video di 7 minuti in cui denuncia le elezioni presidenziali in Tunisia, il cui secondo turno avrà luogo questo fine settimana, in quanto “non-islamiche”. Nel video, il gruppo ha inoltre rivendicato la responsabilità per l’uccisione dei politici tunisini Chokri Belaid e Mohamed Brahmi nel […]

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Fatwa contro scrittore Kamel Daoud: l’Algeria si ribella

(Agenzie). Un Imam salafita algerino, chiamato come “un oscuro salafita” dal giornale Le Matin, ha emanato una fatwa per chiedere la morte dello scrittore e giornalista algerino Kamel Daoud per apostasia. Abdelfatah Hamadache, questo il nome dell’imam leader del Fronte islamico salafita libero, ha condannato lo scrittore dicendo che se la shar’ia fosse davvero applicata […]

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Palestina: risoluzione ONU stabilisce pace entro il 2017

(Agenzie). La risoluzione presentata ieri al Consiglio di Sicurezza dell’ONU dai palestinesi per porre fine all’occupazione israeliana è stata formalmente sottoscritta da 15 membri del Consiglio stesso. Questo significa che si potrebbe votare nel giro di 24 ore, anche se non è garantito. Nella risoluzione, la fine del 2017 è stata fissata come data ultima per […]

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Peshawar, il giorno dopo

La bandiera del Ttp, i talebani pachistani

La mattina dopo il massacro della scuola militare a Peshawar che si è chiuso con un bilancio di oltre 130 studenti e una decina di insegnanti uccisi, non è solo una giornata di dolore, cortei funebri e bandiere a mezz’asta nel primo dei tre giorni di lutto nazionale. Molto si muove: tra le intelligence, i capi militari, gli esponenti politici pachistani e internazionali. E l’onda lunga di Peshawar muove anche gli americani a prestar maggior attenzione a quel che avviene nel quadrante dove si incastrano le vicende afgano-pachistane: Obama ha convocato ieri una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza nazionale per valutare «potenziali minacce». Preoccupazioni diffuse dopo una delle stragi più clamorose della storia del Pakistan. Per gli americani del resto, Islamabad è un alleato scomodo ma fondamentale, una pedina sulla quale ogni anno il Pentagono gioca un chip milionario. Per l’anno fiscale 2014 sono stati chiesti al Congresso 766 milioni, la metà dei quali sono per assistenza militare il che fa del Pakistan il quarto beneficiario dell’aiuto Usa dopo Afghanistan, Israele e Irak.

Ma se a Washington qualcosa si muove, molto di muove anche a Islamabad – dove il premier Nawaz Sharif ha decretato la fine della moratoria sulle esecuzioni capitali in caso di terrorismo – e tra Islamabad e Kabul dove ieri è volato Raheel Sharif, il capo dell’esercito pachistano, che ha incontrato il neo presidente Ashraf Ghani e il comandante Nato John Campbell. Questa volta, anziché assistere all’ennesima reprimenda di Kabul per l’ospitalità concessa ai talebani afgani, le parti si sono invertite. Raheel ha chiesto aiuto a Kabul proprio per i santuari afgani che ospitano i talebani pachistani tra cui il capo del Tehreek-e-Taleban Pakistan (Ttp), mullah Fazlullah (noto come Radio mullah). Secondo Raheel gli ordini per la strage di martedì sarebbero partiti proprio dall’Afghanistan: dal cellulare di Umar Naray (alias Umar Khalifa Adinzai, comandate della piccola fazione Tariq Geedar con base nella zona di Darra Adam Khel e già responsabile di un attacco contro un aereo della Pakistan Airlines a Peshawar in giugno). Anche lui è rifugiato sulle montagne afgane. La sua fazione ha anche mostrato immagini del commando stragista: sei uomini tra cui il comandante Omar Mansoor, tutti uccisi nell’operativo nell’esercito per liberare la scuola.

Il simbolo dei talebani afgani.
Sopra a sn mullah Omar

Intanto il Ttp ha ribadito che l’ordine era di uccidere solo gli “adulti” figli di militari. Avrebbero anche fatto girare immagini di giovani ragazzi ammazzati in Waziristan dall’operazione militare del governo “Zarb-e-Azb” (iniziata in giugno) cercando di confutare l’evidenza della strage. Di fatto il massacro di martedì – e di cui ancora non è ben chiara l’intera paternità (il Ttp si è scisso nel 2014 in più fazioni spesso anche in guerra aperta fra loro) – segna un’ulteriore spaccatura nella galassia in turbante, al netto di chi considera i talebani pachistani e afgani come figli di uno stesso padre: proprio sul sito ufficiale della shura di Quetta, che fa capo a mullah Omar – il fondatore storico dei talebani afgani – campeggia da ieri una presa di distanze dalla strage senza se e senza ma. Ma nel comunicato della shura di Quetta c’è di più: non solo la «condanna» del massacro perché «l’uccisione intenzionale (si noti il termine intenzionale ndr) di gente innocente, donne e bambini è contro i principi dell’Islam e va esecrata senza distinguo» ma anche perché nello stesso testo il documento prende le distanze dalla strage di Yahya Khel nel Paktika afgano dove, a fine novembre, decine di spettatori di una partita di pallavolo sono state uccise da un kamikaze.

La galassia talebana dunque non è solo braccata: è in fermento e piena di spaccature. Finora l’ha fatta franca proprio approfittando della lotta tra Pakistan, India, Afghanistan e Nato, riuscendo a servirsi molto spesso della protezione di servizi segreti compiacenti pur di far danno al Paese nemico. Fenomeno arricchito dal denaro che arriva dal Golfo, dall’Iran o dall’Arabia saudita sempre in cerca di alleati per combattersi per interposto Paese. Ma la tolleranza o addirittura la connivenza tra gruppi radicali e servizi ha finito per allevare mostri che si sono poi rivoltati anche contro la mano di chi li nutriva (lo stesso è per altro avvenuto con Al Qaeda). Se Kabul e Islamabad troveranno un accordo e sapranno sfruttare le divisioni interne, il radicalismo islamico avrebbe vita davvero difficile anche perché il consenso, figlio della povertà di queste regioni, si è ormai ridotto al lumicino davanti a stragi come quella di Peshawar con numeri così enormi che per trovare analogie bisogna tornare al 2007, anno di nascita del Ttp, quando un attentato in ottobre a Benazir Bhutto (che poi fu uccisa in dicembre) lo pagarono 139 vittime civili.

Sfiancato dall’operazione Zarb-e-Azb, il Ttp sembra giocare l’ultima carta rimastagli: il terrore puro. Ma se perde l’aiuto dei servizi deviati e i rifugi sicuri su cui anche Kabul ha chiuso un occhio e se si prosciugano i finanziamenti occulti che lo mantengono in salute, la partita potrebbe chiudersi. Solo con la violenza? Non sembra quella l’unica strada e ripristinare la pena di morte non risolverà. In Pakistan come in Afghanistan va tentata anche la via negoziale con chi ha orecchie e anima per praticarla. Il documento della shura di Quetta indica che anche questo cammino va percorso.

Storia e sogni di un prigioniero di Guantanamo

Di Fahdi Ghazy. Al Huffington Post Maghreb (10/12/2014). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia. Non sono ISN 026: questo è solo il numero che mi è stato assegnato dal governo. Il mio vero nome è Fahd Abdullah Ahmed Ghazy. Sono un essere umano, un uomo che è amato e che ama. Prima di tutto, vogliate scusarmi se […]

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Revamping Syria’s creative resistance

These days, we don’t hear that much concerning Syrian civil society and its resilience. Yet, this is something we should care about and we should try to listen to Syrian voices from civil society that have been silenced by the polarization Syrian regime vs ISIS (Da’ash). I’m proud to be part of a team of […]

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These days, we don’t hear that much concerning Syrian civil society and its resilience. Yet, this is something we should care about and we should try to listen to Syrian voices from civil society that have been silenced by the polarization Syrian regime vs ISIS (Da’ash). I’m proud to be part of a team of […]

Revamping Syria’s creative resistance

These days, we don’t hear that much concerning Syrian civil society and its resilience. Yet, this is something we should care about and we should try to listen to Syrian voices from civil society that have been silenced by the polarization Syrian regime vs ISIS (Da’ash). I’m proud to be part of a team of […]

Revamping Syria’s creative resistance

These days, we don’t hear that much concerning Syrian civil society and its resilience. Yet, this is something we should care about and we should try to listen to Syrian voices from civil society that have been silenced by the polarization Syrian regime vs ISIS (Da’ash). I’m proud to be part of a team of […]

Revamping Syria’s creative resistance

These days, we don’t hear that much concerning Syrian civil society and its resilience. Yet, this is something we should care about and we should try to listen to Syrian voices from civil society that have been silenced by the polarization Syrian regime vs ISIS (Da’ash). I’m proud to be part of a team of […]

Revamping Syria’s creative resistance

These days, we don’t hear that much concerning Syrian civil society and its resilience. Yet, this is something we should care about and we should try to listen to Syrian voices from civil society that have been silenced by the polarization Syrian regime vs ISIS (Da’ash). I’m proud to be part of a team of […]

La parodia dell’ISIS firmata Iraq

Riposto qui la mia ultima analisi (almeno per quest’anno) della copertura mediatica in lingua araba del fenomeno ISIS (Da’ash in arabo) che ho curato in questi ultimi mesi, con il prezioso aiuto di Qais Fares, per Arab Media Report. I capitoli precedenti hanno trattato i media siriani, quelli panarabi, e quelli libanesi, sempre in relazione […]

La parodia dell’ISIS firmata Iraq

Riposto qui la mia ultima analisi (almeno per quest’anno) della copertura mediatica in lingua araba del fenomeno ISIS (Da’ash in arabo) che ho curato in questi ultimi mesi, con il prezioso aiuto di Qais Fares, per Arab Media Report. I capitoli precedenti hanno trattato i media siriani, quelli panarabi, e quelli libanesi, sempre in relazione […]

Washington preparerà i siriani a combattere

Di Abdulrahman al-Rashed. Asharq al-Awsat (15/12/2014). Traduzione e sintesi di Viviana Schiavo. Nel corso di un’udienza del Congresso americano sulla Siria e la guerra a Daish (conosciuto in occidente come ISIS), alcuni membri si sono mostrati stupiti quando hanno saputo che il programma di formazione militare del governo americano per l’opposizione siriana inizierà la prossima […]

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Iraq. Voci da “Ainkawa mall”

Tra grattacieli, alberghi di lusso e locali per uomini di affari, la capitale del Kurdistan iracheno offre un’ingannevole immagine di sviluppo all’occidentale. Ma le voci che arrivano dagli scheletri dei palazzi in costruzione suggeriscono la presenza di migliaia di sfollati interni, fuggiti dalla violenza di Daesh. Il racconto di Eleonora Gatto, da Erbil. 

 

 

17 Dicembre 2014
di: 
Eleonora Gatto da Erbil*

Bambini israeliani e palestinesi giocano a calcio per la “Tregua di Natale”

(Agenzie). La leggenda narra che cento anni fa soldati britannici e tedeschi hanno deciso di deporre le armi e giocare una partita di calcio proprio il giorno del Natale 1914. In memoria di quell’evento, noto come Christmas Truce (Tregua di Natale), questa settimana bambini israeliani e palestinesi hanno deciso di commemorare quella partita di calcio, […]

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Palestina: parlamento Lussemburgo invita il governo al riconoscimento

(Agenzie) Alcuni parlamentari del Lussemburgo hanno votato in favore del riconoscimento dello Stato palestinese, facendo passare due diverse mozioni poiché i deputati non avevano trovato un accordo su un testo unico. Il deputato Marc Angel, del Partito Operaio Socialista Lussemburghese, aveva proposto una prima mozione per cui il governo viene invitato “al riconoscimento ufficiale dello Stato […]

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Marocco: muore l’attore Mohamed Bastaoui

(Agenzie). L’attore marocchino Mohamed Bastaoui è morto stamane a Rabat, nell’ospedale militare dove era stato ricoverato lo scorso venerdì per problemi respiratori e renali. Oltre ad aver recitato in vari film per il cinema ed in numerose serie tv marocchine, l’attore ha dimostrato il suo grande talento anche a teatro. Era nato a Khouribga nel 1954.

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Tunisia: Marzouki a Sidi Bouzid a quattro anni dallo scoppio delle rivolte

(Agenzie) Il presidente uscente della Repubblica tunisina, Moncerf Marzouki, si è recato oggi in visita nella cittadina di Sidi Bouzid in quella che è la giornata che quattro anni fa segnò l’inizio delle rivolte popolari in Tunisia: il 17 dicembre 201o, il venditore ambulante Mohamed Bouazizi si era dato fuoco in segno di protesta contro la sue condizioni […]

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Riforma cittadinanza: allora, ci diamo una mossa?!

La Rete G2 chiede al Parlamento di approvare nel 2015 la riforma di legge sulla cittadinanza per i figli di immigrati nati e/o cresciuti in Italia. “Abbiamo bisogno urgentemente della riforma sulla legge sulla cittadinanza. E’ un dovere, non e’ beneficenza” ha detto Paula Vivanco, tra le fondatrici di G2, organizzazione apartitica fondata nel 2005 da figli di immigrati o rifugiati nati e cresciuti in Italia che sin dall’inizio lavora … | Continua a leggere

Riforma cittadinanza: allora, ci diamo una mossa?!

La Rete G2 chiede al Parlamento di approvare nel 2015 la riforma di legge sulla cittadinanza per i figli di immigrati nati e/o cresciuti in Italia. “Abbiamo bisogno urgentemente della riforma sulla legge sulla cittadinanza. E’ un dovere, non e’ beneficenza” ha detto Paula Vivanco, tra le fondatrici di G2, organizzazione apartitica fondata nel 2005 da figli di immigrati o rifugiati nati e cresciuti in Italia che sin dall’inizio lavora … | Continua a leggere

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La Rete G2 chiede al Parlamento di approvare nel 2015 la riforma di legge sulla cittadinanza per i figli di immigrati nati e/o cresciuti in Italia. “Abbiamo bisogno urgentemente della riforma sulla legge sulla cittadinanza. E’ un dovere, non e’ beneficenza” ha detto Paula Vivanco, tra le fondatrici di G2, organizzazione apartitica fondata nel 2005 da figli di immigrati o rifugiati nati e cresciuti in Italia che sin dall’inizio lavora … | Continua a leggere

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La Rete G2 chiede al Parlamento di approvare nel 2015 la riforma di legge sulla cittadinanza per i figli di immigrati nati e/o cresciuti in Italia. “Abbiamo bisogno urgentemente della riforma sulla legge sulla cittadinanza. E’ un dovere, non e’ beneficenza” ha detto Paula Vivanco, tra le fondatrici di G2, organizzazione apartitica fondata nel 2005 da figli di immigrati o rifugiati nati e cresciuti in Italia che sin dall’inizio lavora … | Continua a leggere

Riforma cittadinanza: allora, ci diamo una mossa?!

La Rete G2 chiede al Parlamento di approvare nel 2015 la riforma di legge sulla cittadinanza per i figli di immigrati nati e/o cresciuti in Italia. “Abbiamo bisogno urgentemente della riforma sulla legge sulla cittadinanza. E’ un dovere, non e’ beneficenza” ha detto Paula Vivanco, tra le fondatrici di G2, organizzazione apartitica fondata nel 2005 da figli di immigrati o rifugiati nati e cresciuti in Italia che sin dall’inizio lavora … | Continua a leggere

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La Rete G2 chiede al Parlamento di approvare nel 2015 la riforma di legge sulla cittadinanza per i figli di immigrati nati e/o cresciuti in Italia. “Abbiamo bisogno urgentemente della riforma sulla legge sulla cittadinanza. E’ un dovere, non e’ beneficenza” ha detto Paula Vivanco, tra le fondatrici di G2, organizzazione apartitica fondata nel 2005 da figli di immigrati o rifugiati nati e cresciuti in Italia che sin dall’inizio lavora … | Continua a leggere

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Siria: Assad chiede cooperazione con Iran contro Israele

(Agenzie). Il presidente siriano Bashar al-Assad chiede all’Iran una maggiore cooperazione per contrastare la coppia USA-Israele. E lo fa in una lettera consegnata al presidente iraniano Rohani. Assad chiede esplicitamente un’estensione dei rapporti bilaterali tra i due paesi a tutti i livelli e ha parlato di “trame sioniste e americane”.

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Svizzera: conferenza sui diritti dei palestinesi apre senza Israele e USA

(Agenzie) Una conferenza sul rispetto dei diritti umani nei territori palestinesi occupati è stata inaugurata oggi a Ginevra, alla quale sono stati invitati i 196 Paesi firmatari della Convenzione di Ginevra. Secondo Ibrahim Khraishi, inviato palestinese del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU, ha dichiarato che spera che questo evento “aiuterà a ricordare agli israeliani i loro […]

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Arabia Saudita: scoppia diatriba sul velo

(Agenzie) Una controversia religiosa è scoppiata in Arabi Saudita sulla questione del velo dopo che l’uomo religioso Ahmad al-Ghamdi ha dichiarato che le donne non hanno l’obbligo di indossare il niqab, il velo che copre l’intero volto. La questione si è ancora più accesa quando al-Ghamdi è apparso in televisione in compagnia della moglie, che non indossava […]

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UE: Hamas non è più tra i gruppi terroristici

(Agenzie). La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha annullato la decisione del 2001 che includeva Hamas nella lista nera dei gruppi terroristici, ma mantenendo comunque alcune misure a riguardo per un periodo di tre mesi o fino alla chiusura del ricorso. Una dichiarazione della Corte dell’UE recita: “L’inserimento di Hamas tra le organizzazioni terroristiche nel 2001 […]

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Tortura, l’eccellenza siriana. Che i torturatori siriani fossero tra i migliori…

Tortura, l’eccellenza siriana.

Che i torturatori siriani fossero tra i migliori del mondo, forse anche grazie alle preziose lezioni imparate da Alois Brunner [ http://www.bbc.com/news/world-europe-30275358 ], se ne erano accorti anche gli Americani, che non hanno usufruito nella stagione delle “extraordinary rendition” della CIA [http://www.democracynow.org/2011/6/13/maher_arar_my_rendition_torture_in], negli anni di Bush figlio. Tale esperienza non poteva non essere sfruttata dai prodi barbari di IS, che tanto know-how hanno acquisito dai due regimi ba’athisti di Iraq e Siria, grazie al soggiorno che molti di loro hanno sperimentato nelle carceri di Saddam ed Assad ed alla presenza di ex-militari del regime iraqeno ed infiltrati del regime siriano. A certificare quanto sia stato efficace lo “knowledge sharing” tra la brutale oppressione dei regimi e quella del sedicente Stato Islamico ci sono le testimonianze degli sventurati che hanno sperimentato entrambe le prigionie: descrivono metodi di tortura identici, talvolta “migliorati” dai seguaci del califfo. Alcune di queste testimonianze sono riportate nell’articolo della testata britannica Dailymail.

L’uso della tortura, in particolar modo sui prigionieri politic, accomuna buona parte dei regimi arabi ma in Siria si è fatto arte ed è praticato da decenni, ben prima della rivoluzione, in maniera sistematico. Si legga in proposito il libro di Mustafa Khalifa, “La conchiglia” http://www.castelvecchieditore.com/la-conchiglia/

Io chiudo questo post con un piccolo estratto da “Kasak ya watan”, una delle più note piece teatrali di Dureid Lahham, in cui si ironizza sui metodi di interrogatorio e l’uso della tortura elettrica che, negli anni 70 ed 80, era la la pratica di “persuasione” per cui il regime di Assad era maggiormente noto.
https://www.youtube.com/watch?v=83M-vOWUZqM


ISIS using same torture methods as the Assad regime
www.dailymail.co.uk
Victims of both groups claim Islamic State fanatics and President Assad’s forced used the same torture methods such as ‘the ghost’, where they are suspended from the wrists for long periods of time. Continua a leggere

Palestina: parlamento europeo rivede risoluzione sul riconoscimento

(Agenzie) Previsto per domani, il voto del parlamento europeo sul riconoscimento unilaterale dello Stato di Palestina è stato annullato in seguito al rigetto del testo da parte del parlamento stesso. I legislatori europei, invece, voteranno oggi un testo alternativo, che propone il proseguimento dei negoziati di pace tra israeliani e palestinesi col fine di raggiungere una […]

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Pakistan: pena di morte per terroristi di nuovo in vigore

(Agenzie). Il Primo Ministro del Pakistan Nawaz Sharif ha sospeso la moratoria sulla pena di morte in casi di terrorismo in seguito all’attacco alla scuola di Peshawar di ieri, che ha portato alla morte di 141 persone di cui 123 bambini. Nel frattempo, i talebani afghani hanno condannato l’attentato nella scuola militare in Pakistan, sostenendo che uccidere bambini […]

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Yemen: 26 morti in due attentati

(Agenzie). Ventisei persone, tra cui due studentesse, sono rimaste uccise a causa di due autobombe esplose a Rada, al centro dello Yemen. La prima autobomba ha colpito uno scuolabus che viaggiava per una strada della città mentre l’altra ha colpito un gruppo di persone in centro. Entrambi gli attentati sono stati compiuti da cellule terroristiche […]

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Palestina: prevista oggi presentazione risoluzione sull’occupazione all’ONU

(Agenzie) I palestinesi presenteranno oggi una proposta al Consiglio di Sicurezza dell’ONU una risoluzione che reclama la fine dell’occupazione israeliana. Un rappresentante palestinese ha intanto annunciato che in mattinata è previsto un incontro con i Paesi arabi delle Nazioni Unite per richiedere il loro sostegno prima del voto della risoluzione, per il quale ci potrebbero […]

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Libano: probabili aiuti militari dall’Iran

(Agenzie). Il governo libanese deve votare per decidere se accettare o meno aiuti militari dall’Iran. L’Iran dal canto suo dice di aver preparato tutte le armi e le attrezzature da inviare eventualmente in Libano. Il Ministro della Difesa iraniano Hossein Dehghani ha dichiarato che il suo paese è pronto ad esportare aiuti militari a tutti quei paesi […]

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Cronaca di una strage

Comincia nella tarda mattinata di un giorno di scuola apparentemente normale il peggior attacco terroristico della storia del Pakistan. Un attacco che produce un bilancio di oltre 140 morti, in stragrande maggioranza studenti (132 secondo le ultime stime). Maschi e femmine uccisi in una giornata convulsa che richiede almeno quattro ore per confinare i guerriglieri islamisti del Tehreek-e-Taleban Pakistan in una zona delle scuola dove sgominarli e ucciderli. Succede a Peshawar, la capitale della provincia nordoccidentale – al confine con l’Afghanistan – nel college militare di Warsak Road che fa parte di una rete di 146 scuole che fanno capo all’esercito: liceo e secondaria frequentate da quasi 500 studenti tra i 10 e i 18 anni d’età. Un massacro premeditato e senza alcun senso se non per il fatto che il college è una scuola militare. Una scuola con ragazzi che in maggioranza sono minorenni.

La furia omicida del commando – tra sei e dieci persone – si abbatte subito su insegnanti e ragazzi, giovani e giovanissimi studenti che l’istituto indirizza alla carriera militare. E’ giorno d’esami ma c’è anche una festa programmata nella quale irrompe il commando entrato da una porta laterale: sparano all’impazzata non si capisce ancora come e con che logica. Hanno avuto solo un ordine dai loro capi: sparare agli “adulti” e risparmiare i “piccoli”. Missione impossibile in un parapiglia di centinaia di studenti e decine di insegnanti ostaggio – oltre che delle armi – del terrore, il viatico dell’ennesima campagna dei talebani pachistani per sprofondare le città e la gente nella paura. Gran parte dei più piccoli, sostiene Al Jazeera, riesce a scappare alla spicciolata. I più grandi sono meno fortunati.

La dinamica è per ora ancora frammentata (la ricostruzione ora per ora sul sito del quotidiano The Dawn) e non è chiaro né evidente come i guerriglieri, travestiti da militari, abbiano organizzato la strage. Ma è chiaro che strage doveva essere: vendetta per la missione militare “Zarb-e-Azb” del governo che da alcuni mesi martella il Waziristan, agenzia tribale rifugio per talebani e sodali stranieri.

Riunione del Comitato esecutivo della Army School

La rivendicazione del Ttp arriva poco dopo l’ingresso del commando e spiega che il target sono proprio i più anziani, studenti compresi. Non dunque ostaggi da trattenere per negoziare qualcosa, ma obiettivi della vendetta.

I parenti dei ragazzi iniziano ad arrivare fuori dalla scuola che è vicino a una caserma; le sirene delle ambulanze sono la cornice dello scenario più sinistro che Peshawar abbia mai visto. Il primo ministro Nawaz Sharif, che definisce l’attacco una “tragedia nazionale” – decreterà poi tre giorni di lutto nazionale -, vola a Peshawar dove converge anche il capo dell’esercito Raheel Sharif: i suoi soldati intanto stanno cercando di liberare la scuola aula per aula, mentre il commando si va asserragliando nell’area amministrativa dell’edificio. Si trova comunque il tempo anche per la polemica politica: Nawaz è ai ferri corti con Imran Khan, criticissimo capo del partito al potere nella provincia del Khyber Pakhtunkhwa. Ora la falla nella sicurezza mette in difficoltà anche il contestatore. Tutti, compresi i partiti islamisti (legali), prendono le distanze dall’attacco e così i diversi responsabili politici e religiosi. Il mondo guarda allibito.

Alle tre del pomeriggio la situazione comincia a essere sotto controllo: fonti riferiscono che alcuni miliziani avrebbero tentato la fuga rasandosi la barba. Ma le voci corrono incontrollate: il commando è ancora dentro. Qualcuno si è fatto già esplodere, altri tirano granate, sparano con mitraglie di ultima generazione. Alle 15 e 35 radio Pakistan lancia il primo duro bilancio dei morti: 126, un numero inimmaginabile solo qualche ora prima. E destinato a crescere. E’ in quel momento che i militari pachistani sono intanto riusciti a raggiungere il loro obiettivo e pochi minuti prima delle 16 fanno sapere che il commando è ormai confinato in un’area precisa dell’enorme scuola militare.

Poco più tardi il ministro dell’Informazione della provincia Mushtaq Ghani dice all’Afp che il bilancio è di 130 morti. Sono già 131 qualche minuto dopo. Poi salgono a 140 e così avanti.

Mappa dell’area tribale

I militanti del Ttp non possono parlare. Tutti morti. Non potranno spiegare quale delle tante fazioni dell’ex ombrello jihadista – divisosi nel corso del 2014 in quasi una decina di rivoli – ha deciso la strage. Muhammad Khorasani, l’uomo che per primo rivendica, non è un nome noto della galassia col cappello talebano. Il gruppo, che dal 2010 figura nella lista dei “most wanted” internazionali, ha mantenuto una certa unità sino alla morte nel 2009 di Beitullah Meshud – il fondatore del Ttp con Wali-ur-Rehman (anche lui ucciso nel 2013) – e ancora sotto la guida di Hakimullah Meshud, assassinato da un drone alla fine del 2013. Da allora il gruppo si è diviso su questioni ideologiche e diatribe tribali (una parte per esempio ha aderito al progetto di Al Baghdadi, una fazione ha contestato la leadership dei Meshud). Quel che è certo è che la deriva stragista nei confronti dei civili, già utilizzata senza problemi dal Ttp (a differenza della maggior parte dei cugini afgani che si sono infatti  dissociati dall’attacco di ieri), ha preso velocità. Il Ttp non è nuovo a bombe nei bazar e nelle moschee ma non era mai giunto a tanto. Un tentativo negoziale col governo alcuni mesi fa è fallito e a giugno l’esercito ha iniziato a ripulire il Nord Waziristan con l’operativo Zarb-e Azb, tuttora in corso, colpendo i rifugi della guerriglia pachistana e straniera dal cielo e da terra con 30mila uomini.

L’ONU vota su distribuzione aiuti in Siria

(Agenzie). Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha in programma di votare oggi, 17 dicembre, una risoluzione che permetterà di estendere la distribuzione di aiuti umanitari in Siria, nelle aree controllate dai ribelli, senza l’approvazione del governo. La risoluzione, 2165 del 14 luglio scorso, consente a camion con aiuti umanitari di entrare in Siria da Turchia, […]

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#Idlib, #Siria – 16 dicembre 2014 – Almeno 24 persone sono rimaste uccise e dec…

#Idlib, #Siria – 16 dicembre 2014 –
Almeno 24 persone sono rimaste uccise e decine ferite nel corso di attacchi aerei condotti dall’aviazione siriana su aree civili in provincia di Idlib nella giornata di martedì, un giorno dopo che le basi militari …


Chronik-Fotos
#Idlib, #Siria – 16 dicembre 2014 –
Almeno 24 persone sono rimaste uccise e decine ferite nel corso di attacchi aerei condotti dall’aviazione siriana su aree civili in provincia di Idlib nella giornata di martedì, un giorno dopo che le basi militari di Wadi Al Deif e Hamidiyah sono cadute nelle mani di Jabhat Al Nusra ed Ahrar Al Sham; in particolare 14 persone sono rimaste uccise nella zona di Kafranbel mentre altre 10 sono morte nella cittadina di Maarat Al Nouman.

I primi momenti dopo un attacco aereo condotto dalle forze del regime su Maarat Al Nouman
https://youtu.be/hriVBjwtn4U (Immagini forti)
Feriti vengono soccorsi nell’ospedale da campo di Maarat Al Nouman
https://youtu.be/RBWKbNFyIdQ
I corpi di alcune vittime
https://youtu.be/aZRza3H2S-4
Conseguenze di un attacco aereo su Maarat Al Nouman
https://youtu.be/1pvQgW0C5rE
[Foto] http://on.fb.me/1IYPCyW
Bombardamenti aerei su Maarat Al Nouman
https://youtu.be/PcilSsMOzaQ
Uno dei missili usati dalle forze del regime per bombardare Maarat Al Nouman
https://youtu.be/i1wAPLDGbXU

Foto scattata a Maarat Al Nouman. Continua a leggere

#Idlib, #Siria – 16 dicembre 2014 – Almeno 24 persone sono rimaste uccise e dec…

#Idlib, #Siria – 16 dicembre 2014 –
Almeno 24 persone sono rimaste uccise e decine ferite nel corso di attacchi aerei condotti dall’aviazione siriana su aree civili in provincia di Idlib nella giornata di martedì, un giorno dopo che le basi militari di Wadi Al Deif e Hamidiyah sono cadute nelle mani di Jabhat Al Nusra ed Ahrar Al Sham; in particolare 14 persone sono rimaste uccise nella zona di Kafranbel mentre altre 10 sono morte nella cittadina di Maarat Al Nouman.

I primi momenti dopo un attacco aereo condotto dalle forze del regime su Maarat Al Nouman
https://youtu.be/hriVBjwtn4U (Immagini forti)
Feriti vengono soccorsi nell’ospedale da campo di Maarat Al Nouman
https://youtu.be/RBWKbNFyIdQ
I corpi di alcune vittime
https://youtu.be/aZRza3H2S-4
Conseguenze di un attacco aereo su Maarat Al Nouman
https://youtu.be/1pvQgW0C5rE
[Foto] http://on.fb.me/1IYPCyW
Bombardamenti aerei su Maarat Al Nouman
https://youtu.be/PcilSsMOzaQ
Uno dei missili usati dalle forze del regime per bombardare Maarat Al Nouman
https://youtu.be/i1wAPLDGbXU

Foto scattata a Maarat Al Nouman.

Gli stupratori sposano le loro vittime, ma la società giordana vuole un cambiamento

Di Kamilia Lahrichi. Your Middle East (15/12/2014). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi. La Commissione Nazionale per le Donne di Amman è sempre più impegnata nella promozione della rappresentanza femminile nei ruoli al vertice e nell’attuazione della normativa internazionale sui diritti umani, in particolare della Convenzione per l’Eliminazione della Discriminazione contro le Donne. Il 10 […]

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L’acqua: una possibile minaccia per il mondo arabo

Di Karam Al-Helwa. Assafir (13/12/2014). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio. Nel XXI secolo l’acqua è divenuta una delle maggiori cause di conflitto nel mondo in generale, e in particolare in quello arabo. Il conflitto idrico non interessa soltanto il campo economico o di sviluppo, ma è anche una questione di sicurezza e strategia, tanto da […]

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Una vita indipendente: sempre più tardi

xxx yyymena 110Un primato insospettabile è stato raggiunto nella regione del Medio Oriente e Nord Africa. I giovani maschi sono tra coloro che si sposano più tardi rispetto a tutti i paesi in via di sviluppo. In una regione dove il matrimonio è ancora sinonimo di indipendenza dalla famiglia, questo è uno dei più evidenti segnali della perdurante disoccupazione diffusa, come spiega bene l’infografica di Visualizing Impact.

Josè Pepe Mujica “La vita non è solo ricevere, è dare “

mcc43 Una leggenda vivente Pepe Mujica. Questo è il più recente suo discorso pronunciato in Equador all’ UNASUR, Unione delle nazioni Sudamericane, di cui ha assunto la presidenza pro-tempore. “Qui“ una traduzione parziale in italiano, ma la lingua castigliana non è impossibile da comprendere e sono d’aiuto i sottotitoli. La forza comunicativa di Mujica fa il resto. Evoca […]

Siria: quasi 200 morti in offensiva Fronte al-Nusra

(Agenzie) Quasi 200 tra soldati siriani e militanti jihadisti hanno perso la vita nel giro di 24 ore nel corso dell’offensiva lanciata contro due basi militari nel nord-ovest della Siria dal Fronte al-Nusra, gruppo affiliato ad al-Qaeda. Secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, oltre alle vittime sono almeno 120 i soldati siriani fatti prigionieri dal […]

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Libia: raid aereo coalizione islamista in regione petrolifera

(Agenzie) Fajr Libia, la coalizione di milizie islamiste operanti in Libia, ha condotto un raid nei pressi del principale terminal petrolifero libico, difeso dalle forze affiliate al governo riconosciuto dalla comunità internazionale. Si tratta del primo raid aereo della coalizione, avvenuto nella regione petrolifera di al-Hilal, che include u terminal di al-Sidra, Ras Lanouf e Brega.

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Torturati di serie A: meno male che tra migliaia di siriani torturati a morte ci…

Torturati di serie A: meno male che tra migliaia di siriani torturati a morte ci sia qualche europeo, almeno così potrebbe fregare qualcosa a qualcuno.


U.S. Says Europeans Tortured by Assad’s Death Machine
www.bloombergview.com
State Department has concluded that up to 10 European citizens have been tortured and killed; could be used for war crimes prosecutions against Assad. Continua a leggere

Austria: ordinata chiusura di una scuola saudita per antisemitismo

(Agenzie). Le autorità austriache hanno ordinato la chiusura di una scuola sostenuta da finanziamenti sauditi. La scuola è stata accusata di impartire insegnamenti anti-semiti e di essersi rifiutata di rilasciare i nomi degli insegnanti e una traduzione dei materiali scolastici, secondo quanto dichiarato dal portavoce del Consiglio delle scuole di Vienna. La scuola è stata […]

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Allontana il malocchio ed è fashion: l’henna nel 21esimo secolo

Una ricerca veloce dell’hashtag #henna su network come Instagram o Pinterest, mostra che gli amanti del tattoo naturale ridanno vita alla tradizione con un tocco di contemporaneità. L’henna, o henné, è usato in medio oriente, nord Africa e sud Asia da centinaia di anni per celebrare occasioni rituali dai matrimoni alle circoncisioni. L’henna è estratto dalla Lawsonia inermis, una […]

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La lotta di Khamenei contro l’architettura “non-islamica” in Iran

Di Mojtaba Nafisi. Your Middle East (12/12/2014). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo. In copertina l’edificio “No Name Shop” (Najafabad, Iran) di Ali Dehghani, Ali Soltani e Atefeh Karbasi  Negli ultimi trent’anni, il regime post-rivoluzionario iraniano ha provato a inserire la sua narrativa politica “del sé” e “dell’altro” nell’architettura. Le categorie binarie della tradizione architettonica (islamica) […]

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Israele: arrestati 10 membri di un gruppo razzista di estrema destra

(Agenzie). La polizia israeliana ha arrestato dieci militanti del gruppo di estrema destra chiamato Lehava con l’accusa di istigazione alla violenza sulla base di ideali nazionalisti. Tra gli arrestati vi è anche il capo dell’organizzazione. Le autorità hanno interrogato i sospettati in merito a un incendio doloso e ad atti vandalici effettuati contro una scuola ebraica-araba a […]

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Prezzi del petrolio al livello più basso degli ultimi cinque anni

(Agenzie). Il prezzo del petrolio è sceso al livello più basso degli ultimi cinque anni toccando la quota di 60 dollari al barile con i timori dell’indebolimento del mercato finanziario internazionale. Il calo del prezzo del petrolio arriva dopo l’annuncio da parte del gruppo bancario HSBC di un calo della produzione industriale cinese. Dall’inizio di […]

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L’Iraq di oggi, raccontato dalla società civile iraqena. Un documento che fotog…

L’Iraq di oggi, raccontato dalla società civile iraqena.

Un documento che fotografa la situazione attuale stilato da Ismaeel Dawood in preparazione del summit della società civile iraqena per la conferenza che si è tenuta nella capitale norvegese. Da leggere assolutamente, perchè mai come oggi iraqeni e siriani devono essere uniti contro ogni totalitarismo e terrorismo e, noi sirian prima di chiunque altro dobbiamo imparare le lezioni che i nostri vicini e fratelli hanno appreso negli ultimi 10 anni.


Civil Society, Civil Forces and the Crisis of Democracy in Iraq
www.iraqicivilsociety.org
Ismael Dawood The Iraqi Civil Society Solidarity Initiative Paper prepared for ICSSI conference in Oslo – Norway – 2014 The political situation in Iraq has suffered from a kind of paralysis as it waits to see what will happen on the groun … Continua a leggere

Safineh, video dedicato al porto di Beirut

xxx yyysafineh 110Gab Ferneiné è un consulente per la comunicazione con la passione per il video sperimentale. Il suo ultimo lavoro, Safineh, nave in arabo. In questa breve intervista, pubblicata originariamente da Mashallah News, spiega come è nato questo lavoro in collaborazione con il giovane musicista indipendente Nabil Saliba, noto come Trash.Inc, diventato celebre anche grazie al sito di file sharing PirateBeirut. (Dossier Ebticar/Mashallah news)

Kerry incontra negoziatori palestinesi

(Agenzie). Il Segretario di stato americano John Kerry incontra il capo dei negoziatori palestinesi Saeb Erakat nella speranza di evitare lo scoppio di una crisi diplomatica, a causa della risoluzione palestinese che verrà presentata domani al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Kerry cercherà di convincere i funzionari palestinesi a non portare avanti il progetto di risoluzione che prevede […]

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Tunisia: “Il mio presidente” sito online aiuta i tunisini a scegliere il loro candidato

(Agenzie). L’osservatorio tunisino sulle elezioni presidenziali I Watch ha lanciato un nuovo sito web “Ra2isii” (il mio presidente) in vista del ballottaggio che avrà luogo questa domenica in Tunisia. Questa iniziativa permette agli elettori di conoscere i candidati arrivati al secondo turno, Essebsi e Marzouki, e mettere a confronto i loro programmi elettorali. I visitatori […]

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Tunisia: al via Festival dei Film sui Diritti Umani

(Agenzie). Inizia oggi a Tunisi lo Human Screen Festival, una manifestazione internazionale sui film sui diritti umani, giunto alla terza edizione. Il Festival, che si prolungherà fino a sabato 20 dicembre, è incentrato su film che riguardano la difesa della cultura e della democrazia e dei diritti umani. Questa terza edizione comprende 23 film: 11 tunisini, […]

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Arrestati sospettati reclutatori di Daish in Spagna e Marocco

(Agenzie). Secondo il giornale spagnolo El Mundo, sono state 7 le persone arrestate in seguito ad un’operazione congiunta della polizia spagnola e dei servizi segreti marocchini. L’accusa è quella di reclutare donne per conto di Daish (conosciuto in occidente come ISIS) per mandarle in Iraq e in Siria. Il Ministero degli Interni spagnolo ha detto […]

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Netanyahu spera veto USA su risoluzione palestinese

(Agenzie). Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che il suo Paese si aspetta che gli Stati Uniti utilizzino il loro diritto di veto contro la risoluzione palestinese. Il testo che verrà presentata domani al Consiglio di sicurezza dell’Onu fissa un periodo massimo di tempo  per la creazione di uno Stato di Palestina e […]

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Medio Oriente, la regione più pericolosa per i giornalisti nel 2014

(Agenzie). A quanto emerge dai dati raccolti dagli osservatori dei media internazionali, la regione del Medio Oriente e del Nord Africa (area MENA) è stata la più pericolosa per i giornalisti nel 2014. A causa dei conflitti che imperversano e della rapida espansione di Daish (conosciuto in occidente come ISIS), ancora una volta questa zona […]

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#IllRideWithYou: un hashtag solidale con musulmani australiani

(Agenzie). Dopo che un iraniano di confessione sunnita ha seminato il terrore nel cuore di Sydney sequestrando circa 30 persone, gli australiani hanno fatto partire una campagna di solidarietà con i musulmani australiani con l’hashtag #IllRideWithYou. L’idea è partita da una donna australiana, Rachael Jacobs, che ha notato una donna musulmana togliersi il velo per paura di […]

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Egitto: riapre ambasciata britannica al Cairo

(Agenzie). L’ambasciatore britannico in Egitto, John Casson, ha annunciato sul suo account Twitter che l’ambasciata britannica al Cairo ha riaperto ufficialmente i lavori. L’ufficio aveva chiuso lo scorso 7 dicembre per motivi di sicurezza. Anche l’ambasciata canadese al Cairo ha chiuso per motivi di sicurezza, mentre quella australiana è preoccupata per possibili attacchi terroristici.    

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Pakistan: i talebani attaccano scuola militare, 21 morti

(Agenzie). Almeno 21 studenti sono rimasti uccisi e 36 feriti in un attacco da parte dei talebani in Pakistan. Il bersaglio è stato una scuola che ospita studenti tra i 7 ed i 14 anni a Peshawar nel Pakistan nord-occidentale . Khan Jamshed, un autista di autobus della scuola ha detto: “Ero fuori dalla scuola ed in […]

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Libri arabi digitalizzati e soft power emiratino

Emirati Arabi Uniti (& istituzioni culturali statunitensi) e cultura araba, episodio ennesimo: un progetto ambizioso portato avanti dalla New York University Abu Dhabi (NYUAD) sta infatti digitalizzando la bellezza di 15mila volumi di letteratura, scienze, lingua, etc. scritti in arabo, che verranno messi a disposizione del pubblico su questa piattaforma online. Fin’ora online si trovano … Continua a leggere

Libri arabi digitalizzati e soft power emiratino

Emirati Arabi Uniti (& istituzioni culturali statunitensi) e cultura araba, episodio ennesimo: un progetto ambizioso portato avanti dalla New York University Abu Dhabi (NYUAD) sta infatti digitalizzando la bellezza di 15mila volumi di letteratura, scienze, lingua, etc. scritti in arabo, che verranno messi a disposizione del pubblico su questa piattaforma online. Fin’ora vi si trovano … Continua a leggere

La rinascita dei militari arabi

Di Robert Springborg. The Washington Post (05/12/2014). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello. I sollevamenti arabi e le reazioni che ne sono scaturite hanno portato ad una profonda militarizzazione del mondo arabo. In alcune repubbliche, questa ha preso la forma della rimilitarizzazione egiziana, di un radicamento del potere dei militari in Algeria e, forse, della […]

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Egitto: aperte al pubblico stanze della galleria di Tutankhamon

(Agenzie). Il primo ministro Ibrahim Mahlab  ha presentato al pubblico 4 sale della galleria di Tutankhamon recentemente rinnovate. Le sale, parte del Museo Egizio del Cairo ospita tesori ritrovati nel 1922, come la mummia di un giovane ragazzo scoperta nel tempio della città di Luxor. La ristrutturazione delle 4 sale della galleria fa parte di un […]

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Amal Alamuddin Clooney nominata persona più affascinante dell’anno

(Agenzie). Amal Alamuddin Clooney è stata nominata la persona più affascinante del 2014 dalla famosa presentatrice americana Barbara Walters, la quale ha paragonato la nuova moglie della star statunitense George Clooney a personaggi del calibro di Jackie O, la principessa Diana e Kate Middleton. Pur essendo un’apprezzata e rispettata avvocatessa esperta in diritti umani, con clienti del […]

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Australia: il sequestratore è un rifugiato iraniano

(Agenzie). Si chiama Man Haron Monis il sequestratore che tiene sotto ostaggio una trentina di persone in un bar della città australiana di Sidney. Monis ,rifugiato iraniano accusato di molestie sessuali, è conosciuto per aver inviato lettere di minaccia a diversi politici e alle famiglie dei soldati australiani morti nella guerra in Afghanistan.  

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Yemen: forze di sicurezza uccidono leader del movimento sudista

(Agenzie). Le forze di sicurezza yemenita hanno ucciso un leader del movimento sudista Khaled Junaidi, nel tentativo di arrestarlo. Secondo quando riferito dai testimoni, Junaidi sarebbe stato colpito da uno sparo a e sarebbe morto una volta arrivato alla stazione di polizia. Junaidi era uscito da 10 giorni dal carcere, dopo aver scontato una pena detentiva di […]

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Egitto: corte rinvia verdetto su dissoluzioni gruppi ultras

(Agenzie). É stato rinviato al 29 dicembre il verdetto della corte del Cairo sulla dissoluzione di un gruppo di ultras e sull’aggiungere questi alla lista delle organizzazioni terroristiche. La causa è stata portata in tribunale dal presidente della squadra di calcio Zamalek, il quale ha accusato la sua tifoseria di aver formato un “gruppo terroristico” […]

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Marocco e Germania firmano 3 accordi di cooperazione finanziaria

(Agenzie) Marocco e Germania hanno firmato tre accordi di cooperazione finanziaria del valore totale di 445,6 milioni di euro, mirati al finanziamento di progetti energetici e idrici. Nello specifico, i fondi saranno destinati a progetti di energia solare ed eolica, di gestione integrata delle risorse idriche e di dissalazione delle’acqua di mare. Da parte sua, l’ambasciatore […]

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Australia: circa 30 gli ostaggi,rapitori chiedono incontro con primo ministro

(Agenzie). L’uomo che detiene in ostaggio 4 persone in un bar di Sidney avrebbe chiesto di parlare con il primo ministro australiano Tony Abbot, secondo quanto riferito dei media locali. Il rapitore, dopo aver preso in ostaggio circa 30 persone, ha esposto alla finestra del locale la bandiera di Daish ( conosciuto in Occidente come […]

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Turchia: Erdoğan pronto a colpire Fethullah Gülen

Di Murat Yetkin. Hürriyet Daily News (14/12/2014). Traduzione e sintesi Carlotta Caldonazzo. “I loro piani per arrestarmi erano pronti”. Queste le parole del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, nel suo discorso di venerdì davanti ai rappresentanti dell’Unione Turca delle Camere di Commercio. “Quella del 17 dicembre 2013 non è stata un’operazione anti-corruzione, ma un tentato golpe. […]

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“Prima e dopo i Mig”. Il doppio esilio dei palestinesi di Siria

Nessuno se ne sarebbe andato da Yarmouk se non fossero arrivati i mortai. La nostra storia da allora è raccontata in termini di “prima e dopo i Mig”. Il dolore della nuova diaspora dei palestinesi di Siria nell’ultimo documentario di Carol Mansour, che abbiamo incontrato a Beirut. 

 

 

 

15 Dicembre 2014
di: 
Paola Robino Rizet da Beirut*

Siria: l’UE discute sul congelamento del conflitto

(Agenzie) I ministri degli Esteri dei Paesi membri dell’Union Europea stanno discutendo l’eventuale implementazione di un piano delle Nazioni Unite per congelare il conflitto nella città di Aleppo, nel Nord della Siria, per permettere l’entrata di aiuti umanitari e aprire la strada a dei negoziati. Dopo l’incontro informale di ieri con l’inviato speciale ONU in Siria, Staffan […]

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Australia: uomo armato detiene ostaggi e mostra bandiera Daish

(Agenzie) Un uomo armato ha fatto diversi ostaggi in un bar di Sidney, in Australia, mostrando la bandiera di Daish (conosciuto in Occidente come ISIS) e affermando di aver installato 4 ordigni di diversi luoghi. Per ora, sono cinque le persone prese in ostaggio che sono riuscite a liberarsi, ma non si sa ancora se sono fuggite […]

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Otto palestinesi arrestati per incitantamento antisemita sul web

(Agenzie) La polizia israeliana ha annunciato di aver arrestato 8 palestinesi a Gerusalemme Est con l’accusa di aver diffuso messaggi che incitavano all’antisemitismo su internet. Un portavoce delle forze di politica ha spiegato che gli otto sono stati arrestati per aver “incitato odio, violenza e terrorismo” contro israeliani ed ebrei attraverso messaggi e video su Facebook. […]

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Ministro israeliano: risoluzione palestinese all’Onu violazione degli Accordi di Oslo

(Agenzie). Il ministro israeliano Silvan Shalom ha dichiarato che “a ogni azione unilaterale palestinese, Israele risponderà con un’azione dello stesso tipo”. La leadership palestinese ha deciso di partecipare alla riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu questo mercoledì per presentare una risoluzione per porre fine all’occupazione israeliana nei Territori palestinesi entro due anni e per riconoscere lo […]

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Libia: islamisti avanzano verso importante regione petrolifera

(Agenzie) Continuano da due giorni gli scontri tra combattenti islamisti e forze filogovernative dopo il lancio da parte dei primi di un’offensiva mirata ad avanzare verso al-Hilal, regione petrolifera nella Libia orientale. Per la precisione, Fajr Libia, una coalizione di milizie islamiste anti-governative, ha dichiarato che i suoi uomini si stanno dirigendo verso il terminal di al-Sidra, […]

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Siria: al-Nusra conquista importante base a Idlib

(Agenzie) Il Fronte al-Nusra, braccio siriano di al-Qaeda, è riuscito a prendere il controllo di un’importante base dell’esercito siriano nella provincia nordoccidentale di Idlib, dopo un’offensiva di 24 ore. L’Osservatorio Siriano peri i Diritti Umani ha specificato che il gruppo si è impossessato di posti di blocco all’interno e nei dintorni del campo di Wadi al-Deif, […]

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Hamas etichetta la repressione di Asad come “questione interna” e rende noto che…

Hamas etichetta la repressione di Asad come “questione interna” e rende noto che l’abbandono dell’ufficio politico a Damasco non sarebbe dovuto ad un dissidio con il regime ma a mere questioni pratiche.

Da 27 anni al servizio del potere, prima lasciati prosperare in funzione anti-Fatah ed anti-OLP, consentendo ad Israele la retorica del “non abbiamo interlocutori”, oggi al servizio dei loro finanziatori… si legga in proposito: http://www.globalsecurity.org/military/world/para/hamas-funds.htm [Global Security è una fonte considerata pro-americana, ma comunque l’articolo mi sembra realistico]

L’articolo qui linkato (e segnalato altrove da Paola Pisi) è dell “Agenzia di Stampa degli Studenti Iraniani”, che come si evince dal header non è certo di opposizione rispetto al regime di Teheran


‫ایسنا – اسامه حمدان: خالد مشعل به زودی به تهران می‌آید‬
www.isna.ir
‫مسئول روابط بین‌الملل جنبش مقاومت اسلامی فلسطین (حماس) با اعلام اینکه خالد مشعل به زودی به…‬ Continua a leggere

Palestina: mercoledì all’ONU per fine occupazione

(Agenzie). La Palestina deve presentare una risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell’ONU mercoledì prossimo, termine dei due anni in cui Israele avrebbe dovuto porre fine alla sua occupazione. La leadership palestinese ha deciso di andare all’ONU a votare la mozione del loro progetto che indica la fine dell’occupazione stessa. Lo ha dichiarato un membro anziano dell’Organizzazione […]

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Mohamed Ali, Amina e Hichem: 450 euro al mese

xxx yyy1023dinars 110Mohamed Ali e Amina sono una coppia di trentenni, vivono a Manouba insieme con loro figlio. Lui è professore di informatica, lei lavorava come tecnico di laboratorio, ma ha smesso di lavorare un anno fa, prima della nascita di Hichem. “Guadagnano” 1023 dinari al mese (450 euro), ma ne spendono 1299. Un tuffo nel loro portafogli, per conoscere la realtà di una giovane coppia in Tunisia. (Dossier Ebticar /Inkyfada).

UE condanna Turchia per attacchi ai media di opposizione

(Agenzie). L’Unione Europea ha condannato fortemente i recenti attacchi della polizia turca ad alcuni media dell’opposizione del paese, definendoli come mosse anti-democratiche. In una nota congiunta Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, e il commissario alla Politica di vicinato Johannes Hahn, hanno chiesto un’indagine trasparente a riguardo, per capire cosa c’è sotto l’arresto di […]

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Arabia Saudita: incontro col re di Giordania

(Agenzie). Il re di Giordania Abdullah II ha incontrato il re saudita Abdullah bin Abdulaziz in un incontro tenutosi ieri, domenica 14 dicembre, nel palazzo del re. Secondo l’agenzia di stato saudita, i due hanno discusso principalmente degli sviluppi regionali e internazionali. Tra gli argomenti immancabili anche Daish (conosciuto in occidente come ISIS), contro cui i due […]

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Vendersi in rete

Quante sfumature ha l’immigrazione in Italia? Molte, a quanto pare. Uno degli stereotipi più antichi è la nazionalità che si attribuisce alle prostitute.Molte di loro in effetti, vengono da altri paesi. Ho intervistato un ragazzo che vende banner pubblicitari online per conto di persone che vogliono prostituirsi. Ha fatto tutto da sé, inventandosi un mestiere. Gli ho fatto alcune domande, e mi ha risposto più che volentieri. Lo chiameremo Fred, … | Continua a leggere

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Youssef Alimam, “Libido”, con humour

xxx yyylibido 110A 22 anni Youssef Alimam si è aggiudicato il premio Youssef Chahine Giovani per il miglior cortometraggio e il Rotary Award per il miglior film per la pace, grazie a un piccolo cortometraggio in cui combina i suoi diversi talenti di artista indipendente a tutto tondo: regia, sceneggiatura, suono. E in cui recita, con effetti esilaranti perché si parla di sesso.

La vittoria della democrazia tunisina è nell’interesse arabo

L’opinione di Al-Quds Al-Arabi (11/12/2014). Traduzione e sintesi di Mariacarmela Minniti. Il Presidente tunisino ad interim e candidato alle elezioni presidenziali Moncef Marzouki ha avvertito che “la Tunisia rischia di perdere la propria indipendenza mentre alcuni Stati tentano di determinare chi sarà il prossimo Presidente”, ritenendo che la Tunisia “fa i conti con un’eredità di […]

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Le targhe del potere Macchine targate “Forze Armate Egiziane”… mi ricorda tan…

Le targhe del potere

Macchine targate “Forze Armate Egiziane”… mi ricorda tante cose. In Siria mi ricordo che mi stupivo del fatto che i miei amici prestassero tanta attenzione alle targhe, poi mi spiegarono che era ubno status simbol: in teoria le targhe non si potevano comprare, ma con una bustarella ricchi e potenti si sceglievano targhe dai numeri tutti uguali, oppure fatte di numeri consecutivi o da numeri che potevano formarne il nome (5 può essere letto s, 0 può essere letto o e così via). POi c’erano le targhe dei potenti, quelli veri: targhe con lettere e numeri verdi per le macchine della famiglia Asad, Makhlouf e parentato vario, di un altro colore per gli appartenenti ai servizi segreti, per i militari etc… quelle macchine a cui dar strada sempre, senza discussione, che quando ti tamponano chiedi scusa, che quando ti investono preghi di non aver graffiato il parafanghi, che nel portabagagli chissà cosa potrebbero avere.

Al di là dei grandi discorsi sui diritti umani, sulla democrazia, sono piccole cose come questa che danno l’idea della dittatura nella quotidianità, del sopruso e del privilegio, dell’arroganza del potere.


Chronik-Fotos
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Le parole per dirlo: i talebani sono tutti terroristi?

Ashraf Ghani ha tenuto un discorso televisivo rivolgendosi agli ulema, i dotti dell’islma di cui rappresentano l’élite, e ai leader tribali, la catena di comando che coordina la vita nei villaggi e nei distretti. Ha avuto parole dure contro il terrorismo sostenendo che ciò che viene fatto in questi giorni non solo non è “islamico”, è inumano. La lista è lunga: sette soldati uccisi in un autobus militare e, sabato mattina, il killeraggio del capo segreteria della Suprema corte, per non parlare dell’uccisione di una dozzina di sminatori e, appena due giorni fa, la bomba al centro culturale francese cui è scampato il nostro Giuliano Battiston. Il discorso era, in un certo senso, un atto dovuto. La situazione va peggiorando visibilmente e poiché i talebani, o più in generale i guerriglieri islamici, non riescono a entrare nelle città, le mettono a dura prova con atti terroristici e alzando il tiro anche se, in questa informe galassia armata, è sempre difficile (al netto delle rivendicazioni ) sapere quale mano si nasconde dietro al sasso.

Il suo discorso rispondeva anche indirettamente a Rangeen Dadfar Spanta, già ministro degli Esteri e poi consigliere speciale di Karzai, un personaggio importante che non gli ha risparmiato critiche dopo che Ghani aveva definito i talebani “opposizione politica”. Forse dimenticando che proprio Karzai si era spinto a chiamare “fratelli” i talebani, Spanta ha sostenuto che ai terroristi non va riconosciuto lo status che può essere attribuito solo a chi lotta con gli strumenti della democrazia. Ma Ghani, come allora Karzai,  cerca un varco nella galassia armata proprio per  individuare un’opposizione politica, ossia il possibile futuro partito talebano di domani: disposto a negoziare e a rinunciare alla lotta armata in cambio del riconoscimento appunto dello status di opposizione o partito politico.

La strada è in salita e per ora alla luce del sole c’è solo lo scontro armato. Ma Ghani deve pur sapere che esistono molte anime nella guerriglia afgana e che molte sono eterodirette, finanziate da Paesi più o meno vicini, più o meno refrattarie alle sirene del jihadismo internazionale. Le parole dunque sono importanti. E la scelta di Ghani -a me pare – giusta. Sul terrore non si tratta (nel suo discorso Ghani è stato chiaro) ma per far finire la guerra bisogna negoziare. La parte più spinosa è trovare l’interlocutore

Egitto: le contraddizioni della musica indie

xxx yyyEG indie 110bisL’inizio del nuovo millennio ha visto nascere la scena musica “indie” in Egitto, nutrita dagli artisti e gruppi delusi dall’industria musica di mercato. Circa 14 anni dopo, questo termine resta ambiguo e difficile da definere. Mada Masr esplora le luci e ombre dell’industria musicale indipendente in Egitto. (Ebticar/Mada Masr)

Dalla distruzione alla vittoria, è un siriano il re di “Arab Idol”

La prima cosa che ha fatto, mentre ancora lo applaudivano, è stata chiedere a Dio di far finire il bagno di sangue. Poi ha ringraziato tutti. Si è commosso. Ha dedicato la vittoria alla sua famiglia e alla sua nazione. Ed è diventato – forse senza volerlo – un altro «eroe» mediorientale. In grado di riaccendere […]

Aborti clandestini, crimini d’onore, stigma sociale: sfuggire dall’ IS non è la…

Aborti clandestini, crimini d’onore, stigma sociale: sfuggire dall’ IS non è la fine dell’incubo per le ragazze yazide

Proseguendo nel tema che ho trattato su queste pagine, segnalandovi il “manuale d’uso” delle schiave pubblicato da IS, oggi vi segnalo questo articolo pubblicato da Icssi Solidarity Initiative (Iraqi Civil Society Solidarity Initiative) in cui si tratta lo spinoso tema delle ragazze che sono riuscite a sfuggire ad IS e tornare in zone più sicure. Si stima che siano tra le 30 e le 500, quasi nessuna ammette di aver subito violenze sessuali e l’argomento è tabù. Se la società curda è di per sè piuttosto conservatrice, la minoranza curda-yazida è ancora pèiù conservatrice e si sente tradita dai mussulmani, arabo o curdi che siano, a quanto sostiene il pezzo di ICSSI. Il problema delle gravidanze è tra i più sensibili, dato che in Iraq l’aborto è contemplato solo nei casi in cui sia a rischio la vita delle mamme.


For Yazidi Women, Escaping ISIS Doesn’t Mean The Ordeal Is Over!
www.iraqicivilsociety.org
NPR – December 10, 2014 Barzan is a young Yazidi man, with sad blue eyes. His mother, five of his sisters and his niece are being held by the so-called Islamic State, taken when the extremist group swept through the Sinjar area of northern Iraq … Continua a leggere

Aborti clandestini, crimini d’onore, stigma sociale: sfuggire dall’ IS non è la…

Aborti clandestini, crimini d’onore, stigma sociale: sfuggire dall’ IS non è la fine dell’incubo per le ragazze yazide

Proseguendo nel tema che ho trattato su queste pagine, segnalandovi il “manuale d’uso” delle schiave pubblicato da IS, oggi vi segnalo questo articolo pubblicato da Icssi Solidarity Initiative (Iraqi Civil Society Solidarity Initiative) in cui si tratta lo spinoso tema delle ragazze che sono riuscite a sfuggire ad IS e tornare in zone più sicure. Si stima che siano tra le 30 e le 500, quasi nessuna ammette di aver subito violenze sessuali e l’argomento è tabù. Se la società curda è di per sè piuttosto conservatrice, la minoranza curda-yazida è ancora pèiù conservatrice e si sente tradita dai mussulmani, arabo o curdi che siano, a quanto sostiene il pezzo di ICSSI. Il problema delle gravidanze è tra i più sensibili, dato che in Iraq l’aborto è contemplato solo nei casi in cui sia a rischio la vita delle mamme.


For Yazidi Women, Escaping ISIS Doesn’t Mean The Ordeal Is Over!
www.iraqicivilsociety.org
NPR – December 10, 2014 Barzan is a young Yazidi man, with sad blue eyes. His mother, five of his sisters and his niece are being held by the so-called Islamic State, taken when the extremist group swept through the Sinjar area of northern Iraq … Continua a leggere

Marocco: un progetto per la torre Mohammed VI

Elaph (14/12/2014). Una società saudita con sede legale a Casablanca ha presentato il suo progetto per la costruzione della torre più alta in Europa e Africa, che porterà il nome dell’attuale re del Marocco Mohammed VI. L’inizio dei lavori è previsto per giugno 2015, un’opera monumentale per la capitale economico-finanziaria del Marocco, alta 540 metri […]

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Per lo stato d’Israele la pratica della tortura è legale

mcc43 Specificità dello stato di Israele è differire dalle regole comuni agli stati democratici su temi sostanziali: non è dotato di una Costituzione né di una legge che definisca la tortura un crimine, la proibisca, detti le pene da applicare a chi la pratica. A rendere poco note queste peculiarità israeliane concorrono il ricorso alla […]

Algeria: pionieri del gas da scisto a In Salah

El Watan (14/12/2014). Le operazioni di perforazione e compressione del gas estratto dagli scisti del pozzo pilota di Ahnet, nell’oasi di In Salah, sono state completate la scorsa settimana dalla compagnia nazionale per gli idrocarburi Sonatrach, sponsorizzate dal Forum anglo-algerino per il commercio e gli investimenti. “Ora ci apprestiamo a testare il pozzo-pilota di Ahnet per […]

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Algeria: il tenebroso affare di Air Algérie

Tout sur l’Algérie (14/12/2014). Il sequestro di venerdì scorso da parte delle autorità belghe di un aereo della compagnia di bandiera algerina Air Algérie rischia di trasformarsi in incidente diplomatico. Algeri convoca i suoi ambasciatori in Belgio e Paesi Bassi. L’episodio è stato provocato da un contenzioso tra Bruxelles e la società olandese K’AIR BV, guidata da Hamid […]

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Iraq: riconoscimento Usa per due partiti curdi

Hürriyet Daily News (14/12/2014). Fonti ufficiali statunitensi riferiscono la rimozione da parte di Washington di due partiti del Kurdistan iracheno dalla lista delle organizzazioni terroristiche. La decisione è stata presa dal Congresso e comporta una notevole semplificazione nelle procedure per ottenere un visto per gli Usa da parte di dirigenti e iscritti a questi due […]

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Palestina: interrompere o non interrompere la cooperazione militare?

Di Jessica Purkiss. Middle East Monitor (12/14/2014). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti. Mercoledì scorso, durante una protesta contro il muro di separazione tenutasi nei pressi di Ramallah, in Cisgiordania, ha perso la vita Ziad Abu Ein, un Ministro dell’Autorità Palestinese. Una delle possibili conseguenze dell’accaduto è arrivata per bocca di Jibril Rajoub, uno dei […]

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I critici marocchini chiedono la verità sulla morte del Ministro Baha

Di Abdul Almoghait Gibran. Hespress. Continuano le reazioni alla tragica morte del Ministro di Stato Abdellah Baha, avvenuta domenica sera dopo essere stato investito da un treno, presso la città di Bouznika. Cresce la curiosità e l’interesse di molti lettori e critici che hanno chiesto esplicitamente di conoscere la verità sull’incidente, descritto come inspiegabile. Quanti […]

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Arabpress 2014-12-13 14:55:13

La religione, il sesso e la politica.. “una triade che mette paura in Egitto”. Questa triade è stata più volte trattata nei film egiziani, ma in quei casi non sono stati risparmiati da censura e da attacchi provocati dal loro tentativo di rompere i tabù che tradizionalmente non vengono toccati. Per completare la triade vi […]

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I centri del triangolo: migrazione e neocolonialismo in Sicilia

di Stefano Portelli

Quando i migranti sbarcano dall’enorme nave della marina militare che li ha salvati in alto mare, li accoglie un dispositivo di emergenza che è ormai diventato abituale. I medici individuano chi ha bisogno di cure speciali; la polizia registra i nomi e assegna un numero a ognuno; poi entrano sotto il gran tendone della Protezione civile e si siedono o si sdraiano sulle brandine.…

I centri del triangolo: migrazione e neocolonialismo in Sicilia è un articlo pubblicato su Nazione Indiana.

I centri del triangolo: migrazione e neocolonialismo in Sicilia

di Stefano Portelli

Quando i migranti sbarcano dall’enorme nave della marina militare che li ha salvati in alto mare, li accoglie un dispositivo di emergenza che è ormai diventato abituale. I medici individuano chi ha bisogno di cure speciali; la polizia registra i nomi e assegna un numero a ognuno; poi entrano sotto il gran tendone della Protezione civile e si siedono o si sdraiano sulle brandine.…

I centri del triangolo: migrazione e neocolonialismo in Sicilia è un articlo pubblicato su Nazione Indiana.

I centri del triangolo: migrazione e neocolonialismo in Sicilia

di Stefano Portelli

Quando i migranti sbarcano dall’enorme nave della marina militare che li ha salvati in alto mare, li accoglie un dispositivo di emergenza che è ormai diventato abituale. I medici individuano chi ha bisogno di cure speciali; la polizia registra i nomi e assegna un numero a ognuno; poi entrano sotto il gran tendone della Protezione civile e si siedono o si sdraiano sulle brandine.…

I centri del triangolo: migrazione e neocolonialismo in Sicilia è un articlo pubblicato su Nazione Indiana.

I centri del triangolo: migrazione e neocolonialismo in Sicilia

di Stefano Portelli

Quando i migranti sbarcano dall’enorme nave della marina militare che li ha salvati in alto mare, li accoglie un dispositivo di emergenza che è ormai diventato abituale. I medici individuano chi ha bisogno di cure speciali; la polizia registra i nomi e assegna un numero a ognuno; poi entrano sotto il gran tendone della Protezione civile e si siedono o si sdraiano sulle brandine.…

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Algeria: ucciso il sindaco di Bordj Emir Abdelkader

El Watan (13/12/2014). Ieri mattina Dargu, nella provincia di Tissemsilt uomini armati ancora non identificati hanno ucciso a colpi di arma da fuoco poi sgozzato il sindaco di Bordj Emir Abdelkader (ex Taza) Benyoucef Cheghloum. Il sindaco, 56 anni, apparteneva al Fronte di Liberazione Nazionale (partito di governo) e ricopriva anche la carica di presidente della Camera […]

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Henri Cartier–Bresson in mostra a Roma

bresson 110A dieci anni esatti dalla morte del fotografo francese, il Museo dell’Ara Pacis di Roma, fino al 25 gennaio 2015, ospita una mostra retrospettiva a lui dedicata, curata da Clément Chéroux del Centre Pompidou.

Yemen: scontri tra Houthis e tribali nel Nord

Al-Quds al-Arabi (13/12/2014). Questa mattina scontri violenti sono scoppiati nel distretto yemenita di Arhab, a Nord della capitale Sana’a, tra militanti sciiti di Ansar Allah, chiamati anche Houthis, e miliziani tribali. Secondo una fonte vicina ai gruppi tribali, i combattimenti sono iniziati quando gli Houthis hanno portato un carro armato nel distretto di Arhab per attaccare le tribù. […]

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Libano: accordo sugli armamenti con Parigi

The Daily Star (13/12/2014). Il Presidente francese François Hollande ha ordinato l’accelerazione dell’invio di armamenti francesi all’esercito libanese, finanziati da una “concessione” saudita da tre miliardi di dollari. Il Primo Ministro libanese Tammam Salam, che nei giorni scorsi ha incontrato Hollande a Parigi, ha riferito che la Francia è pronta ad “aiutare” il Libano a porre fine […]

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Algeria: un consiglio nazionale per la Cabilia

El Watan (13/12/2014). Nei giorni scorsi, nella storica cittadina di Ait Ouabane, si è tenuto un incontro organizzato dal Movimento per l’Autodeterminazione della Cabilia (Mak) sulla questione dell’autonomia della regione. All’ordine del giorno la discussione sulla situazione e il destino della Cabilia nel contesto dell’attuale politica algerina. Dopo la lettura di brevi saggi e contributi da parte di […]

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Iraq: migliaia di sciiti celebrano gli Arbain a Kerbala

Al-Ghad (13/12/2014). Milioni di sciiti si stanno riunendo nella città irachena di Kerbala per celebrare la ricorrenza degli Arbain, l’ultimo dei quaranta giorni di lutto per l’uccisione dell’imam Hussein 1300 anni fa. Massima allerta delle forze di sicurezza irachene, soprattutto dopo che ieri un residente di Kerbala è stato ucciso da un mortaio lanciato dalla vicina […]

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Rapporto sulle torture CIA a terroristi incarcerati

Arabweek (10/12/2014). Traduzione e sintesi di Carlo Boccaccino. Il comitato d’intelligence del Senato americano ha pubblicato un rapporto nel quale si afferma che la CIA ha ingannato gli americani sull’efficacia dell’interrogatorio potenziato. Secondo questo rapporto, dall’11 settembre 2001 in poi, i metodi utilizzati negli interrogatori a presunti terroristi sono stati ancora più brutali di quanto […]

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L’uccisione di Ziad Abu Ein e la domanda non posta all’ IDF

mcc43 Fatti,  prime reazioni, autopsia, i funerali e LA DOMANDA:  Perché i soldati vengono dispiegati violando la legge? I FATTI Mercoledì 10 dicembre 2014,  Ziad Abu Ein, 55 anni, ministro del Comitato dell’Autorità Palestinese con il Muro di separazione e le Colonie, era Turmusiya, Cisgiordania, per una manifestazione internazionale. Lo scopo era porre a dimora […]

Il Sahara suona il rock

xxx yyysahara 110Il fotografo francese Arnaud Contrera percorre da diversi anni il deserto del Sahara per raccontare attraverso la musica che nasce tra le dune il cambiamento della regione. Attraverso una campagna di crowdfunding punta a completare il suo progetto fotografico e pubblicare il libro “Sahara Rocks”, un documento unico di una cultura indipendente in rapida trasformazione. Qui spiega perché. (Dossier Ebticar/Mashallah news)

Siria: UE vieta esportazione carburante per aerei militari

(Agenzie) I governi dell’Union Europea hanno concordato il divieto di esportazione in Siria di carburante per aerei militari, giustificando la decisione dicendo che l’aeronautica siriana ne usufruiva per condurre attacchi aerei contro civili. Il divieto riguarda anche le attività finanziarie e assicurative delle esportazioni di carburante in Siria. Tuttavia, verranno esentati dal divieto i carburanti e […]

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Che c’entra il Piccolo Principe con il Marocco?

Discendere il Marocco verso sud seguendo la costa atlantica è un’esperienza silenziosa, dilatata, indimenticabile senz’altro. Lo spazio appare sempre più vasto e tra il deserto da un lato e le rocce a picco sull’oceano dall’altro una sola è la strada percorribile: quella che a un certo punto incontra la piccola città di Tarfaya. Probabilmente Tarfaya sarebbe […]

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I segreti dell’OPEC nel gioco della gestione del mercato del petrolio

Al-Bawaba (10/12/2014). Traduzione e sintesi di Rachida Razzouk. Verrà realmente attuata la diminuzione della produzione petrolifera degli Stati dell’OPEC da 30 milioni di barili al giorno, a 29 o addirittura a 28? In breve, la risposta è no, non verrà attuata. La domanda semmai dovrebbe essere: qual’è lo Stato o gli Stati che potrebbero ridurre la loro produzione fino […]

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Il salone di bellezza che impiega vittime di attacchi con l’acido

Si chiama Depilex ed è la catena di saloni di bellezza che ha conquistato il Pakistan. Impiegando come parrucchiere ed estetiste vittime di attacchi con l’acido combattendo l’isolamento sociale, view offre alle donne sopravvissute un futuro e alle clienti una riflessione su cosa sia davvero la bellezza. Un salone di bellezza che oltre alla cura dei capelli e delle unghie, sickness aiuta le clienti ad acquisire una nuova percezione di … | Continua a leggere

Il salone di bellezza che impiega vittime di attacchi con l’acido

Si chiama Depilex ed è la catena di saloni di bellezza che ha conquistato il Pakistan. Impiegando come parrucchiere ed estetiste vittime di attacchi con l’acido combattendo l’isolamento sociale, view offre alle donne sopravvissute un futuro e alle clienti una riflessione su cosa sia davvero la bellezza. Un salone di bellezza che oltre alla cura dei capelli e delle unghie, sickness aiuta le clienti ad acquisire una nuova percezione di … | Continua a leggere

Il salone di bellezza che impiega vittime di attacchi con l’acido

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Il salone di bellezza che impiega vittime di attacchi con l’acido

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Il salone di bellezza che impiega vittime di attacchi con l’acido

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