Giorno: 1 settembre 2013

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico

Noi appoggiamo la rivoluzione del popolo siriano – No all’intervento straniero

Dichiarazione di: Socialisti Rivoluzionari (Egitto), Corrente rivoluzionaria di Sinistra (Siria), Unione dei Comunisti (Iraq), Al-Mounadil-a (Marocco), Forum Socialista (Libano).

Domenica 31 agosto 2013

Più di 150 mila le persone uccise, centinaia di migliaia i feriti e i resi disabili, milioni di persone sfollate all’interno della Siria e all’estero; città, villaggi e quartieri sono stati distrutti, completamente o in parte, tramite l’utilizzo di ogni tipo di arma: aerei da guerra, missili scud, bombe e carri armati, tutti pagati con il sudore e il sangue del popolo siriano. E tutto ciò col pretesto di difendere la patria e raggiungere l’equilibrio militare con Israele (la cui occupazione dei territori siriani è di fatto protetta dal regime che non è stato in grado di rispondere a nessuna delle sue continue aggressioni).

Eppure, nonostante le enormi perdite abbattutesi sui Siriani, e le calamità a loro inflitte, nessuna organizzazione internazionale o paese di rilievo – o anche uno minore – ha sentito la necessità di offrire concreta solidarietà e supporto ai Siriani nella loro battaglia per i diritti più elementari, la dignità umana e la giustizia sociale.

L’unica eccezione sono stati i Paesi del Golfo e in particolare il Qatar e l’Arabia Saudita. Tuttavia il loro scopo era di controllare la natura del conflitto e di guidarlo nella direzione di un conflitto settario, distorcendo la rivoluzione siriana e puntando ad annullarla, come riflesso del loro timore più profondo che la fiamma rivoluzionaria avrebbe finito per raggiungere i loro paesi. Così hanno appoggiato i gruppi oscurantisti Tafkiri provenienti, per la maggior parte, dai quattro angoli del mondo per imporre una visione grottesca per il governo basato sulla shari’a islamica. Questi gruppi sono stati impegnati, di volta in volta, in terrificanti massacri contro i cittadini siriani che si opponevano alle loro misure repressive, e un aggressioni all’interno di aree sotto il loro controllo o sotto attacco, come l’esempio più recente dei villaggi nella campagna di Latakia.
Un grande blocco di forze ostili, provenienti da tutto il mondo, sta cospirando contro la rivoluzione del popolo siriano, scoppiata in tandem con le rivolte che, negli ultimi tre anni, hanno coinvolto la regione Araba e il Maghreb. Le rivoluzioni di questi popoli hanno avuto lo scopo di mettere fine a una storia di brutalità, ingiustizia e sfruttamento, e ottenere i diritti alla libertà, alla dignità e alla giustizia sociale.

Tuttavia questo non ha solo provocato brutali dittature locali, ma anche la maggior parte delle forze imperialiste che cercano di portare avanti il loro furto delle ricchezze del nostro popolo, in aggiunta alle varie classi reazionarie e le forze in tutte queste zone e nei paesi circostanti.
Per quanto riguarda la Siria, l’alleanza che combatte contro la rivoluzione comprende una miriade di forze settarie reazionarie, guidate dall’Iran, dalle milizie confessionali dell’Iraq e, purtroppo, le forze d’attacco di Hezbollah, che sta affondando nel pantano di difendere un regime dittatoriale profondamente corrotto e criminale.

Questa spiacevole situazione ha colpito anche una sezione importante della tradizionale sinistra araba con radici staliniste, sia nella stessa Siria, che in Libano, Egitto e nel resto del mondo arabo – e del mondo in generale – chiaramente incline verso il regime di Assad. La giustificazione è che alcuni lo vedono come un regime “forte” o addirittura “di resistenza”, nonostante la sua lunga storia – durante la sua permanenza al potere – di protezione dell’occupazione sionista delle Alture del Golan, la continua e sanguinosa repressione di vari gruppi di resistenza ad Israele, sia palestinesi che libanesi (o Siriani), e il rimanere inattivo e servile dalla guerra dell’Ottobre 1973, riguardo l’aggressione di Israele ai territori siriani. Questa propensione avrà gravi ripercussioni sull’ordinaria posizione siriana circa la sinistra in generale.

Le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza, in particolare, non sono stati in grado di condannare i crimini del regime, che il popolo siriano ha respinto continuamente e pacificamente per più di sette mesi, mentre le pallottole dei cecchini e la shabbiha prendevano i manifestanti uno ad uno e giorno dopo giorno e mentre gli attivisti più influenti erano detenuti e sottoposti alle peggiori forme di tortura e di eliminazione nelle prigioni e nei centri di detenzione. Per tutto il tempo, il mondo è rimasto completamente in silenzio e in uno stato di totale passività.

Questa situazione è continuata con una piccola differenza anche dopo che il popolo in rivolta ha deciso di prendere le armi e l’emergere di quello che è ora conosciuto come il Libero esercito Siriano (FSA), il cui comando e i cui soldati provengono, per la maggior parte, dall’esercito regolare. Questo ha portato a una terribile escalation di crimini commessi dal regime.
L’imperialismo russo, il più importante alleato del regime baathista di Damasco, che li rifornisce di ogni tipo di supporto, rimane in guardia per bloccare qualsiasi tentativo di condannare quei crimini al Consiglio di Sicurezza. Gli Stati Uniti, d’altra parte, non trovano un vero problema nella continuazione dello status quo, con tutte le ripercussioni apparenti e la distruzione del paese. Questo nonostante le minacce e le intimidazioni utilizzate dal presidente degli Stati Uniti, ogni qual volta qualcuno nell’opposizione solleva la questione dell’uso di armi chimiche da parte del regime, fino all’ultima escalation, quando si è ritenuto che sia stata oltrepassata la “linea rossa”.

E ‘chiaro che Obama, che dà l’impressione di voler andare avanti con le sue minacce, si sarebbe sentito in grande imbarazzo se non l’avesse fatto, dal momento che non solo questo avrebbe avuto un impatto negativo sul presidente, ma ne avrebbe risentito anche l’immagine di stato potente e arrogante che l’America riveste agli occhi dei paesi arabi asserviti e del mondo intero.
L’imminente attacco contro le forze armate siriane è, in sostanza, guidato dagli Stati Uniti. Tuttavia, si verifica con la comprensione e la cooperazione dei paesi imperialisti alleati, anche in assenza di razionalizzazione attraverso la solita farsa, conosciuta come “legittimità internazionale” (vale a dire le decisioni dell’ONU, che era e rimane rappresentante degli interessi delle grandi potenze, sia in conflitto che alleate, a seconda delle circostanze, delle differenze, e degli equilibri fra loro). In altre parole, l’attacco non attenderà il Consiglio di sicurezza a causa del prevedibile veto russo-cinese.

Purtroppo, molti nell’opposizione siriana stanno scommettendo su questo attacco e sulla posizione degli Stati Uniti in generale. Essi ritengono che questo creerebbe un’opportunità per loro per prendere il potere, scavalcando il movimento e le masse e la loro decisione indipendente. Non dovrebbe essere una sorpresa, quindi, che i rappresentanti di questa opposizione e l’FSA non hanno avuto riserve a fornire informazioni agli Stati Uniti circa gli obiettivi proposti per l’attacco.
In ogni caso, noi siamo d’accordo su quanto segue:

• L’alleanza imperialista occidentale colpirà diverse posizioni e parti vitali delle infrastrutture militari e civili siriane (con diverse vittime, come al solito). Tuttavia, come ha voluto sottolineare, gli attacchi non saranno destinati a rovesciare il regime. Essi sono semplicemente destinati a punire, detto con le parole di Obama, l’attuale leadership siriana e salvare la faccia dell’amministrazione degli Stati Uniti, dopo tutte le minacce che riguardo l’uso di armi chimiche.

• Le intenzioni del presidente americano di punire la leadership siriana non derivino, in alcun modo, dalla solidarietà di Washington per la sofferenza dei bambini che sono caduti nelle stragi Ghouta, ma derivano piuttosto dal suo impegno per quelli che Obama chiama gli interessi vitali degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale, oltre a agli interessi e alla sicurezza di Israele.

• L’esercito siriano e dei suoi alleati regionali, guidato dal regime iraniano, non avranno abbastanza coraggio, molto probabilmente, per mettere in atto quelle che sembravano essere minacce da parte dei loro alti funzionari che qualsiasi attacco occidentale contro la Siria infiammerebbe tutta la regione. Ma questa opzione rimane sul tavolo, come opzione finale e con risultati catastrofici.

• L’imminente assalto imperialista occidentale non intende sostenere la rivoluzione siriana in alcun modo. Avrà lo scopo di spingere Damasco al tavolo delle trattative e di permettere a Bashar al-Assad di ritirarsi dal primo piano, mantenendo comunque il regime in atto, migliorando allo stesso tempo notevolmente le condizioni per rafforzare la posizione dell’imperialismo americano nella futura Siria contro l’imperialismo russo.

• Più coloro che partecipano alla continua mobilitazione popolare – che sono più consapevoli, di principi e dediti al futuro della Siria e del suo popolo – realizzano questi fatti, le loro conseguenze, i risultati, e agiscono di conseguenza, più questo contribuirà ad aiutare la il popolo siriano a scegliere con successo una vera leadership rivoluzionaria. Nel processo di una lotta impegnata, basata sugli interessi attuali e futuri del loro popolo questo produrrebbe un programma radicale coerente con quegli interessi, che potrebbe essere promosso e messo in pratica sulla strada della vittoria.

No ad ogni forma di intervento imperialista, sia Americano che Russo.

No a tutte le forme di intervento settario reazionario, sia dell’Iran che dei Paesi del Golfo.

No all’intervento di Hezbollah, che merita il massimo della condanna.

Basta con le illusioni riguardante l’imminente attacco Americano.

Aprire i depositi di armi per il popolo siriano, per lottare per la libertà, la dignità e la giustizia sociale.

Vittoria a una Siria libera e democratica e basta per sempre con la dittatura di Assad e tutte le dittature.

Lunga vita alla rivoluzione del popolo siriano.

Fonte: http://www.al-manshour.org/en/statement-by-rev-socialists-marxists-on-us-attack-on-syria

Traduzione di Luana Andronico