Giorno: 10 giugno 2013

Sostenibilità: una condizione per lo sviluppo turistico nel Mediterraneo

Sostenibilità: una condizione per lo sviluppo turistico nel Mediterraneo

Il turismo nel Mediterraneo rappresenta il 30% del segmento del mercato del turismo mondiale.

Una gestione attenta delle risorse necessarie per soddisfare questo mercato porterebbe certamente enormi benefici economici, sociali e ambientali a lungo termine.

E’ ormai un dato di fatto: il turismo sostenibile è la sola strada percorribile per soddisfare le richieste del mercato, destinato a raddoppiare nei prossimi 15 anni, passando da 300 a 600 milioni di spostamenti annui verso i paesi del Mediterraneo. Molte sono le iniziative private volte a favorire un tipo di turismo non invasivo, che tenga conto del fabbisogno idrico ed energetico necessario alle strutture e che valorizzi il rispetto delle culture e degli ecosistemi locali. L’iniziativa privata, però, non basta: a queste iniziative va affiancato un percorso educativo e politico affinché il turismo sostenibile non rimanga solo una mera tipologia di turismo, ma diventi la condizione necessaria per poter operare in questo ambito. Secondo il Global Footprint Network, dal 1960 ad oggi, i paesi mediterranei in cui l’impronta ecologica (differenza tra energie richieste e capacità di rigenerazione) è sotto i valori minimi, sono passati da 9 a 23 ovvero tutti tranne il Montenegro. Le politiche internazionali per quanto riguarda il turismo sono volte in particolar modo verso la promozione degli investimenti “verdi”, la creazione di meccanismi di collaborazione verso business eco-sostenibili tra pubblico e privato e agevolazioni fiscali per chi agisce in questo senso. La sostenibilità economica, sociale e ambientale del settore turistico quindi non può oggi non tenere conto dello sviluppo rurale, dell’occupazione, dello sviluppo delle MPMI e del rispetto del patrimonio artistico e naturale dell’area. The Global Partnership for Sustainable Tourism è una rete promossa da UNEP (United Nations Environment Programme) con oltre 90 membri tra Istituzioni Internazionali, aziende, ong e autorità locali e tra i paesi di nostro interesse, solo tre enti hanno per ora aderito: ministeri del turismo di Marocco e Oman e l’Università Cà Foscari di Venezia.

Alla luce della situazione economica instabile degli ultimi tempo, serve uno sforzo congiunto tra istituzioni e privati per mantenere il primato in questo settore, garantendo un indotto diretto e indiretto ai paesi meta di turismo per sopperire alle gravi carenze degli altri settori.

  • Mediterraneo
  • Turismo

    Sostenibilità: una condizione per lo sviluppo turistico nel Mediterraneo

    Sostenibilità: una condizione per lo sviluppo turistico nel Mediterraneo

    Il turismo nel Mediterraneo rappresenta il 30% del segmento del mercato del turismo mondiale.

    Una gestione attenta delle risorse necessarie per soddisfare questo mercato porterebbe certamente enormi benefici economici, sociali e ambientali a lungo termine.

    E’ ormai un dato di fatto: il turismo sostenibile è la sola strada percorribile per soddisfare le richieste del mercato, destinato a raddoppiare nei prossimi 15 anni, passando da 300 a 600 milioni di spostamenti annui verso i paesi del Mediterraneo. Molte sono le iniziative private volte a favorire un tipo di turismo non invasivo, che tenga conto del fabbisogno idrico ed energetico necessario alle strutture e che valorizzi il rispetto delle culture e degli ecosistemi locali. L’iniziativa privata, però, non basta: a queste iniziative va affiancato un percorso educativo e politico affinché il turismo sostenibile non rimanga solo una mera tipologia di turismo, ma diventi la condizione necessaria per poter operare in questo ambito. Secondo il Global Footprint Network, dal 1960 ad oggi, i paesi mediterranei in cui l’impronta ecologica (differenza tra energie richieste e capacità di rigenerazione) è sotto i valori minimi, sono passati da 9 a 23 ovvero tutti tranne il Montenegro. Le politiche internazionali per quanto riguarda il turismo sono volte in particolar modo verso la promozione degli investimenti “verdi”, la creazione di meccanismi di collaborazione verso business eco-sostenibili tra pubblico e privato e agevolazioni fiscali per chi agisce in questo senso. La sostenibilità economica, sociale e ambientale del settore turistico quindi non può oggi non tenere conto dello sviluppo rurale, dell’occupazione, dello sviluppo delle MPMI e del rispetto del patrimonio artistico e naturale dell’area. The Global Partnership for Sustainable Tourism è una rete promossa da UNEP (United Nations Environment Programme) con oltre 90 membri tra Istituzioni Internazionali, aziende, ong e autorità locali e tra i paesi di nostro interesse, solo tre enti hanno per ora aderito: ministeri del turismo di Marocco e Oman e l’Università Cà Foscari di Venezia.

    Alla luce della situazione economica instabile degli ultimi tempo, serve uno sforzo congiunto tra istituzioni e privati per mantenere il primato in questo settore, garantendo un indotto diretto e indiretto ai paesi meta di turismo per sopperire alle gravi carenze degli altri settori.

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      Il turismo nel Mediterraneo rappresenta il 30% del segmento del mercato del turismo mondiale.

      Una gestione attenta delle risorse necessarie per soddisfare questo mercato porterebbe certamente enormi benefici economici, sociali e ambientali a lungo termine.

      E’ ormai un dato di fatto: il turismo sostenibile è la sola strada percorribile per soddisfare le richieste del mercato, destinato a raddoppiare nei prossimi 15 anni, passando da 300 a 600 milioni di spostamenti annui verso i paesi del Mediterraneo. Molte sono le iniziative private volte a favorire un tipo di turismo non invasivo, che tenga conto del fabbisogno idrico ed energetico necessario alle strutture e che valorizzi il rispetto delle culture e degli ecosistemi locali. L’iniziativa privata, però, non basta: a queste iniziative va affiancato un percorso educativo e politico affinché il turismo sostenibile non rimanga solo una mera tipologia di turismo, ma diventi la condizione necessaria per poter operare in questo ambito. Secondo il Global Footprint Network, dal 1960 ad oggi, i paesi mediterranei in cui l’impronta ecologica (differenza tra energie richieste e capacità di rigenerazione) è sotto i valori minimi, sono passati da 9 a 23 ovvero tutti tranne il Montenegro. Le politiche internazionali per quanto riguarda il turismo sono volte in particolar modo verso la promozione degli investimenti “verdi”, la creazione di meccanismi di collaborazione verso business eco-sostenibili tra pubblico e privato e agevolazioni fiscali per chi agisce in questo senso. La sostenibilità economica, sociale e ambientale del settore turistico quindi non può oggi non tenere conto dello sviluppo rurale, dell’occupazione, dello sviluppo delle MPMI e del rispetto del patrimonio artistico e naturale dell’area. The Global Partnership for Sustainable Tourism è una rete promossa da UNEP (United Nations Environment Programme) con oltre 90 membri tra Istituzioni Internazionali, aziende, ong e autorità locali e tra i paesi di nostro interesse, solo tre enti hanno per ora aderito: ministeri del turismo di Marocco e Oman e l’Università Cà Foscari di Venezia.

      Alla luce della situazione economica instabile degli ultimi tempo, serve uno sforzo congiunto tra istituzioni e privati per mantenere il primato in questo settore, garantendo un indotto diretto e indiretto ai paesi meta di turismo per sopperire alle gravi carenze degli altri settori.

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