Giorno: 2 giugno 2013

Parla e muori: omaggio a Tahar Djaout

Oggi 2 giugno 2013 è il ventesimo anniversario dell’uccisione dello scrittore algerino Tahar Djaout (Oulkhou, 11 gennaio 1954 – Algeri, 2 giugno 1993). Giornalista, scrittore e poeta algerino, era un intellettuale che non ha mai avuto paura di prende…

Parla e muori: omaggio a Tahar Djaout

Oggi 2 giugno 2013 è il ventesimo anniversario dell’uccisione dello scrittore algerino Tahar Djaout (Oulkhou, 11 gennaio 1954 – Algeri, 2 giugno 1993). Giornalista, scrittore e poeta algerino, era un intellettuale che non ha mai avuto paura di prende…

Parla e muori: omaggio a Tahar Djaout

Oggi 2 giugno 2013 è il ventesimo anniversario dell’uccisione dello scrittore algerino Tahar Djaout (Oulkhou, 11 gennaio 1954 – Algeri, 2 giugno 1993). Giornalista, scrittore e poeta algerino, era un intellettuale che non ha mai avuto paura di prende…

Parla e muori: omaggio a Tahar Djaout

Oggi 2 giugno 2013 è il ventesimo anniversario dell’uccisione dello scrittore algerino Tahar Djaout (Oulkhou, 11 gennaio 1954 – Algeri, 2 giugno 1993). Giornalista, scrittore e poeta algerino, era un intellettuale che non ha mai avuto paura di prende…

Parla e muori: omaggio a Tahar Djaout

Oggi 2 giugno 2013 è il ventesimo anniversario dell’uccisione dello scrittore algerino Tahar Djaout (Oulkhou, 11 gennaio 1954 – Algeri, 2 giugno 1993). Giornalista, scrittore e poeta algerino, era un intellettuale che non ha mai avuto paura di prende…

Parla e muori: omaggio a Tahar Djaout

Oggi 2 giugno 2013 è il ventesimo anniversario dell’uccisione dello scrittore algerino Tahar Djaout (Oulkhou, 11 gennaio 1954 – Algeri, 2 giugno 1993). Giornalista, scrittore e poeta algerino, era un intellettuale che non ha mai avuto paura di prende…

Parla e muori: omaggio a Tahar Djaout

Oggi 2 giugno 2013 è il ventesimo anniversario dell’uccisione dello scrittore algerino Tahar Djaout (Oulkhou, 11 gennaio 1954 – Algeri, 2 giugno 1993). Giornalista, scrittore e poeta algerino, era un intellettuale che non ha mai avuto paura di prende…

Parla e muori: omaggio a Tahar Djaout

Oggi 2 giugno 2013 è il ventesimo anniversario dell’uccisione dello scrittore algerino Tahar Djaout (Oulkhou, 11 gennaio 1954 – Algeri, 2 giugno 1993). Giornalista, scrittore e poeta algerino, era un intellettuale che non ha mai avuto paura di prende…

Parla e muori: omaggio a Tahar Djaout

Oggi 2 giugno 2013 è il ventesimo anniversario dell’uccisione dello scrittore algerino Tahar Djaout (Oulkhou, 11 gennaio 1954 – Algeri, 2 giugno 1993). Giornalista, scrittore e poeta algerino, era un intellettuale che non ha mai avuto paura di prende…

Parla e muori: omaggio a Tahar Djaout


Parla e muori: omaggio a Tahar Djaout

Oggi 2 giugno 2013 è il ventesimo anniversario dell’uccisione dello scrittore algerino Tahar Djaout (Oulkhou, 11 gennaio 1954 – Algeri, 2 giugno 1993). Giornalista, scrittore e poeta algerino, era un intellettuale che non ha mai avuto paura di prende posizione quando ce n’era bisogno. E per questo l’ha pagato con la propria vita.

Tahar aveva studiato matematica. Era anche titolare di un dottorato di stato preso a Parigi(1985). Ma inaspettatamente invece di iniziare una carriera universitaria, decide di dedicarsi a quello che è stato finora il suo violino di Ingres: Il giornalismo culturale.

Dal 1977 aveva iniziato a scrivere sul supplemento culturale del principale quotidiano nazionale, El Moudjahid. Poi passò alla direzione della rubrica culturale del settimanale Algérie Actualité. Nella sua rubrica, sin dall’inizio hanno posto artisti, intellettuali e scrittori che erano marginalizzati dal potere.

Il 5 ottobre 1988, l’Algeria conobbe delle proteste che assomigliano molto alle attuali “primavere arabe”. Il popolo uscì per le strade chiedendo più libertà. Ne risultò la fine del sistema a partito unico e l’apertura del campo politico alle formazioni dell’opposizione. Anche il mondo dell’informazione ne fu travolto. Finora tutti i mass media erano proprietà dello stato. Dopo la riforma della costituzione nel 1989, giornalisti, uomini d’affari, politici fondarono nuove testate. Il paese era in una specie di euforia. Si mangiava libertà di espressione a tutti i pasti. Ma la festa non sarebbe durata molto.

Nel 1992, insieme a un gruppo di giornalisti e intellettuali, fondò una nuova testata, Ruptures. Come lo indica il suo nome il settimanale si voleva giornale portatore di idee di rottura con il regime in posto dall’indipendenza da una parte e con l’Islamismo politico che stava guadagnando terreno.

Il 26 maggio 1993, davanti a casa sua, mentre usciva per andare al lavoro, due persone gli sparano due colpì alla testa. Morì 8 giorni dopo. Al suo funerale eravamo centinaia di Migliaia. Il suo piccolo villaggio natale, Oulkhou, su quelle alte colline che guardano verso la costa di Azefoun, in Cabilia, è sommerso dalla folla che viene a rendere un ultimo omaggio al poeta e all’uomo.

Il suo assassinio aprirà una lunga serie di uccisioni di intellettuali, artisti, giornalisti e militanti progressisti. Sia l’esercito regolare sia i gruppi islamici armati avevano deciso di dare la caccia alla materia grigia del paese.

IL suo ultimo articolo, in cui denunciava i giochi pericolosi del potere algerino con il fuoco integralista, finiva con questa massima profetica di Lao Tseu: “Il silenzio è morte; se taci sei morto e se parli muori. Allora di’ e muori”. E lui disse e morì la coscienza in pace.

Nel luglio del 2012, il più grande poeta contemporaneo arabo, il siriano Adonis, rende omaggio a Tahar Djaout.

Vi lascio con queste parole offerte da un poeta coraggioso a un altro poeta altrettanto coraggioso. da un paese lacerato a un altro paese lacerato. Oltre ogni frontiera, oltre ogni barriera linguistica.


Parla e muori: omaggio a Tahar Djaout

Vicino a te, per non perderti (Lettera a Tahar Djaout)

O poeta amico

Continuiamo a vivere in quello stesso mondo

che ti ha ucciso.

Di notte, ci rifuggiamo nelle lacrime.

Il giorno guardiamo morti.

Ieri, la luna non ha desiderato guardarci, allora

abbiamo assunto un manto di nebbia.

E apparirà vicino a te, per non perdere noi.

La morte, drago che squarcia la sua strada

Nella foresta dei libri sacri.

Che dire a coloro che vivono in questi libri?

Les credenze continuano ad accumularsi

Nei crani, come oggetti, e gli imam sono custodi severi.

Compagni e seguaci continuano a esprimere

le loro opinioni e idee, con le parole che sono solo chiodi e schegge

Il nostro mondo arabo e musulmano continua ad essere il carnefice e la vittima

et tra loro l’Occidente, è amico dell’uno e dell’altra.

E’ così che l’Occidente sembra una finestra Nera del nostro Oriente, e quindi il nostro Oriente sembra una macchia di sangue. Una testa gallo, che appartiene a questo mondo. Un gallo che non si vede che nella veste dello sgozzatore o dello sgozzato, e gli altri lo vedono come un tavolo o una festa. Un gallo che mangia e beve attraverso piccoli fori nelle pareti del cielo.

Un gallo: la terra nel suo grido, un nido, e il cielo, una gallina rossa.

O poeta amico

Abbiamo cercato, in tutte le direzioni, donne in conversazione con l’urto nascosto sotto i loro piedi lisci. Uomini che provano le morti sedute sulle loro spalle. Spalle che accumulano il loro peso sulle nostre spalle.

Sì, il cielo continua ad impedire le costruzioni terreni.

Noi rimarremo vicini a te. Noi continueremo a liberarci dalle nostre catene. Celesti e terrene. E continueremo a ripetere:

Ogni profezia è crepuscolo. E l’uomo, l’alba perenne.

Adonis. Parigi, Luglio 2012

Traduzione dal francese mia . Tradotto dall’arabo al francese da Amin Khan. Il testo originale appare nel libro Presenza Tahar jaout, [barzakh, 2013]

Parla e muori: omaggio a Tahar Djaout


Parla e muori: omaggio a Tahar Djaout

Oggi 2 giugno 2013 è il ventesimo anniversario dell’uccisione dello scrittore algerino Tahar Djaout (Oulkhou, 11 gennaio 1954 – Algeri, 2 giugno 1993). Giornalista, scrittore e poeta algerino, era un intellettuale che non ha mai avuto paura di prende posizione quando ce n’era bisogno. E per questo l’ha pagato con la propria vita.

Tahar aveva studiato matematica. Era anche titolare di un dottorato di stato preso a Parigi(1985). Ma inaspettatamente invece di iniziare una carriera universitaria, decide di dedicarsi a quello che è stato finora il suo violino di Ingres: Il giornalismo culturale.

Dal 1977 aveva iniziato a scrivere sul supplemento culturale del principale quotidiano nazionale, El Moudjahid. Poi passò alla direzione della rubrica culturale del settimanale Algérie Actualité. Nella sua rubrica, sin dall’inizio hanno posto artisti, intellettuali e scrittori che erano marginalizzati dal potere.

Il 5 ottobre 1988, l’Algeria conobbe delle proteste che assomigliano molto alle attuali “primavere arabe”. Il popolo uscì per le strade chiedendo più libertà. Ne risultò la fine del sistema a partito unico e l’apertura del campo politico alle formazioni dell’opposizione. Anche il mondo dell’informazione ne fu travolto. Finora tutti i mass media erano proprietà dello stato. Dopo la riforma della costituzione nel 1989, giornalisti, uomini d’affari, politici fondarono nuove testate. Il paese era in una specie di euforia. Si mangiava libertà di espressione a tutti i pasti. Ma la festa non sarebbe durata molto.

Nel 1992, insieme a un gruppo di giornalisti e intellettuali, fondò una nuova testata, Ruptures. Come lo indica il suo nome il settimanale si voleva giornale portatore di idee di rottura con il regime in posto dall’indipendenza da una parte e con l’Islamismo politico che stava guadagnando terreno.

Il 26 maggio 1993, davanti a casa sua, mentre usciva per andare al lavoro, due persone gli sparano due colpì alla testa. Morì 8 giorni dopo. Al suo funerale eravamo centinaia di Migliaia. Il suo piccolo villaggio natale, Oulkhou, su quelle alte colline che guardano verso la costa di Azefoun, in Cabilia, è sommerso dalla folla che viene a rendere un ultimo omaggio al poeta e all’uomo.

Il suo assassinio aprirà una lunga serie di uccisioni di intellettuali, artisti, giornalisti e militanti progressisti. Sia l’esercito regolare sia i gruppi islamici armati avevano deciso di dare la caccia alla materia grigia del paese.

IL suo ultimo articolo, in cui denunciava i giochi pericolosi del potere algerino con il fuoco integralista, finiva con questa massima profetica di Lao Tseu: “Il silenzio è morte; se taci sei morto e se parli muori. Allora di’ e muori”. E lui disse e morì la coscienza in pace.

Nel luglio del 2012, il più grande poeta contemporaneo arabo, il siriano Adonis, rende omaggio a Tahar Djaout.

Vi lascio con queste parole offerte da un poeta coraggioso a un altro poeta altrettanto coraggioso. da un paese lacerato a un altro paese lacerato. Oltre ogni frontiera, oltre ogni barriera linguistica.


Parla e muori: omaggio a Tahar Djaout

Vicino a te, per non perderti (Lettera a Tahar Djaout)

O poeta amico

Continuiamo a vivere in quello stesso mondo

che ti ha ucciso.

Di notte, ci rifuggiamo nelle lacrime.

Il giorno guardiamo morti.

Ieri, la luna non ha desiderato guardarci, allora

abbiamo assunto un manto di nebbia.

E apparirà vicino a te, per non perdere noi.

La morte, drago che squarcia la sua strada

Nella foresta dei libri sacri.

Che dire a coloro che vivono in questi libri?

Les credenze continuano ad accumularsi

Nei crani, come oggetti, e gli imam sono custodi severi.

Compagni e seguaci continuano a esprimere

le loro opinioni e idee, con le parole che sono solo chiodi e schegge

Il nostro mondo arabo e musulmano continua ad essere il carnefice e la vittima

et tra loro l’Occidente, è amico dell’uno e dell’altra.

E’ così che l’Occidente sembra una finestra Nera del nostro Oriente, e quindi il nostro Oriente sembra una macchia di sangue. Una testa gallo, che appartiene a questo mondo. Un gallo che non si vede che nella veste dello sgozzatore o dello sgozzato, e gli altri lo vedono come un tavolo o una festa. Un gallo che mangia e beve attraverso piccoli fori nelle pareti del cielo.

Un gallo: la terra nel suo grido, un nido, e il cielo, una gallina rossa.

O poeta amico

Abbiamo cercato, in tutte le direzioni, donne in conversazione con l’urto nascosto sotto i loro piedi lisci. Uomini che provano le morti sedute sulle loro spalle. Spalle che accumulano il loro peso sulle nostre spalle.

Sì, il cielo continua ad impedire le costruzioni terreni.

Noi rimarremo vicini a te. Noi continueremo a liberarci dalle nostre catene. Celesti e terrene. E continueremo a ripetere:

Ogni profezia è crepuscolo. E l’uomo, l’alba perenne.

Adonis. Parigi, Luglio 2012

Traduzione dal francese mia . Tradotto dall’arabo al francese da Amin Khan. Il testo originale appare nel libro Presenza Tahar jaout, [barzakh, 2013]

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Come Gul ha salvato la Turchia.

Le cose si stavano mettendo male a Istanbul, per tutti. C’e’ voluto il presidente Gul per salvare Erdogan da sé stesso. E il Chp ha capito. A riprova che il bivio e’ un altro.

Intervista al Ministro dell’artigianato marocchino Abdessamad Kayouh

Intervista al Ministro dell’artigianato marocchino Abdessamad Kayouh

.med ha incontrato il Ministro dell’artigianato marocchino per parlare delle potenzialità del settore riguardo agli investimenti

 

Il ministero dell’artigianato marocchino come pensa di promuovere gli investimenti nel settore? Può approfondire le linee programmatiche della Visione 2015 ?

Per realizzare gli obiettivi della Visione 2015 per lo sviluppo del settore dell’artigianato, questo dipartimento ha lanciato un piano ambizioso che mobilita attori pubblici e privati.

Gli obiettivi sono promuovere gli investimenti, aumentare il volume di affari e migliorare le condizioni di lavoro degli artigiani, moltiplicare gli spazi commerciali, migliorare quelli già esistenti, aumentare la clientela, migliorare la qualità dei prodotti, creare un sistema di assistenza sanitaria obbligatoria, promuovere nuovi meccanismi di finanziamento per le attività artigianali, creare eccellenze, puntando al marchio e alla formazione professionale.

 

La rivista .med si rivolge in particolare ai marocchini che risiedono all’estero e che vogliono investire nel loro paese di origine, quali sono i consigli che può dare a potenziali investitori ?

Al fine di monitorare l’applicazione della strategia della Visione 2015, il ministero dell’artigianato pubblica annualmente un numero di indicatori strategici che costituiscono il barometro dello stato di salute del settore.

Inoltre, il Ministero ha costituito un organo per ofirire assistenza tecnica agli investitori che potranno rivolgersi alle rappresentanze territoriali per poter ottenere la documentazione utile sulle potenzialità economiche a livello locale.

 

Che tipo di opportunità offre il Governo marocchino agli investitori nel settore? Quali sono i servizi esistenti ?

Per poter promuovere gli investimenti, il governo ha implementato una serie di meccanismi sia a livello nazionale che regionale.

Citiamo l’Agenzia marocchina di sviluppo degli investimenti (AMDI) che dispone di una rete internazionale, che unisce pubblico e privato e che propone una vasta gamma di servizi per gli investitori e li aiuta ad ottimizzare i loro risultati.

Esistono anche i Centri regionali per gli investimenti (CRI), dotati di sportelli informativi che mettono a disposizione dati e informazioni rispetto alle potenzialità economiche del mercato nella regione.

Abbiamo poi l’Agenzia nazionale per la promozione della piccola e media impresa (ANPME) che fornisce assistenza tecnica alle imprese, aiutandole ad accedere facilmente ai terreni e ai locali a costi agevolati.

Quanto all’occupazione, esiste l’ANAPEC e in materia di formazione l’OFPPT. Vanno menzionati poi i servizi di accompagnamento del nostro dipartimento attraverso le Direzioni territoriali, le Camere dell’artigianato e la Casa dell’artigiano.

 

In che misura il settore dell’artigianato alimenta il mercato del lavoro ?

Secondo, dopo quello agricolo, il settore dell’artigianato è considerato uno dei settori vitali del tessuto sociale ed economico del paese, con l’impiego di circa 2,3 milioni di artigiani, ovvero il 20% della popolazione attiva del Marocco.

L’occupazione è una tematica cruciale della Visione 2015, con un tasso di crescita annuale del 2.5% tra il 2007 e il 2011. Si prevede di creare 115 000 posti di lavoro in più, entro il 2015. Dato che il settore dell’artigianato impiega soprattutto giovani minori di 40 anni, circa il 59 %, il ministero ha puntato molto sulla formazione professionale attraverso il miglioramento dell’offerta formativa e la creazione di centri di formazione professionale con materiali didattici adeguati ai nuovi standard e attrezzature più moderne. 

  • Investimenti
  • Mediterraneo
  • Marocco
  • Artigianato

    Intervista al Ministro dell’artigianato marocchino Abdessamad Kayouh

    Intervista al Ministro dell’artigianato marocchino Abdessamad Kayouh

    .med ha incontrato il Ministro dell’artigianato marocchino per parlare delle potenzialità del settore riguardo agli investimenti

     

    Il ministero dell’artigianato marocchino come pensa di promuovere gli investimenti nel settore? Può approfondire le linee programmatiche della Visione 2015 ?

    Per realizzare gli obiettivi della Visione 2015 per lo sviluppo del settore dell’artigianato, questo dipartimento ha lanciato un piano ambizioso che mobilita attori pubblici e privati.

    Gli obiettivi sono promuovere gli investimenti, aumentare il volume di affari e migliorare le condizioni di lavoro degli artigiani, moltiplicare gli spazi commerciali, migliorare quelli già esistenti, aumentare la clientela, migliorare la qualità dei prodotti, creare un sistema di assistenza sanitaria obbligatoria, promuovere nuovi meccanismi di finanziamento per le attività artigianali, creare eccellenze, puntando al marchio e alla formazione professionale.

     

    La rivista .med si rivolge in particolare ai marocchini che risiedono all’estero e che vogliono investire nel loro paese di origine, quali sono i consigli che può dare a potenziali investitori ?

    Al fine di monitorare l’applicazione della strategia della Visione 2015, il ministero dell’artigianato pubblica annualmente un numero di indicatori strategici che costituiscono il barometro dello stato di salute del settore.

    Inoltre, il Ministero ha costituito un organo per ofirire assistenza tecnica agli investitori che potranno rivolgersi alle rappresentanze territoriali per poter ottenere la documentazione utile sulle potenzialità economiche a livello locale.

     

    Che tipo di opportunità offre il Governo marocchino agli investitori nel settore? Quali sono i servizi esistenti ?

    Per poter promuovere gli investimenti, il governo ha implementato una serie di meccanismi sia a livello nazionale che regionale.

    Citiamo l’Agenzia marocchina di sviluppo degli investimenti (AMDI) che dispone di una rete internazionale, che unisce pubblico e privato e che propone una vasta gamma di servizi per gli investitori e li aiuta ad ottimizzare i loro risultati.

    Esistono anche i Centri regionali per gli investimenti (CRI), dotati di sportelli informativi che mettono a disposizione dati e informazioni rispetto alle potenzialità economiche del mercato nella regione.

    Abbiamo poi l’Agenzia nazionale per la promozione della piccola e media impresa (ANPME) che fornisce assistenza tecnica alle imprese, aiutandole ad accedere facilmente ai terreni e ai locali a costi agevolati.

    Quanto all’occupazione, esiste l’ANAPEC e in materia di formazione l’OFPPT. Vanno menzionati poi i servizi di accompagnamento del nostro dipartimento attraverso le Direzioni territoriali, le Camere dell’artigianato e la Casa dell’artigiano.

     

    In che misura il settore dell’artigianato alimenta il mercato del lavoro ?

    Secondo, dopo quello agricolo, il settore dell’artigianato è considerato uno dei settori vitali del tessuto sociale ed economico del paese, con l’impiego di circa 2,3 milioni di artigiani, ovvero il 20% della popolazione attiva del Marocco.

    L’occupazione è una tematica cruciale della Visione 2015, con un tasso di crescita annuale del 2.5% tra il 2007 e il 2011. Si prevede di creare 115 000 posti di lavoro in più, entro il 2015. Dato che il settore dell’artigianato impiega soprattutto giovani minori di 40 anni, circa il 59 %, il ministero ha puntato molto sulla formazione professionale attraverso il miglioramento dell’offerta formativa e la creazione di centri di formazione professionale con materiali didattici adeguati ai nuovi standard e attrezzature più moderne. 

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