Giorno: 19 maggio 2013

Gli impulsi creativi dell’artigianato equo e tradizionale in Egitto

Gli impulsi creativi dell'artigianato equo e tradizionale in Egitto

In Egitto, l’artigianato tradizionale è un esempio lampante delle contraddizioni nel paese: dalle piccole botteghe nei villaggi agli studi dei giovani designer, il settore delle produzioni artigianali – pur essendo una fonte di sostentamento per migliaia di famiglie – è una voce di nicchia nella bilancia delle esportazioni, ed il suo potenziale è spesso sottovalutato.

Una simile ricchezza di tradizioni e prodotti ha un incredibile potenziale in termini di opportunità di lavoro e di scambio commerciale. Tappeti, tessuti, oggettistica per la casa, accessori in pelle, ceramiche: il panorama egiziano racchiude una grande varietà di produzioni, che spesso affondano le proprie radici in metodi di lavoro antichi di millenni. Le botteghe sono solitamente di piccole dimensioni, a conduzione famigliare e nella maggior parte dei casi non impiegano più di cinque persone.

Gli esempi di eccellenza non mancano: uno su tutti Fair Trade Egypt, che dal 1998 supporta i piccoli artigiani (al momento, sono più di 2500) fungendo da centro di distribuzione per i loro prodotti e spingendoli ad adottare i principi commerciali che costituiscono il trait d’union con gli altri membri della World Fair Trade Organization (evitando il lavoro minorile e la discriminazione tra i suoi membri, nonché impegnandosi a praticare prezzi equi).

 

Un altro dei principi fondamentali di Fair Trade Egypt (www.facebook.com/FairTradeEgypt) è quello di salvare le tecniche di produzione tradizionali dall’estinzione, mantenendole “vive” nel panorama commerciale egiziano, in cui le piccole realtà produttive continuano a soffrire le difficoltà dell’attuale congiuntura economica.

Nel difficile contesto economico egiziano non mancano, comunque, gli esempi di innovazione, e la prova è la vivacità creativa dei giovani designer locali. .med, per questo numero, ha contattato Reem Shahin, una fashion designer che nel corso della sua esperienza ha lavorato con USAid e con la Cooperazione Italiana in progetti di sviluppo legati allo sviluppo dell’artigianato tradizionale.

Lavorare con la Cooperazione Italiana mi ha dato l’opportunità di conoscere moltissimi artigiani e di capire quali sono i problemi che stanno fronteggiando” dice Reem. Quando le chiediamo se l’artigianato può aiutare la ripresa dell’economia egiziana, ci risponde che “uno dei problemi principali è che l’idea su cui si basa il commercio equo è brillante, ma applicarla alla realtà è un’altra cosa. Abbiamo bisogno di più opportunità e di più appoggio dal governo, è l’unico modo per fare la differenza”.

Secondo Reem, con il passare del tempo la diffusione del commercio equo aiuterà gli artigiani a vendere i propri prodotti e ad aumentare le condizioni di lavoro in tutto il paese. “Ad esempio, nel mio lavoro supportiamo molte donne che altrimenti non riuscirebbero a produrre”.

Nelle sue creazioni, Reem unisce elementi del design tradizionale egiziano a materiali e lavorazioni alternative, raggiungendo così un risultato unico. Inoltre, vende i suoi prodotti sul sito internet  www.faridaspassions.com, dimostrando che anche l’impatto delle nuove tecnologie è determinante, infatti “facilitando i contatti con i produttori riusciamo a pubblicizzare i loro prodotti in maniera più efficace e con meno difficoltà”.

Reem dimostra che in Egitto non è solo la politica ad avere la scena: i giovani sono attivissimi anche in campo artistico, e supportare l’artigianato sospeso tra le lavorazioni tradizionali e la modernità dei designer è un ottimo modo per dare ai prodotti del paese l’opportunità di essere conosciuti anche all’estero.

  • Egitto
  • Artigianato
  • Mediterraneo

    Gli impulsi creativi dell’artigianato equo e tradizionale in Egitto

    Gli impulsi creativi dell'artigianato equo e tradizionale in Egitto

    In Egitto, l’artigianato tradizionale è un esempio lampante delle contraddizioni nel paese: dalle piccole botteghe nei villaggi agli studi dei giovani designer, il settore delle produzioni artigianali – pur essendo una fonte di sostentamento per migliaia di famiglie – è una voce di nicchia nella bilancia delle esportazioni, ed il suo potenziale è spesso sottovalutato.

    Una simile ricchezza di tradizioni e prodotti ha un incredibile potenziale in termini di opportunità di lavoro e di scambio commerciale. Tappeti, tessuti, oggettistica per la casa, accessori in pelle, ceramiche: il panorama egiziano racchiude una grande varietà di produzioni, che spesso affondano le proprie radici in metodi di lavoro antichi di millenni. Le botteghe sono solitamente di piccole dimensioni, a conduzione famigliare e nella maggior parte dei casi non impiegano più di cinque persone.

    Gli esempi di eccellenza non mancano: uno su tutti Fair Trade Egypt, che dal 1998 supporta i piccoli artigiani (al momento, sono più di 2500) fungendo da centro di distribuzione per i loro prodotti e spingendoli ad adottare i principi commerciali che costituiscono il trait d’union con gli altri membri della World Fair Trade Organization (evitando il lavoro minorile e la discriminazione tra i suoi membri, nonché impegnandosi a praticare prezzi equi).

     

    Un altro dei principi fondamentali di Fair Trade Egypt (www.facebook.com/FairTradeEgypt) è quello di salvare le tecniche di produzione tradizionali dall’estinzione, mantenendole “vive” nel panorama commerciale egiziano, in cui le piccole realtà produttive continuano a soffrire le difficoltà dell’attuale congiuntura economica.

    Nel difficile contesto economico egiziano non mancano, comunque, gli esempi di innovazione, e la prova è la vivacità creativa dei giovani designer locali. .med, per questo numero, ha contattato Reem Shahin, una fashion designer che nel corso della sua esperienza ha lavorato con USAid e con la Cooperazione Italiana in progetti di sviluppo legati allo sviluppo dell’artigianato tradizionale.

    Lavorare con la Cooperazione Italiana mi ha dato l’opportunità di conoscere moltissimi artigiani e di capire quali sono i problemi che stanno fronteggiando” dice Reem. Quando le chiediamo se l’artigianato può aiutare la ripresa dell’economia egiziana, ci risponde che “uno dei problemi principali è che l’idea su cui si basa il commercio equo è brillante, ma applicarla alla realtà è un’altra cosa. Abbiamo bisogno di più opportunità e di più appoggio dal governo, è l’unico modo per fare la differenza”.

    Secondo Reem, con il passare del tempo la diffusione del commercio equo aiuterà gli artigiani a vendere i propri prodotti e ad aumentare le condizioni di lavoro in tutto il paese. “Ad esempio, nel mio lavoro supportiamo molte donne che altrimenti non riuscirebbero a produrre”.

    Nelle sue creazioni, Reem unisce elementi del design tradizionale egiziano a materiali e lavorazioni alternative, raggiungendo così un risultato unico. Inoltre, vende i suoi prodotti sul sito internet  www.faridaspassions.com, dimostrando che anche l’impatto delle nuove tecnologie è determinante, infatti “facilitando i contatti con i produttori riusciamo a pubblicizzare i loro prodotti in maniera più efficace e con meno difficoltà”.

    Reem dimostra che in Egitto non è solo la politica ad avere la scena: i giovani sono attivissimi anche in campo artistico, e supportare l’artigianato sospeso tra le lavorazioni tradizionali e la modernità dei designer è un ottimo modo per dare ai prodotti del paese l’opportunità di essere conosciuti anche all’estero.

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